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Spedito - 27/04/2008 : 20:31:17
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http://www.youtube.com/watch?v=DLffPUWjyQ4
Titolo: Ti Ti Ti Ti
Rino Gaetano
A te che sogni una stella ed un veliero che ti portino su isole dal cielo più vero a te che non sopporti la pazienza o abbandonarti alla più sfrenata continenza a te che hai progettato un antifurto sicuro a te che lotti sempre contro il muro e quando la tua mente prende il volo ti accorgi che sei rimasto solo a te che ascolti il mio disco forse sorridendo giuro che la stessa rabbia sto vivendo stiamo sulla stessa barca io e te ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti . . . a te che odi i politici imbrillantinati che minimizzano i loro reati disposti a mandare tutto a puttana pur di salvarsi la dignità mondana a te che non ami i servi di partito che ti chiedono il voto un voto pulito partono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri a te che ascolti il mio disco forse sorridendo giuro che la stessa rabbia sto vivendo stiamo sulla stessa barca io e te ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti . . .
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Spedito - 27/04/2008 : 21:51:00
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dopo un attimo di smarrimento ho recuperato la fiducia e rinnovo gli auguri al prof. gino schirosi dalla TURANDOT di puccini Atto III, Scena 1
http://poliverso.myblog.it/media/02/01/ee8c8cce7751bb81e156acc1f7eaa9f1.mp3
Il Principe Nessun dorma!... Nessun dorma!... Tu pure, o Principessa, nella tua fredda stanza guardi le stelle che tremano d'amore e di speranza! Ma il mio mistero è chiuso in me, il nome mio nessun saprà! No, no, sulla tua bocca lo dirò, quando la luce splenderà! Ed il mio bacio scioglierà il silenzio che ti fa mia! Coro donne Il nome suo nessun saprà... E noi dovrem ahimè, morir, morir!... Il Principe Dilegua, o notte! tramontate, stelle! Tramontate, stelle! All'alba vincerò! Vincerò! Vincerò!
e per quelli costretti come il povere canio...
http://poliverso.myblog.it/media/01/00/cb1bcbb598c212bf70dc48068330e5ce.mp3
Vesti la Giubba (R. Leoncavallo)
Recitar! Mentre preso dal delirio non so piu quel che dico e quel che faccio! Eppur, e d'uopo sforzati! Bah sei tu forse un uom? Ah! ah! ah! Tu se' Pagliaccio! Vesti la giubba e la faccia infarina. La gente paga e rider vuole qua. E se Arlecchin t'invo la Columbina, ridi, Pagliaccio e ognun applaudira! Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto; in una smorfia il singhiozzo e 'l dolor. Ah! Ridi Pagliaccio, sul tuo amore infranto! Ridi del duol che t'avvelena il cor!
Modificato da - lupodimare on 27/04/2008 22:57:38
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Spedito - 28/04/2008 : 22:33:15
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dal rigoletto di verdi
il duca di mantova
http://poliverso.myblog.it/media/02/01/89226b98d5faf81e7b4999716d815582.mp3
Questa o quella The Duke's Aria from Verdi's 'Rigoletto'
Questa o quella per me pari sono a quant' altre d' intorno mi vedo del mio core l' impero non cedo meglio ad una che ad altre belta La costoro avvenenza è qual dono di che il fato ne infiora la vita s' oggi questa mi torna gradita forse un' altra doman lo sarà. La costanza tiranna delcore detestiamo qual morbo crudele, sol chi vuole si serbi fedele; Non v'ha amor se non v'è libertà. De' i mariti il geloso furore, degli amanti le smanie derido, anco d' Argo i cent'occhi disfido se mi punge una qualche beltà.
