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callipolis
Moderatore


Stato: Sconnesso

 Spedito - 31/05/2008 :  10:24:45  Mostra Profilo  Aggiungi callipolis alla Lista Amici
Massimo Ranieri - Vent'anni-

http://it.youtube.com/watch?v=ZETI1CMpfKY

La mia vita cominciò
Come l'erba come il fiore
E mia madre mi baciò
Come fossi il primo amore
Nasce così la vita mia
Come comincia una poesia
Io credo che lassù
C'era un sorriso anche per me
La stessa luce che
Si accende quando nasce un re
Una stella una chitarra
Primo amore biondo è mio
Con l'orgoglio dei vent'anni
Piansi ma vi dissi addio
E me ne andai verso il destino
Con l'entusiasmo di un bambino
Io credo che lassù
C'era un sorriso anche per me
La stessa luce che
Si accende quando nasce un re
Ma sono qui se tu mi vuoi
Amore dei vent'anni miei
Io credo che lassù
Qualcuno aveva scritto già
L'amore mio per te e tutto quello che sarà
Io credo che lassù

_____________________
.....in medio stat virtus.....
 Paese: Italy  ~  Invii: 866  ~  Membro da: 08/03/2008  ~  UltimaVisita: 04/05/2013 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

gazzella 54
Advanced Member


Stato: Sconnesso

 Spedito - 31/05/2008 :  18:44:09  Mostra Profilo  Aggiungi gazzella 54 alla Lista Amici
Bob Dylan - Masters of War
Bob Dylan - Masters of War...Bob Dylan Masters of War
 Paese: Italy  ~  Invii: 686  ~  Membro da: 21/02/2008  ~  UltimaVisita: 31/03/2012 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

spartaco
Advanced Member


Stato: Sconnesso

 Spedito - 31/05/2008 :  21:20:03  Mostra Profilo  Aggiungi spartaco alla Lista Amici
Da "The dark side of the moon" dei Pink Floyd

TIME

Ticking away the moments that make up a dull day
You fritter and waste the hours in an off hand way
Kicking around on a piece of ground in your home town
Waiting for someone or something to show you the way
Tired of liyng in the sunshine staying home to watch the rain

You are youg and life is long and there is time to kill today
And then one day you find ten years have got behind you
No one told you when to run,you missed the starting gun

And you run and you run to catch up with the sun, but it's
sinking
And racing around to come up behind you again
The sun is the same in the relative way,but you're older
Shorter of breath and one day closer to death

Every year is getting shorter, never seem to find the time
plans that either come to naught or half page of scribbled lines

hanging on in quite desperation is the english way
The time is gone the song is over,thought i'd something more
to say

TEMPO

Ticchettando via i momenti che riempiono un giorno noioso
Sciupi e sprechi le ore in una strada fuori mano
Gironzolando in un angolo della tua città
Aspettando qualcuno o qualcosa che ti mostri la via
Stanco di giacere nella luce del sole stando a casa a guardare la pioggia
Tu sei giovane e la vita è lunga e c'è tempo da ammazzare oggi
E poi un giorno trovi che hai 10 anni dietro di te
Nessuno ti dice quando correre, hai mancato lo sparo iniziale

E tu corri e corri per raggiungere il sole, ma sta tramontando

E correndo intorno per spuntarti ancora alle spalle
Il sole è relativamente lo stesso, ma sei più vecchio
Col respiro più corto e un giorno più vicino alla morte

Ogni anno diventa più corto, nessuno sembra trovare il tempo
Progetti che finiscono nel nulla o mezza pagina di righe scarabocchiate
Sopravvivere in una quieta disperazione è il modo all'inglese
Il tempo se n'è andato, la canzone è finita, pensavo di dover dire qualcosa di più.

Video:
http://www.youtube.com/watch?v=ntm1YfehK7U
 Paese: Italy  ~  Invii: 305  ~  Membro da: 28/02/2008  ~  UltimaVisita: 02/12/2009 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

abatem83
Advanced Member


Stato: Sconnesso
Membro Valutato:


 Spedito - 07/06/2008 :  10:22:02  Mostra Profilo  Aggiungi abatem83 alla Lista Amici
Il tutto è falso
(G.Gaber/S.Luporini - G.Gaber)

Questo mondo
corre come un aeroplano
e mi appare
più sfumato e più lontano.
Per fermarlo
tiro un sasso controvento
ma è già qui che mi rimbalza
pochi metri accanto.

Questo è un mondo
che ti logora di dentro
ma non vedo
come fare ad essere contro.
Non mi arrendo
ma per essere sincero
io non trovo proprio niente
che assomigli al vero.

Il tutto è falso
il falso è tutto.
Il tutto è falso
il falso è tutto.

E allora siamo un po' preoccupati
per i nostri figli
ci spaventano i loro silenzi
i nostri sbagli.
L'importante è insegnare quei valori
che sembrano perduti
con il rischio di creare nuovi disperati.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Non a caso la nostra coscienza
ci sembra inadeguata
quest'assalto di tecnologia
ci ha sconvolto la vita.
Forse un uomo che allena la mente
sarebbe già pronto
ma a guardarlo di dentro
è rimasto all'ottocento.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Io
che non riesco più a giudicare
non so neanche che cosa dire
della mia solitudine.
Guardo
con il mio telecomando
e mi trovo in mezzo al mondo
e alla sua ambiguità.

C'è qualcuno che pensa
di affrontare qualsiasi male
con la forza innovatrice
di uno Stato liberale.
Che il mercato risolva da solo
tutte le miserie
e che le multinazionali siano necessarie.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Ma noi siamo talmente toccati
da chi sta soffrendo
ci fa orrore la fame, la guerra
le ingiustizie del mondo.
Com'è bello occuparsi dei dolori
di tanta, tanta gente
dal momento che in fondo
non ce ne frega niente.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Io
che non riesco più a ritrovare
qualche cosa per farmi uscire
dalla mia solitudine.
Cerco
di afferrare un po' il presente
ma se tolgo ciò che è falso
non resta più niente.

Il tutto è falso
il falso è tutto.
Il tutto è falso
il falso è tutto quello che si sente
quello che si dice
il falso è un'illusione che ci piace
il falso è quello che credono tutti
è il racconto mascherato dei fatti
il falso è misterioso
e assai più oscuro
se è mescolato
insieme a un po' di vero
il falso è un trucco
un trucco stupendo
per non farci capire
questo nostro mondo
questo strano mondo
questo assurdo mondo
in cui tutto è falso
il falso è tutto.

Il tutto è falso
il falso è tutto

Il tutto è falso
il falso è tutto

Il tutto è falso
il falso è tutto, tutto, tutto.

 Paese: Italy  ~  Invii: 417  ~  Membro da: 14/03/2008  ~  UltimaVisita: 17/12/2008 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

kashiwara
Advanced Member



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 Spedito - 07/06/2008 :  10:27:57  Mostra Profilo  Aggiungi kashiwara alla Lista Amici
Grazie Abatem83 per aver postato questo pezzo .....

Non conosco la melodia, le note, ma il testo mi sembra molto attuale ...... un urlo nel più cupo dei tunnel ....... straziante!

 Illustre conforumiano
 Paese: Italy  ~  Invii: 1804  ~  Membro da: 31/08/2007  ~  UltimaVisita: 03/09/2013 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

kashiwara
Advanced Member



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Membro Valutato:


 Spedito - 07/06/2008 :  10:31:41  Mostra Profilo  Aggiungi kashiwara alla Lista Amici
Trovato il video sul Tubo:

http://it.youtube.com/watch?v=CjMwvq1eVvU


 Illustre conforumiano
 Paese: Italy  ~  Invii: 1804  ~  Membro da: 31/08/2007  ~  UltimaVisita: 03/09/2013 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

abatem83
Advanced Member


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Membro Valutato:


 Spedito - 07/06/2008 :  10:42:14  Mostra Profilo  Aggiungi abatem83 alla Lista Amici
Citazione:
Trovato il video sul Tubo:

http://it.youtube.com/watch?v=CjMwvq1eVvU



Originariamente inviato da kashiwara - 07/06/2008 :  11:31:41


Mi hai preceduto, stavo per segnlartelo.
 Paese: Italy  ~  Invii: 417  ~  Membro da: 14/03/2008  ~  UltimaVisita: 17/12/2008 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

marianna
Senior Member

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 Spedito - 07/06/2008 :  20:29:04  Mostra Profilo  Aggiungi marianna alla Lista Amici
AVEC LES TEMPS - Léo Ferré

Avec le temps...

Aavec le temps, va, tout s'en va

On oublie le visage et l'on oublie la voix

le cœur, quand ça bat plus, c'est pas la peine d'aller

chercher plus loin, faut laisser faire et c'est très bien

avec le temps..

avec le temps, va, tout s'en va

l'autre qu'on adorait, qu'on cherchait sous la pluie

l'autre qu'on devinait au détour d'un regard

entre les mots, entre les lignes et sous le fard

d'un serment maquillé qui s'en va faire sa nuit

Avec le temps tout s'évanouit

avec le temps...

avec le temps, va, tout s'en va

Même les plus chouettes souvenirs ça taille une de ces gueules

à la galerie j'farfouille dans les rayons de la mort

le samedi soir quand la tendresse s'en va toute seule

Avec le temps...

Avec le temps, va, tout s'en va

l'autre à qui l'on croyait pour un rhume, pour un rien

l'autre à qui l'on donnait du vent et des bijoux

pour qui l'on eût vendu son âme pour quelques sous

devant quoi l'on se 'traînait comme traînent les chiens

avec le temps, va, tout va bien

avec le temps..

avec le temps, va, tout s'en va

on oublie les passions et l'on oublie les voix

qui vous disaient tout bas les mots des pauvres gens

ne rentre pas trop tard, surtout ne prends pas froid

avec le temps...

Avec le temps, va, tout s'en va

et l'on se sent blanchi comme un cheval fourbu

et l'on se sent glacé dans un lit de hasard

et l'on se sent tout seul peut-être mais peinard

et l'on se sent floué par les années perdues- alors vraiment

Avec le temps on n'aime plus





______________

... il servo che non si ribella, è peggio del padrone che lo comanda ...
 Paese: Italy  ~  Invii: 152  ~  Membro da: 29/02/2008  ~  UltimaVisita: 11/09/2008 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

abatem83
Advanced Member


Stato: Sconnesso
Membro Valutato:


 Spedito - 07/06/2008 :  23:06:00  Mostra Profilo  Aggiungi abatem83 alla Lista Amici
Cara Marianna, ti prego non condividere la drammaticità della composizione, ancora più tragica nella bella lingua francese. Ha irretito tantissimi, anche me all'età dei miei vent'anni. A Leo ferrer ho preferito Dalida ( e non Battiato per esempio) ma più di tutti Patty Pravo che almeno cantava in italiano.
Comunque complimenti, richiedo scusa se mi sono avvicinato ai tuoi pensieri con un pizzico di diffidenza. Chi ama queste cose... ama... nonostante tutto.
Per chi volesse ascoltare questo brano (ho imparato da Kashiwara non me ne dovete) coollegarsi a http://it.youtube.com/watch?v=aiXcUTTLud4 per Leo ferrè
a http://it.youtube.com/watch?v=leP7AhdiTMM&NR=1 per Franco Battiato
a http://it.youtube.com/watch?v=Uqe9nURdHNU per Patty Pravo ambedue nella versione tradotta che qui riproduco
(1972) Col tempo sai,col tempo tutto se ne va
Non ricordi più il viso,non ricordi la voce
Quando il cuore ormai tace a che serve cercare
Ti lascio andare,forse meglio così
Col tempo sai,col tempo tutto se ne va
L'altro che adoravi,che cercavi nel buio
L'altro che indovinavi in un batter di ciglia
E tra le frasi e le righe e il fondotinta
Di promesse agghindate per uscire a ballare
Col tempo sai,tutto scompare.
Col tempo sai col tempo tutto se ne va
Ogni cosa appassisce e mi scopro a frugare
In vetrine di morti,quando il sabato sera
la tenerezza rimane senza compagnia.
Col tempo sai,col tempo tutto se ne va
L'altro a cui tu credevi anche un colpo di tosse
L'altro che ricoprivi di gioielli e di vento
Per cui avresti impegnato anche l'anima al monte
A cui ti trascinavi alla pari di un cane
Col tempo sai tutto va bene
Col tempo sai,col tempo tutto se ne va
Non ricordi più il fuoco, non ricordi le voci
Della gente da poco e il loro sussurrare
Non ritardare, copriti con il freddo che fa.
Col tempo sai, col tempo tutto se ne va
E ti senti il biancore di un cavallo sfiancato
In un letto straniero ti senti gelato
Solitario ma in fondo in pace col mondo
E ti senti ingannato dagli anni perduti
E allora tu,col tempo sai...non ami più
(traduzione di Riccardo Venturi)
 Paese: Italy  ~  Invii: 417  ~  Membro da: 14/03/2008  ~  UltimaVisita: 17/12/2008 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

gazzella 54
Advanced Member


Stato: Sconnesso

 Spedito - 14/06/2008 :  12:56:08  Mostra Profilo  Aggiungi gazzella 54 alla Lista Amici
Indian Reservation

(My oaklei Project)


http://it.youtube.com/watch?v=ncIWBN8lgT4
 Paese: Italy  ~  Invii: 686  ~  Membro da: 21/02/2008  ~  UltimaVisita: 31/03/2012 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

gianni51
Average Member

Stato: Sconnesso

 Spedito - 16/06/2008 :  05:43:38  Mostra Profilo  Aggiungi gianni51 alla Lista Amici
Violeta Parra
Gracias a la vida

« Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió dos luceros, que cuando los abro
Perfecto distingo, lo negro del blanco
Y en el alto cielo, su fondo estrellado
Y en las multitudes, el hombre que yo amo


Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el oído, que en todo su ancho
Graba noche y día, grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna de mi bien amado

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el sonido y el abecedario
Con él las palabras que pienso y declaro
Madre, amigo, hermano y luz alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando


Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha, de mis pies cansados
Con ellos anduve, ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio


Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió el corazón, que agita su marco
Cuando miro el fruto, del cerebro humano
Cuando miro el bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros


Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la risa, y me ha dado el llanto
Así yo distingo, dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes que es el mismo canto
Y el canto de todos que es mi propio canto
Gracias a la vida, que me ha dado tanto. »

« Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato due occhi che quando li apro
distinguo nitidamente il nero dal bianco,
e nell'alto cielo il suo sfondo stellato
e nella folla l'uomo che io amo.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'udito che in tutta la sua apertura
registra notte e giorno grilli e canarini,
martelli, turbine, latrati, burrasche
e la voce tanto tenera del mio beneamato.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono e l'abbecedario.
Con esso le parole che penso e dico:
madre, amico, fratello e la luce che illumina
la rotta dell'anima di chi sto amando.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi.
Con essi ho percorso città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e pianure
e la casa tua, la tua strada, il cortile.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore che agita il suo involucro,
quando guardo il frutto del cervello umano,
quando guardo il bene così lontano dal male,
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso, e mi ha dato il pianto.
Così io distinguo gioia e dolore,
i due materiali che formano il mio canto
e il canto degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto. »

 Paese: Italy  ~  Invii: 45  ~  Membro da: 30/04/2008  ~  UltimaVisita: 28/04/2010 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

lupodimare
Advanced Member


Stato: Sconnesso

 Spedito - 16/06/2008 :  10:36:00  Mostra Profilo  Aggiungi lupodimare alla Lista Amici
Citazione:
Violeta Parra
Gracias a la vida


« Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato due occhi che quando li apro
distinguo nitidamente il nero dal bianco,
e nell'alto cielo il suo sfondo stellato
e nella folla l'uomo che io amo.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'udito che in tutta la sua apertura
registra notte e giorno grilli e canarini,
martelli, turbine, latrati, burrasche
e la voce tanto tenera del mio beneamato.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono e l'abbecedario.
Con esso le parole che penso e dico:
madre, amico, fratello e la luce che illumina
la rotta dell'anima di chi sto amando.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi.
Con essi ho percorso città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e pianure
e la casa tua, la tua strada, il cortile.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore che agita il suo involucro,
quando guardo il frutto del cervello umano,
quando guardo il bene così lontano dal male,
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso, e mi ha dato il pianto.
Così io distinguo gioia e dolore,
i due materiali che formano il mio canto
e il canto degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto. »


Originariamente inviato da gianni51 - 16/06/2008 :  07:43:38



grazie gianni ma tali parole potremo recitarle nel momento in cui ci sveglieremo da quel torpore che ci obbliga ad un punto medio dove le cose non si distinguono e non si riesce appieno a definirle

e non percependo bene quello che abbiamo spingiamo la nostra attenzione sulle cose che presumiamo ci manchino ma dovremmo avere per forza