La scena nel Palazzo ducale di Mantova. Rigoletto, dopo essersi reso conto del rapimento di Gilda, vi si precipita in cerca della figlia. In una stanza del Palazzo avviene l’incontro tra Rigoletto e i cortigiani. Ecco come il buffone si rivolge ad essi.
http://poliverso.myblog.it/media/00/01/d5951c6c9d22b3314c32e37725378d60.mp3
Cortigiani, vil razza dannata, Per qual prezzo vendeste il mio bene? A voi nulla per l’oro sconviene, Ma mia figlia è impagabil tesor. La rendete . . . o, se pur disarmata, Questa man per voi fora cruenta: Nulla in terra più l’uomo paventa, Se dei figli difende l’onor. Quella porta, assassini, m’aprite.
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Spedito - 28/04/2008 : 22:42:10
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Ciao Lupo ...... non sò perché, ma tra le righe del Rigoletto, stanotte, riesco a leggere dell'altro ....
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Spedito - 28/04/2008 : 22:45:05
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bravo quando ho saputo la notizia la prima cosa che mi è venuta in mente è stato il rigoletto
ti saluto
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Spedito - 28/04/2008 : 22:55:44
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.... io invece adoro il mitico Renato:
MI VENDO
Faccio in fretta un altro inventario… smonto la baracca e via cambio zona, itinerario, il mio indirizzo è la follia C’è un infelice, ovunque vai… voglio allargare il giro dei clienti miei… io vendo desideri e speranze, in confezione spray. Seguimi io sono la notte, il mistero, l'ambiguità… io creo gli incontri… io sono la sorte quell’attimo di vanità… Incredibile, se vuoi… seguimi e non ti pentirai sono io la chiave dei tuoi problemi, guarisco i tuoi mali, vedrai! Mi vendo, la grinta che non hai in cambio del tuo inferno, ti do due ali, sai! Mi vendo, un’altra identità ti do quello che il mondo distratto non ti da io mi vendo, e già a buon prezzo, si sa! Ho smarrito, un giorno, il mio circo, ma il circo vive senza di me non è l’anima tua che io cerco, io sono solo più di te nell’arco di una luna io, farò di te un baro oppure un re… Sono io la chiave dei tuoi problemi, guarisco i tuoi mali, vedrai!!! Mi vendo, la grinta che non hai! in cambio del tuo inferno, ti do due ali, sai! Si… Ti vendo, un’altra identità! ti do quello che il mondo, distratto non ti da… io mi vendo, e già! A buon prezzo, si sa! Seguimi!
Illustre conforumiano
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Spedito - 30/04/2008 : 08:04:43
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L'Internazionale (L'Internationale in francese) è la più famosa canzone socialista e comunista, riconosciuta come l'inno dei lavoratori in tutto il mondo.
Le parole originali furono scritte in francese da Eugène Pottier (1816 – 1887) nel 1871 per celebrare la Comune di Parigi. Pierre Degeyter (1848 – 1932) scrisse la musica nel 1888. Fino a quella data il testo veniva generalmente cantato sull'aria della Marsigliese.
L'Internazionale divenne l'inno del socialismo rivoluzionario internazionale, come specifica il suo ritornello: C'est la lutte finale / Groupons-nous et demain / L'Internationale / Sera le genre humain. ("È la lotta finale / Raggruppiamoci e domani / l'Internazionale / Sarà il genere umano").
La canzone è stata tradotta in innumerevoli lingue, e tradizionalmente è cantata col pugno sinistro alzato in segno di saluto.
In molte nazioni europee l'Internazionale fu illegale all'inizio del XX secolo a causa della sua immagine rivoluzionaria e le sue liriche d'ispirazione insurrezionalista.
La traduzione in italiano non è molto fedele e nacque da un concorso indetto dal giornale satirico L’Asino nel 1901. Risultò vincitore la versione firmata con lo pseudonimo "E. Bergeret" e che è ancora cantata oggi (con piccole variazioni secondo le fonti):
http://poliverso.myblog.it/media/00/02/dcd11ab7ec439698378c9a9ad5636bcc.mp3
Compagni, avanti, il gran Partito noi siamo dei lavorator! Rosso un fior in petto c'è fiorito, una fede ci è nata in cor. Noi non siamo più, nell'officina, entroterra pei campi, in mar, la plebe sempre all'opra china senza ideale in cui sperar.
Su, lottiamo, l'Ideale nostro alfine sarà l'Internazionale futura umanità!
Un gran stendardo al sol fiammante dinnanzi a noi glorioso va: noi vogliam per esso siano infrante le catene alla Libertà! Che Giustizia venga noi chiediamo: non più servi, non più signor. Fratelli tutti esser dobbiamo nella Famiglia del Lavor.
Lottiam, lottiam la terra sarà di tutti eguale proprietà: più nessuno nei campi dia l'opra ad altri che in ozio sta! E la Macchina sia alleata, non nemica, ai lavorator: così la vita ritrovata a noi darà pace ed amor.
Avanti, avanti, la vittoria è nostra e nostro è l'avvenir: più civile e giusta la storia un'altra era sta per aprir! Largo a noi, all'alta battaglia noi corriamo per l'Ideal! Via, largo, noi siam la canaglia che lotta pel suo Germinal! La seconda strofa rieccheggia i "tre ideali traditi" della Rivoluzione Francese, un tema caro ai canti socialisti ottocenteschi e di inizio Novecento in quanto il movimento operaio era visto come il prosecutore e il coronatore della lotta dei sanculotti. L'ultimo verso dell'ultima strofa fa riferimento ancora una volta alla Rivoluzione Francese e in particolare al mese di germinal, corrispondente nel calendario rivoluzionario al periodo dal 21 marzo al 19 aprile, e quindi l'inizio della primavera, simbolicamente la nascita della società proletaria.
La sua versione russa fu invece l'inno dell'URSS dal 1917 al 1941, quando fu poi sostituita dall' Inno dell'Unione Sovietica e divenne l'inno di partito del PCUS. Fu inizialmente tradotta da Aron Kots (vero nome: Arkadij Yakovlevi#269; Kots) nel 1902 e fu pubblicata a Londra nella rivista per immigrati russi #1078;#1080;#1079;#1085;#1100; (žizn', vita). La prima versione russa era formata da tre strofe e il ritornello, poi fu estesa e rimaneggiata.
L'internazionale viene cantata non solo dai comunisti ma, in molti paesi, anche dai socialisti e dai socialdemocratici. Fu anche il motivo cantato dagli studenti e dagli operai durante le proteste di Piazza Tiananmen nel 1989.
Nella fattoria degli animali di George Orwell l'inno viene parodiato nel motivo Beasts of England.
La musica dell'Internazionale è coperta da diritti d'autore in Francia, anche se la loro osservanza è largamente ignorata da chi organizza meeting politicamente orientati a sinistra e in tutte le occasioni in cui viene cantata. Sebbene la durata dei copyright sia per la legge francese di 70 anni dopo la morte dell'autore, in questo caso rimangono in vigore per compensare i diritti persi durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Nel 2005, a un produttore cinematografico sono stati chiesti circa 1000€ per l'uso del brano dall'impresa che amministra i diritti d'autore.
Modificato da - lupodimare on 30/04/2008 08:48:18
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Spedito - 30/04/2008 : 08:16:14
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http://poliverso.myblog.it/media/02/01/2f785c2c6de99e9638b0cbe407df22a1.mp3
Il canto dei lavoratori Conosciuta anche con il titolo: Inno dei lavoratori Parole di: Filippo Turati Musica di: Amintore Galli 1886
Su fratelli, su compagne, su, venite in fitta schiera: sulla libera bandiera splende il sol dell'avvenir.
5Nelle pene e nell'insulto ci stringemmo in mutuo patto, la gran causa del riscatto niun di noi vorrà tradir.
Il riscatto del lavoro
10dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
15o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
La risaia e la miniera ci han fiaccati ad ogni stento come i bruti d'un armento 20siam sfruttati dai signor.