_____________________
Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà.
epitteto
 Paese: Italy  ~  Invii: 251  ~  Membro da: 26/09/2002  ~  UltimaVisita: 11/10/2010 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

kashiwara
Advanced Member



Stato: Sconnesso
Membro Valutato:


 Spedito - 18/06/2008 :  08:11:23  Mostra Profilo  Aggiungi kashiwara alla Lista Amici
..... non resisto alla tentazione!

http://it.youtube.com/watch?v=gdElVEzi1D8


IN QUESTO MONDO DI LADRI
(A. Venditti)

Eh, in questo mondo di ladri
c'è ancora un gruppo di amici
che non si arrendono mai.
Eh, in questo mondo di santi
il nostro cuore è rapito
da mille profeti e da quattro cantanti.

Noi, noi stiamo bene tra noi
e ci fidiamo di noi.
In questo mondo di ladri,
in questo mondo di eroi,
non siamo molto importanti
ma puoi venire con noi.
Eh, in questo mondo di debiti
viviamo solo di scandali
e ci sposiamo le vergini.
Eh, e disprezziamo i politici,
e ci arrabbiamo, preghiamo, gridiamo,
piangiamo e poi leggiamo gli oroscopi.

Voi, vi divertite con noi
e vi rubate tra voi.
In questo mondo di ladri,
in questo mondo di eroi,
Voi siete molto importanti
ma questa festa è per noi.
Eh, ma questo mondo di santi
se il nostro cuore è rapito
da mille profeti e da quattro cantanti.

Noi, noi stiamo bene tra noi
e ci fidiamo di noi.

In questo mondo... in questo mondo di ladri...
In questo mondo... in questo mondo di ladri...
In questo mondo... in questo mondo di ladri...


Ciao

 Illustre conforumiano
 Paese: Italy  ~  Invii: 1804  ~  Membro da: 31/08/2007  ~  UltimaVisita: 03/09/2013 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

Jonium-A
New Member

Stato: Sconnesso

 Spedito - 18/06/2008 :  11:15:04  Mostra Profilo  Visita l'homepage di Jonium-A  Aggiungi Jonium-A alla Lista Amici
Be' dopo ieri sera oggi:

Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò

E' anche un modo per leggerlo tutto e non le solite conosciute strofe.
 Paese: Italy  ~  Invii: 5  ~  Membro da: 13/06/2008  ~  UltimaVisita: 18/06/2008 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

abatem83
Advanced Member


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Membro Valutato:


 Spedito - 18/06/2008 :  13:21:36  Mostra Profilo  Aggiungi abatem83 alla Lista Amici
Jonium-A mi perdoni ma sono un borbonico e non un savoiardo-leghiosta pur riconoscendo l'unità d'Italia come fatto importante della nostra storia per cui le strofe dell'inno (con grande reverenza all'inno ufficiale della nuova Repubblica) mi lusingano di meno di quelle postate da Kashiwara che sono più aderenti ad una condizione che sento di vivere e che vorrei fosse condivisa da un maggior numero di...Patrioti.
Io mi arruolo senza paga e senza vitto. Datemi almeno l'alloggio.
 Paese: Italy  ~  Invii: 417  ~  Membro da: 14/03/2008  ~  UltimaVisita: 17/12/2008 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

lupodimare
Advanced Member


Stato: Sconnesso

 Spedito - 19/06/2008 :  07:44:45  Mostra Profilo  Aggiungi lupodimare alla Lista Amici
dalla rete

Socialismo e Comunismo


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Questo è il documento integrale dell'intervento di Filippo Turati al Congresso di Livorno del '21 che sancì la scissione definitiva fra socialisti e comunisti. E' sicuramente documento di grande interesse storico e culturale, oltre che un discorso di spessore che oggi definiremmo "da statista"
--------------------------------------------------------------------------------

pubblicato il 31-10-2005 di Filippo Turati

Compagni,

ciò che ci distingue non è la generale ideologia socialista - la questione del fine e neppure quella dei grandi mezzi (lotta di classe, conquista del potere ecc.) - ma è la valutazione della maturità della situazione e lo apprezzamento del valore di alcuni mezzi episodici. Primo fra questi la violenza, che per noi non è, e non può essere, programma, che alcuni accettano pienamente e vogliono organizzare [commenti], altri accettano soltanto a metà (unitari comunisti o viceversa). Altro punto di distinzione è la dittatura del proletariato, che per noi, o è dittatura di minoranza, ed allora non è che dispotismo, il quale genererà inevitabilmente la vittoriosa controrivoluzione, o è dittatura di maggioranza, ed è un evidente non senso, una contraddizio-ne in termini poiché la maggioranza è la sovranità legittima, non può essere la dittatura. Terzo punto di dissenso è la coercizione del pensiero, la persecuzione, nell'interno del Partito, dell'eresia, che fu l'origine ed è la vita stessa del Partito, la grande sua forza salvatrice e rinnovatrice, la garanzia che esso possa lottare contro le forze materiali e morali che gli si parano di contro.