I signor per cui pugnammo ci han rubato il nostro pane, ci han promessa una dimane: la diman si aspetta ancor.
25 Il riscatto del lavoro
dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
30 o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
L'esecrato capitale nelle macchine ci schiaccia, 35l'altrui solco queste braccia son dannate a fecondar.
Lo strumento del lavoro nelle mani dei redenti spenga gli odii e fra le genti 40chiami il dritto a trionfar.
Il riscatto del lavoro
dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
45o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
Se divisi siam canaglia, 50stretti in fascio siam potenti; sono il nerbo delle genti quei che han braccio e che han cor.
Ogni cosa è sudor nostro, noi disfar, rifar possiamo; 55la consegna sia: sorgiamo troppo lungo fu il dolor.
Il riscatto del lavoro
dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
60o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
65Maledetto chi gavazza nell'ebbrezza e nei festini, fin che i giorni un uom trascini senza pane e senza amor.
Maledetto chi non geme 70dello scempio dei fratelli, chi di pace ne favelli sotto il pie dell'oppressor.
Il riscatto del lavoro
dei suoi figli opra sarà:
75o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
80o pugnando si morrà.
I confini scellerati cancelliam dagli emisferi; i nemici, gli stranieri non son lungi ma son qui.
85Guerra al regno della Guerra, morte al regno della morte; contro il dritto del del più forte, forza amici, è giunto il dì.
Il riscatto del lavoro
90dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
95o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
O sorelle di fatica o consorti negli affanni che ai negrieri, che ai tiranni 100deste il sangue e la beltà.
Agli imbelli, ai proni al giogo mai non splenda il vostro riso: un esercito diviso la vittoria non corrà.
105Il riscatto del lavoro
dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
110o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
Se eguaglianza non è frode, fratellanza un'ironia, 115se pugnar non fu follia per la santa libertà;
Su fratelli, su compagne, tutti i poveri son servi: cogli ignavi e coi protervi 120il transigere è viltà.
Il riscatto del lavoro
dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
125o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà.
Modificato da - lupodimare on 30/04/2008 08:53:37
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Spedito - 01/05/2008 : 06:36:19
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questo è solo materiale da ascoltare stefano benni in uno spettacolo trasmesso a radio rai
http://poliverso.myblog.it/media/01/02/6997c8f055232826fedc019ac7de06b5.mp3
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Spedito - 01/05/2008 : 06:42:29
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dallo stesso spettacolo di prima
http://poliverso.myblog.it/media/00/00/d29db709668224246d92bc76610660ae.mp3
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Spedito - 01/05/2008 : 10:14:24
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L'Inno del Primo Maggio fu scritto da Pietro Gori sulla base della melodia del Va’ pensiero, il coro del Nabucco verdiano, nel 1892, nel carcere milanese di San Vittore dove era stato rinchiuso preventivamente: si avvicinava il primo maggio, in Sicilia i lavoratori cominciavano a prendere coscienza politica radunandosi nei Fasci (cui probabilmente si fa riferimento nel testo del canto) e gli agitatori anarchici dovevano essere messi in condizione di non nuocere all’ordine pubblico… Ma Gori sapeva che la parola e il canto racchiudono una forza immane, e nella sua cella scrisse il “bozzetto drammatico in un atto” Primo Maggio, che avrebbe riscosso un grande successo, specialmente negli Stati Uniti dove Gori sarebbe stato qualche anno più tardi. A Paterson (“capitale” degli anarchici nordamericani – di lì sarebbe tornato in Italia Gaetano Bresci per uccidere Umberto I) Gori rappresentò il bozzetto anche come attore, e così fece in molte altre città americane, tra cui Chicago. Rappresentazione significativa, quella, dacché il Primo Maggio nasceva proprio per ricordare i cinque anarchici impiccati a Chicago in seguito allo sciopero e alle manifestazioni organizzate per ottenere la giornata lavorativa di otto ore. Alla fine del Prologo del Primo Maggio, il coro attaccava l’Inno del Primo Maggio, che sarebbe divenuto il canto privilegiato della ricorrenza.