Ora tutti e tre questi concetti si risolvono poi sempre in un solo: nel culto della violenza, sia esterna sia interna, e hanno tutti e tre un presupposto, nel quale è il vero punto di divergenza tra noi: la illusione che la rivoluzione sia il fatto volontario di un giorno o di un mese, sia l'improvviso calare di un scenario o l'alzarsi di un sipario, sia il fatto di un domani e di un posdomani del calendario; e la rivoluzione sociale non è un fatto di un giorno o di un mese, è il fatto di oggi, di ieri e di domani, è il fatto di sempre, che esce dalle viscere stesse della società capitalista, del quale noi creiamo soltanto la consapevolezza, e così agevoliamo l'avvento; mentre nella rivoluzione ci siamo; e matura nei decenni, e trionferà tanto più presto, quanto meno lo sforzo della violenza, provocando prove premature e suscitando reazioni trionfatrici ne deriverà ed indugierà il cammino. Ond'è che per noi gli scorcioni sono sempre la via più lunga, e la via, che altri crede più lunga, è stata e sarà sempre la più breve. La evoluzione si confonde nella rivoluzione, è la rivoluzione stessa, senza sperperi di forze, senza delusioni e senza ritorni.

Ed ecco perché il concetto lumeggiato dal compagno Serrati alla line del suo discorso, secondo il quale, in omaggio alla disciplina (la quale, ragionevolmente intesa, noi accettiamo senza riserve e senza ipocrisie, con dedizione ed immolazione alle necessità del partito), noi dovremmo, oggi più di ieri, sottometterci ed appartarci, questo concetto deve essere inteso con molto grano di sale, al pari della formula stereotipa della libertà del pensiero e della critica combinata con la assoluta disciplina nell'azione [commenti]. Ma quando, in un Partito come il nostro, incomincia l'azione? quando finisce? Per chi crede al trapasso taumaturgico, l'azione è di un momento; e allora si comprende la sottomissione passiva dei dissenzienti, se la loro coscienza non permette loro l'attiva cooperazione. Ma se l'azione si spiega nei decenni, se la rivoluzione non è il fatto di un istante, ma il frutto di una lenta e faticosa conquista, allora, compagno Serrati, chi si sottomettesse sistematicamente e rinunziasse per un tempo indefinito alla parola ed al pensiero, evidentemente rinnegherebbe se stesso; e io non credo che voi abbiate nessun interesse ad avere dei rinnegati tra voi [approvazioni]. Sarebbe questo il maggiore tradimento che, per ipocrisia, per vanità o per utile personale, si possa fare al partito.

Questo culto della violenza, che è un po' negli incunaboli di tutti i partiti nuovi, che è strascico di vecchie mentalità che il Socialismo marxista ha disperse, della vecchia mentalità insurrezionista, blanquista, giacobina, che volta a volta sembra tramontata e poi risorge di nuovo, e a cui la guerra ha ridato un enorme rigoglio, non può essere di fronte alla complessità della lotta sociale moderna, che una reviviscenza morbosa ed effimera. Organicamente la violenza è propria del capitalismo, non può essere del socialismo. E propria delle minoranze che intendono imporsi e schiacciare le maggioranze, non già delle maggioranze che vogliono e possono, con le armi intellettuali e coi mezzi normali di lotta, imporsi per legittimo diritto. La violenza è il sostitutivo, è il preciso contrapposto della forza. È anche un segno di scarsa fede nella idea che si difende, di cieca paura delle idee avversarie. È, insomma, in ogni caso, un rinnegamento, anche se trionfi per un'ora, poiché apre inevitabilmente la strada alla reazione della insopprimibile libertà della coscienza umana, che ben presto, diventa controrivoluzione, che diventa vittoria e vendetta dei comuni nemici. Questo avvenne sempre nella storia. Lo stesso Cristianesimo, alle origini una grande idea-forza, che sommosse il mondo, si afflosciò, tradì se stesso, mancò completamente alla sua missione, quando volle appoggiarsi ai troni, ai soldati ed ai roghi [applausi]. Con la violenza che desta la reazione, metterete il mondo intero contro di voi. Questo è il nostro pensiero di oggi, di ieri, di sempre, ma sopra tutto in periodo di suffragio universale: quando voi tutto potrete se avete coscienza e, se no, nulla potrete ad ogni modo. Perché voi siete il numero e siete il lavoro, e sarete i dominatori necessari del mondo di domani a un solo patto: che non mettiate, con la violenza, tutto il mondo contro di voi. Ecco il tondo del solo nostro dissenso, che è di oggi come di ieri, nel quale sempre insorgemmo e ci differenziammo. E quando Terracini ci dice, credendo coglierci in contraddizione: lanci la prima pietra chi in qualche momento, nel Partito, non fece appello alle violenze più pazze, io posso francamente rispondergli: eccomi qua! quella pietra io posso lanciarla [applausi vivissimi].

Sì, a noi può dolere che questa mostruosa fioritura psicologica di guerra ci divida fra noi, ci allontani tutti quanti dalla mèta, ci faccia perdere anni preziosi, facendo involontariamente il massimo tradimento al proletariato, che noi priviamo di tutte le enormi conquiste che potrebbe oggi conseguire, sacrificandolo alle nostre divisioni ed alle nostre impazienze, suscitando tutte le forze della controrivoluzione. Si, noi lottiamo oggi troppo spesso contro noi stessi, lavoriamo per i nostri nemici, siamo noi a creare la reazione, il fascismo, ed il partito popolare. Intimidendo ed intimorendo, proclamando (con suprema ingenuità anche dal punto di vista cospiratorio) l'organizzazione dell'azione illegale, vuotando di ogni contenuto l'azione parlamentare che non è già l'azione di pochi uomini, ma dovrebbe essere, col suffragio universale, la più alta efflorescenza di tutta l'azione, prima di un partito, poi di una classe; noi avvaloriamo e scateniamo le forze avversane che le delusioni della guerra avevano abbattute, che noi avremmo potuto facilmente debellare per sempre. Né, cari amici, vi sarà sempre possibile ripa- rarvi sotto il vecchio ombrello-Turati [ilarità vivissima].