Vieni o Maggio t'aspettan le genti ti salutano i liberi cuori dolce Pasqua del lavoratori vieni e splendi alla gloria del sol
Squilli un inno di alate speranze al gran verde che il frutto matura e la vasta ideal fioritura In cui freme Il lucente avvenir
Disertate falangi dl schiavi dai cantieri da l'arse officine via dai campi su da le marine tregua tregua all'eterno sudor
Innalziamo le mani incallite e sian fascio dl forze fecondo noi vogliamo redimere il mondo dal tiranni de l'ozio e de l'or
giovinezza dolori ideali primavere dal fascino arcano verde maggio del genere umano date al petti il coraggio e la fé
Date fiori ai ribelli caduti collo squardo rivolto all'aurora al gagliardo che lotta e lavora al veggente poeta che muor
______________
...la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare...
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Spedito - 02/05/2008 : 09:48:55
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i camaleoni con
entramelo http://poliverso.myblog.it/media/02/01/8d9bdca83a045b854a4a0630f04745fa.mp3
Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà.
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Spedito - 02/05/2008 : 10:00:16
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la speranza è sempre l'ultima a morire....
VENCEREMOS! - Inti Illimani
Desde el hondo crisol de la patria se levanta el clamor popular, ya se anuncia la nueva alborada, todo Chile comienza a cantar.
Recordando al soldado valiente cuyo ejemplo lo hiciera inmortal, enfrentemos primero a la muerte, traicionar a la patria jamás.
Venceremos, venceremos, mil cadenas habrá que romper, venceremos, venceremos, la miseria (al fascismo) sabremos vencer.
Campesinos, soldados, mineros, la mujer de la patria también, estudiantes, empleados y obreros, cumpliremos con nuestro deber.
Sembraremos las tierras de gloria, socialista será el porvenir, todos juntos haremos la historia, a cumplir, a cumplir, a cumplir
______________
...la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare...
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Spedito - 02/05/2008 : 10:19:54
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"La donna ideale"
il sogno di un uomo è una puttana con un dente d'oro e il reggicalze, profumata con ciglia finte rimmel orecchini mutandine rosa l'alito che sa di salame tacchi alti calze con una piccolissima smagliatura sul polpaccio sinistro, un po' grassa, un po' sbronza, un po' sciocca e un po' matta che non racconta barzellette sconce e ha tre verruche sulla schiena e finge di apprezzare la musica sinfonica e che si ferma una settimana solo una settimana e lava i piatti e fa da mangiare e scopa e fa i pompini e lava il pavimento della cucina e non mostra le foto dei suoi figli né parla del marito o ex-marito di dove è andata a scuola o di dove è nata o perché l'ultima volta è finita in prigione o di chi è innamorata, si ferma solo una settimana solo una settimana e fa quello che deve fare poi se ne va e non torna più indietro
a prendere l'orecchino dimenticato sul comò.
henry charles bukowski
_____________________ Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà. epitteto
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Spedito - 02/05/2008 : 10:26:24
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Ancora un po' di poesia, di quella seria. Non guasta e fa riflettere. Dalla politica alla cultura. Cercate di commentare questi versi non certo enigmatici. Sono curioso di conoscere dove e come si sbizzarrisce il vostro senso critico o la vostra fantasia. Su, alla prova! Il forum è interessante anche per quese motivazioni dell'anima. Tra gl’interventi noto ottimi intelletti di valore. CANDELE (C. Kavafis)
Stanno i giorni futuri innanzi a noi come una fila di candele accese, dorate, calde e vivide. Restano indietro i giorni del passato, penosa riga di candele spente: le più vicine danno fumo ancora, fredde, disfatte e storte. Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto, la memoria m’accora il loro antico lume. E guardo avanti le candele accese. Non mi voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido, come s’allunga presto la tenebrosa riga, come crescono presto le mie candele spente.