Ma conviene rassegnarsi al destino, subire questa sosta. Le vie della storia non sono facili. Noi possiamo cercare di abbreviarle con sincerità, sdegnosi di popolarità, facilmente accettate a prezzo di formule ambigue. E questo noi facciamo e faremo, e con voi e fra voi, o separati da voi, perché è il nostro preciso dovere. Noi saremo sempre col Proletariato che combatte la sua lotta di classe. Questo è l'imperativo categorico della nostra coscienza. Noi siamo, come voi, figli del "Manifesto" del '48. Soltanto che noi, pur sentendoci figli di quel "Manifesto", non lo seguiamo come un sistema che si elevi a dogma religioso, ma criticamente, integrato da oltre sessant'anni di esperienza, corretto e perfezionato, come fu, dai suoi stessi autori e dai loro interpreti più autorizzati. Io citai, a Bologna, la celebre prefazione a Le lotte di classe in Francia di Marx, scritta dopo un cinquantennio, nel 1895, dal suo collaboratore e continuatore più fedele, Federico Engels; nella quale è come il coronamento di tutta l'idea marxista. Dopo avere lamentato l'enorme salasso di sangue e di forze che l'esperimento della Comune parigina aveva costato, onde si ebbe in Francia per parecchi decenni l'anemia e l'arresto del movimento proletario; dopo aver dimostrato come la tattica rivoluzionaria abbia dovuto subire una profonda mutazione per effetto delle conquiste del suffragio universale, e chiarito come la violenza, che del resto anche nelle rivoluzioni del passato ebbe una parte assai più superficiale e apparente che profonda e reale, sia diventata oggi, per tante ragioni, anche tecniche, il suicidio del Proletariato, mentre la legalità è la sua forza e la sua vittoria sicura; "comprende ora il lettore - egli chiedeva - per quale motivo le classi dominanti ci vogliono ad ogni costo trascinare colà dove spara il fucile e fende la sciabola? Perché ci si accusa oggi di vigliaccheria, quando non scendiamo nelle strade, dove siamo in precedenza sicuri della sconfitta? E perché con tanta insistenza si invoca da noi che abbiamo una buona volta da prestarci alla parte di carne da cannone? Eh! no: non siamo cosi grulli!".

Evidentemente il povero Engels peccava un tantino di presunzione, e - almeno in quest'ultima frase - non prevedeva con esattezza l'avvenire! Ma già in molte delle monografie precedenti, in quelle magnifiche monografie che sono come il compimento e il saggio di applicazione delle teorie astratte, Marx, su questo tema della violenza, aveva corretto abbondantemente il suo pensiero del 1848. Baldesi vi ha citato un solo discorso del '74 ad Amsterdam. Io vi rammenterò le prefazioni alle varie successive edizioni e traduzioni del "Manifesto", nelle quali i due autori confessano apertamente di essersi ingannati nell'aver sopravalutato le forze rivoluzionarie proletarie (sono del resto le illusioni di tutti i giovani e di tutti i partiti giovani, e per Marx erano state concessioni inevitabili allo spirito blanquista dei tempi), e nelle quali si ride delle congiure e della azione illegale sistematizzata. Potrei ricordarvi ugualmente quel brano de "La guerra civile in Francia nel 1870-1871", in cui afferma che anche dalla Comune i lavoratori non potevano aspettarsi dei miracoli: "essi sapevano che, per realizzare la loro emancipazione e raggiungere così quelle forme superiori a cui tende la società moderna con tutte le sue forze economiche, essi avrebbero da sostenere delle lunghe lotte e attraversare una serie di fasi storiche, che trasformerebbero le circostanze e gli uomini. Essi non avevano da realizzare l'ideale: dovevano soltanto sviluppare gli elementi di un nuovo mondo che la vecchia società in dissoluzione racchiude nel suo seno". E rideva, verso la fine di quello scritto - già fin dal 1872 - dello spirito poliziesco dei borghesi, che si figura "l'associazione internazionale del lavoratori che agisce alla maniera di un'associazione segreta, con un Comitato centrale il quale ordina a quando a quando delle esplosioni nei diversi Paesi".

Acquistate nell'atrio del teatro l'opuscolo postumo di Engels, edito da Edoardo Bernstein, I fondamenti del comunismo, e vedrete, alle pagine 15 e 19, quel ch'egli scriveva circa la inutilità, anzi i danni dell'azione illegale, circa la gradualità inevitabile della trasformazione economica e l'impossibilità di abolire la proprietà privata prima che sia creata la necessaria quantità dei mezzi di produzione, e circa la necessità, per l'esercito proletario, di proseguire ancora per molti anni, "con lotta dura e tenace da una conquista all'altra". Potrei moltiplicare le citazioni dalle fonti, ma non è, purtroppo, con dieci o cento citazioni che muterò l'abito mentale dei dissenzienti pertinaci. Bastino le poche che ho fatto, per i compagni di buona fede, a dimostrare almeno da qual parte siano i veri eredi del vero marxismo e che cosa debba pensarsi - alla stregua di esso - del bergsonismo sociale, del socialismo generato dalla carestia, e di tutte le altre decrepite novità che ci vengono oggi ammannite dall'estremismo che si dice comunista. Fu unicamente il culto di alcune frasi isolate da comizio (la violenza levatrice della nuova storia" e somiglianti), avulse dal complesso dei testi, e ripetute per accidia intellettuale che, in unione alle naturali ribellioni del sentimento, velò a troppi di noi il fondo e la realtà della dottrina marxista.

Quel culto delle frasi, in odio al quale Marx amava ripetere che egli, per esempio, "non era marxista", e anche a me - di cento cubiti più piccolo - a udire le scemenze di certi pappagalli, accadde di affermare che io non sono turatiano [Ilarità]. Perché nessuna formula - neanche quella di Mosca - sostituirà mai il possesso di un cervello, che, in contatto coi fatti e con le esperienze, ha il dovere di funzionare. E vengo alla nota pratica della mia dichiarazione, nella quale mi sarà concesso di essere anche più breve. Sul terreno pratico, quarant'anni o poco meno di propaganda e di milizia mi autorizzano ad esprimervi sommariamente un'altra convinzione. Potrei chiamarla (se la parola non fosse un po' ridicola) una profezia, facile profezia e per me di assoluta certezza. Vi esorto a prenderne nota. Fra qualche anno - io non sarò forse più a questo mondo - voi constaterete se la profezia si sia avverata. Se avrò fallito, sarete voi i trionfatori.

Questo culto della violenza, violenza esterna od interna, violenza fisica o violenza morale - perché vi è una violenza morale, che pretende sforzare le mentalità, far camminare il mondo sulla testa (Marx, come sapete, correggendo Engels lo rimise sui suoi propri piedi), e che è ugualmente antipedagogica e contraria allo scopo - non è nuovo, già lo dissi, nella storia del socialismo italiano, come di altri Paesi. E il comunismo critico di Marx e di Engels ne fu appunto la più gagliarda negazione. Ma, per fermarci all'arretrata Italia, che, come stadio di evoluzione economica, sta, a un dipresso, di mezzo fra la Russia e la Germania, la storia dei nostri Congressi, che riassume in qualche modo le fasi del Partito, stona (sorridete pure del mio consiglio) che fareste bene a leggere negli articoli pubblicati dalla Nuova Antologia del primo e del 16 dicembre da un nostro avversario - onesto e di non comune dottrina e di assoluta obiettività - intendo l'onorevole Meda, Ministro del Tesoro; quella storia dimostra a chiare note come cotesta lotta fra il culto della violenza che pretende di imporsi col miracolo ed il vero socialismo che lo combatte, è stata sempre, nelle più diverse forme, a seconda dei momenti e delle circostanze, il dramma intimo e costante del partito socialista. Ma il socialismo, in definitiva, fu sempre il trionfatore contro tutte le sue deviazioni e caricature. Non è da oggi che noi siamo i social-traditori. Lo fummo sempre: all'epoca degli inizi, all'epoca degli scioperi generali politici, degli scioperi economici a ripetizione, eccetera, eccetera. (Voce - Bravo! Viva la sincerità!)

Turati - Sissignori! il "Partito operaio", nel decennio 1880-1890, era già una reazione al corporativismo operaio. E noi, che volevamo farne un partito politico, eravamo guardati con sospetto. Nel 1891-92 il Partito operaio si allargava in Partito dei lavoratori (che s'inspirava a un concetto già più ampio, in quanto abbracciava i lavoratori del cervello) e più tardi, a Reggio Emilia (1893), in "Partito socialista del lavoratori italiani", per divenire finalmente a Parma, nel 1895, sotto i colpi della reazione più dura, il "Partito socialista italiano". Queste trasformazioni del nome esprimono appunto il concetto della conquista del potere, che noi introducevamo man mano nel programma che il partito aveva tracciato, ai suoi inizi, programma di azione diretta, una specie di presoviettismo dell'epoca. Nel 1892 (Genova) esso culminò nella violenta separazione degli anarchici. Ma non per ragioni ideologi- che di pura filosofia. Forseché dagli anarchici ci divideva la diversa concezione di quello che dovrà essere la società futura? Ma neppure per sogno! Per un avvenire lontano noi tutti possiamo anche professarci anarchici, perché l'ideale anarchico rappresenta - tecnicamente - un superlativo di perfezione. Quel che ci divideva era l'impazienza, la violenza, la improvvisazione, il semplicismo dell'azione. Molti anarchici, fatti riflessivi dall'esperienza e dagli anni, ritorneranno poi nelle nostre file. Sono note le vicende dal 1894 al 1898. Nel 1904 imperversò il sindacalismo, coi primi grandi scioperi generali, col labriolismo, con lo sciopero agrario di Parma: era il soviettismo italiano di quel tempo, e fu debellato al Congresso di Firenze nel 1908.

Oscillazioni, ritorni, transazioni, ce ne furono a josa. Venne poi il ferrismo, ossia il rivoluzionarismo verbale, ossia proprio quello, mutatis mutandis, che è oggi il graziadeismo [Ilarità]; e venne la transazione integralista dell'ottimo Morgari, che durò appena un paio di anni sui palcoscenici dei nostri comizi [vivissime interruzioni]. Turati - Non pretenderete mica, spero, che io dica le opinioni vostre. Vi esprimo francamente le mie. Venne dunque l'integralismo, che, a dir vero, in quel momento salvò il partito (onde noi lo accettammo come un meno peggio al Congresso di Firenze) e che fu l'anticipazione dell'odierno Serratismo, del comunismo unitario, del socialismo comunista, di quel socialismo che sta un po' di qua e un po' di là, sia pure per amore dell'unità, ma che reca nel proprio seno la contraddizione insanabile [applausi dei comunisti puri]. Sono perfino gli stessi tipi antropologici e somatologici che riescono e si presentano. La guerra ha ridato una giovinezza perfino all'anarchismo, che ha oggi in Italia un proprio giornale quotidiano. Ebbene, nella storia del nostro partito l'anarchismo fu rintuzzato, il labriolismo finì al potere, il ferrismo, anticipazione, come ho detto, del graziadeismo [nuova ilarità], fece le capriole che sapete, l'integralismo stesso sparì e rimase il nucleo vitale: il marcio riformismo, secondo alcuni, il socialismo, secondo noi, il solo vero, immortale, invincibile socialismo, che tesse la sua tela ogni giorno, che non fa sperare miracoli, che crea coscienze, sindacati, cooperative, conquista leggi sociali utili al proletariato, sviluppa la cultura popolare (senza la quale saremo sempre a questi ferri e la demagogia sarà sempre in auge), si impossessa dei Comuni, del Parlamento, e che, esso solo, lentamente, ma sicuramente, crea con la maturità della classe, la maturità degli animi e delle cose, prepara lo Stato di domani e gli uomini capaci di manovrarne il timone.