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Spedito - 02/05/2008 : 10:32:40
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caro filadelfos.. adoro kavafis.. ottima citazione.. permettimi di aggiungere..
Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
.......................................................................
forse tutto quello che gallipoli ha attraversato e ciò che la aspetta, può essere inteso come un viaggio "fertile in avventure ed esperienze".. chissà quando arriverà Ulisse a riprendere in mano le sorti della nostra città.. e mi chiedo.. noi, saremo "fatti ormai savi, con tutta l'esperienza addosso"? capiremo cosa tutto ciò ha voluto significare? siamo in grado di liberarci dalle catene dei padroni?
______________
Modificato da - marianna on 02/05/2008 10:37:53
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Spedito - 02/05/2008 : 12:55:28
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DESIDERATA
Vai con tranquillità tra i rumori e la fretta, e ricorda quale pace ci può essere nel silenzio.
Per quanto ti è possibile, senza rinuncia, sii in buoni rapporti con tutte le persone. Esprimi la tua verità serenamente e con chiarezza; e ascolta gli altri, anche l’ottuso e l’ignorante; anch’essi hanno la loro storia. Evita le persone arroganti e aggressive; esse sono sgradevoli allo spirito.
Se ti confronti con gli altri puoi diventare vanaglorioso e sgradevole, perché ci saranno sempre persone migliori o peggiori di te. Godi delle tue conquiste e dei tuoi progetti. Interessati della tua carriera personale, anche se umile; è un buon punto di partenza per una fortuna futura.
Esercita cautela nei tuoi affari, poiché il mondo è pieno di inganni. Ma non essere cieco verso qualsiasi virtù; molte persone combattono per alti ideali, e dappertutto la vita è piena di eroismo. Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Né ostentare cinismo verso l’amore, poiché davanti a tutte le avidità e disincantamenti, esso è perenne come l’erba dei prati.
Accetta con gentilezza il consiglio degli anni, rinunciando con grazia alle cose della giovinezza. Nutri forza nello spirito per essere scudo in qualche sfortuna. Ma non tormentarti con oscure fantasie. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Oltre ad una sana disciplina, sii gentile con te stesso. Tu sei figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle; tu hai diritto per essere qui. E se ti è chiaro o no, non dubitare che l’universo si rivelerà come dovrebbe.
Quindi sii in pace con Dio, qualunque sia la tua concezione di Lui. E, nonostante le tue preoccupazioni e aspirazioni nella rumorosa confusione della vita, conserva la pace nel tuo animo.
Con tutte le falsità, le fatiche e i sogni spezzati, è un mondo ancora meraviglioso. Sii sereno. Lotta per essere felice.
(Anonimo inglese del XVII sec. )
MORALE:
Siate sereni. È un mondo ancora meraviglioso, il migliore dei mondi possibili. Vale la pena ancora lottare per essere felici. (il sottoscritto "Caro Fratello")
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Spedito - 03/05/2008 : 07:37:33
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LA MORTE SI FUMA I MIEI SIGARI
sai com'è: sono qui ubriaco ancora una volta e ascolto Chajkovskij alla radio. Gesù, lo sentivo 47 anni fa quando ero uno scrittore morto di fame ed eccolo qui di nuovo ora io sono uno scrittore con un po' di successo e la morte va su e giù per questa stanza e si fuma i miei sigari beve qualche sorso del mio vino mentre il vecchio Pietro continua a darci dentro con la sua "Patetica", ho fatto un bel pezzo di strada e se ho avuto fortuna è perché ho tirato bene i dadi: ho fatto la fame per l'arte, ho fatto la fame per riuscire a guadagnare 5 dannati minuti, 5 ore, 5 giorni - volevo soltanto buttare giù qualche frase, il successo, il denaro non importavano: io volevo scrivere e loro volevano che stessi alla pressa meccanica, in fabbrica alla catena di montaggio volevano che facessi il fattorino in un grande magazzino. be', dice la morte, passandomi accanto, ti prenderò comunque, non importa quello che sei stato: scrittore, tassista, pappone, macellaio, paracadutista acrobatico, io ti prenderò... okay, baby, le dico io. adesso ci beviamo qualcosa insieme mentre l'una di notte diventano le 2 e lei solo sa quando verrà il momento, ma oggi sono riuscito a fregarla: mi sono preso altri 5 dannati minuti e molto di più.
henry charles bukowski
_____________________ Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà. epitteto
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Spedito - 04/05/2008 : 09:44:07
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Francesco De Gregori > Curve Nella Memoria (1998) > L'Agnello Di Dio
http://dellasperanza.myblog.it/media/00/01/cba9ccc97a379c8039ec39d481076c62.mp3
Ecco l'agnello di Dio che toglie peccati del mondo. Disse la ragazza slava venuta allo sprofondo. Disse la ragazza africana sul raccordo anulare. Ecco l'agnello di Dio che viene a pascolare. E scende dall'automobile per contrattare. Ecco l'agnello di Dio all'uscita dalla scuola. Ha gli occhi come due monete, il sorriso come una tagliola. Ti dice che cosa ti costa, ti dice che cosa ti piace. Prima ancora della tua risposta ti dà un segno di pace. E intanto due poliziotti fanno finta di non vedere. Oh, aiutami a fare come si può, prenditi tutto quello che ho. Insegnami le cose che ancora non so, non so. E dimmi quanto maschere avrai e quanto maschere avrò.
Ecco l'agnello di Dio vestito da soldato, con le gambe fracassate, con il naso insaguinato. Si nasconde dentro la terra, tra le mani ha la testa di un uomo. Ecco l'agnello di Dio venuto a chiedere perdono. Si ferma ad annusare il vento ma nel vento sente odore di piombo. Percosso e benedetto ai piedi di una montagna. Chiuso dentro una prigione, braccato per la campagna. Nascosto dentro a un treno, legato sopra un altare. Ecco l'agnello che nessuno lo può salvare. Perduto nel deserto, che nessuno lo può trovare. Ecco l'agnello di Dio senza un posto dove stare. Ecco l'agnello di Dio senza un posto dove stare. Oh, aiutami a stare dove si può e prenditi tutto quello che ho. Insegnami le cose che ancora non so, non so. E dimmi quanto maschere avrai, regalami i trucchi che fai, insegnami ad andare dovunque sarai, sarò. E dimmi quanto maschere avrò. Se mi riconoscerai, dovunque sarò, sarai.
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Spedito - 04/05/2008 : 10:28:22
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Il testamento di Tito (http://it.youtube.com/watch?v=exiOZHW8B18) Fabrizio De André
Non avrai altro Dio, all'infuori di me, spesso mi ha fatto pensare: genti diverse, venute dall'est dicevan che in fondo era uguale. Credevano a un altro diverso da te, e non mi hanno fatto del male. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano. Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena e il suo nome: ma forse era stanco, forse troppo occupato e non ascoltò il mio dolore. Ma forse era stanco, forse troppo lontano davvero, lo nominai invano.
Onora il padre. Onora la madre e onora anche il loro bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi un boccone: quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste. Facile per noi ladroni entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei loro padroni senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Senza finire legati agli altari sgozzati come animali.
Il quinto dice "non devi rubare" e forse io l'ho rispettato vuotando in silenzio, le tasche già gonfie di quelli che avevan rubato. Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri, nel nome di Dio. Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri, nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri cioè non disperdere il seme. Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede: poi la voglia svanisce ed il figlio rimane e tanti ne uccide la fame. Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore, ma non ho creato dolore.
Il settimo dice "non ammazzare" se del cielo vuoi essere degno. guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno. guardate la fine di quel nazareno, e un ladro non muore di meno. Guardate la fine di quel nazareno, e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere un uomo. Lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri, non desiderarne la sposa. Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa: nei letti degli altri, già caldi d'amore non ho provato dolore. L'invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole al di là delle dune a violentare altre notti: io nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore.
_____________________ .....in medio stat virtus.....
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Spedito - 05/05/2008 : 15:51:52
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La più significativa del primo maggio 2008, secondo me...
Caparezza - Vieni a ballare in Puglia http://www.youtube.com/watch?v=98sJTa6Gw_0
e occhio al riferimento su Gallipoli........ inequivocabile!
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n/a
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Spedito - 11/05/2008 : 09:32:03
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http://it.youtube.com/watch?v=sEbgB6X6S5c
my way
And now, the end is near; And so I face the final curtain. My friend, Ill say it clear, Ill state my case, of which Im certain.
Ive lived a life thats full. Ive traveled each and evry highway; And more, much more than this, I did it my way.
Regrets, Ive had a few; But then again, too few to mention. I did what I had to do And saw it through without exemption.
I planned each charted course; Each careful step along the byway, But more, much more than this, I did it my way.
Yes, there were times, Im sure you knew When I bit off more than I could chew. But through it all, when there was doubt, I ate it up and spit it out. I faced it all and I stood tall; And did it my way.
Ive loved, Ive laughed and cried. Ive had my fill; my share of losing. And now, as tears subside, I find it all so amusing.
To think I did all that; And may I say - not in a shy way, No, oh no not me, I did it my way.
For what is a man, what has he got? If not himself, then he has naught. To say the things he truly feels; And not the words of one who kneels. The record shows I took the blows - And did it my way!
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Spedito - 11/05/2008 : 12:51:48
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e perchè non ricordare le mamme qui? con questo mio un saluto e augurio a tutte le mamme uno paricolare a tutte le mamme di questo forum
http://it.youtube.com/watch?v=d8_zo2mjLM8&feature=related
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Spedito - 11/05/2008 : 12:55:14
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continuo con viaggio nel tempo
beniamino gigli
http://it.youtube.com/watch?v=wHqP5FFoyf0
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Spedito - 11/05/2008 : 12:58:35
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poi con gino latilla
http://it.youtube.com/watch?v=mq0e1xO3MAw&feature=related
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Spedito - 11/05/2008 : 13:01:57
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e finiamo con bennato
http://it.youtube.com/watch?v=I6qhNcDEXoI
auguri auguri auguri
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Spedito - 14/05/2008 : 09:59:41
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Brividi ....
Illustre conforumiano
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Spedito - 17/05/2008 : 10:22:49
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Dedicata a tutti i miei concittadini,che per motivi di studio,o di lavoro, si trovano fuori citta',ma spesso e volentieri pensano agli affetti lasciati,ed alla nostra bellissima Gallipoli. E' la strofa di una vecchia canzone popolare che,con linguaggio semplice e nostalgico,dice tutta la malinconia di chi e' costretto a vivere lontano dalla sua terra e dalle persone amate:ad una rondine di mare e' affidato il messaggio da portare all'innamorata...... Oh lindineddha ci marchi lu mare, jeni quantu te ticu ddo parole, A ll'addhu pizzu tu me l'hai purtare, A quiddha nnamurata te stu core. Oh rondinella che attraversi il mare, vieni che ti dico due parole, all'altro capo tu me le devi portare, a quell'innamorata di questo cuore.
Ciao amici .
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Spedito - 17/05/2008 : 11:10:17
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se siamo ossessionati
gaber ci aiuta?
http://it.youtube.com/watch?v=Y5eJDLyAtOs
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Spedito - 18/05/2008 : 11:21:28
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sogno all'incontrario
http://it.youtube.com/watch?v=VaH9e22NnxM
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