Sempre social-traditori ad un modo, e sempre vincitori alla fine. La guerra doveva rincrudire il fenomeno. La lotta sarà più dura, più tenace e più lunga, ma la vittoria è sicura anche questa volta. Fra qualche anno il mito russo, che avete il torto di confondere con la rivoluzione russa, alla quale io applaudo con tutto il cuore. (Voce - Viva la Russia!). Turati (continuando)... il mito russo sarà evaporato ed il bolscevismo attuale o sarà caduto o si sarà trasformato. Sotto le lezioni dell'esperienza (e speriamo che all'Italia siano risparmiate le sanguinose giornate d'Ungheria: verso cui la si spinse inconsapevolmente) le vostre affermazioni d'oggi saranno da voi stessi abbandonate, i Consigli degli operai e dei contadini ( e perché no dei soldati?) avranno ceduto il passo a quel grande Parlamento proletario, nel quale si riassumono tutte le forze politiche ed economiche del proletariato italiano, al quale si alleerà il proletariato di tutto il mondo. Voi arriverete così al potere per gradi… Avrete allora inteso appieno il fenomeno russo, che è uno dei più grandi fatti della storia, ma di cui voi farneticate la riproduzione meccanica e mimetistica, che è storicamente e psicologicamente impossibile, e, se possibile fosse, ci ricondurrebbe al Medio evo. Avrete capito allora, intelligenti come siete [ilarità], che la forza del bolscevismo russo è nel peculiare nazionalismo che vi sta sotto, nazionalismo che del resto avrà una grande influenza nella storia del mondo, come opposizione ai congiurati imperialismi dell'Intesa e dell'America, ma che è pur sempre una forma di imperialismo. Questo bolscevismo, oggi - messo al muro di trasformarsi o perire - si aggrappa a noi furiosamente, a costo di dividerci, di annullarci, di sbriciolarci; s'ingegna di creare una nuova Internazionale pur che sia, fuori dell'Internazionale e contro una parte di essa, per salvarsi o per prolungare almeno la propria travagliata esistenza; ed è naturale, e non comprendo come Serrati se ne meravigli e se ne sdegni, che essa domandi a noi, per necessità della propria vita, anzi della vita del proprio governo, a noi che ci siamo fatti cosi supini, e che preferiamo esserne strumenti anziché critici, per quanto fraterni, ciò che non oserà mai domandare né al socialismo francese né a quello di alcun altro paese civile. Ma noi non possiamo seguirlo ciecamente, perché diventeremmo per l'appunto lo strumento di un imperialismo eminentemente orientale, in opposizione al ricostituirsi della Internazionale più civile e più evoluta, l'Internazionale di tutti i popoli, l'Internazionale definitiva.

Tutte queste cose voi capirete fra breve e allora il programma, che state (come confessaste) faticosamente elaborando e che tuttavia ci vorreste imporre, vi si modificherà fra le mani e non sarà più che il vecchio programma. Il nucleo solido, che rimane di tutte queste cose caduche, è l'azione: l'azione, la quale non è l'illusione, il precipizio, il miracolo, la rivoluzione in un dato giorno, ma è l'abilitazione progressiva, libera, per conquiste successive, obbiettive e subiettive, della maturità proletaria alla gestione sociale. Sindacati, Cooperative, poteri comunali, azione parlamentare, cultura ecc., ecc., tutto ciò è il socialismo che diviene. E, o compagni, non diviene per altre vie. Ancora una volta vi ripeto: ogni scorcione allunga il cammino; la via lunga è anche la più breve... perché è la sola. E l'azione è la grande educatrice e pacificatrice. Essa porta all'unità di fatto, la quale non si crea con le formule e neppure con gli ordini del giorno, per quanto abilmente congegnati, con sapienti dosature farmaceutiche di fraterno opportunismo. Azione prima e dopo la rivoluzione - perché dentro la rivoluzione - perché rivoluzione essa stessa. Azione pacificatrice, unificatrice. Non è a caso che proprio dove più l'azione manca, perché non vi può essere ancora - ad esempio, nel Mezzogiorno - ivi l'estremismo, il miracolismo hanno maggior voga. Non è un caso che, dove la organizzazione è più torte, essi si attenuano e la Confederazione del lavoro è e rimarrà sempre, per sua organica necessità, checché voi tentiate il contrario, col vecchio e vero socialismo. Ond'è, che quand'anche voi avrete impiantato il partito comunista e organizzati i Soviet in Italia, se uscirete salvi dalla reazione che avrete provocata e se vorrete fare qualche cosa che sia veramen-te rivoluzionario, qualcosa che rimanga come elemento di società nuova, voi sarete forzati, a vostro dispetto - ma lo farete con convinzione, perché siete onesti - a ripercorrere completamente la nostra via, la via dei social-traditori di una volta; e dovrete farlo perché è la via del socialismo, che è il solo immortale, il solo nucleo vitale che rimane dopo queste nostre diatribe.

E dovendo fare questa azione graduale, perché tutto il resto è clamore, è sangue, orrore, reazione, delusione; dovendo percorrere questa strada, voi dovrete fino da oggi fare opera di ricostruzione sociale. Io sono qui alla sbarra, dovrei avere le guardie rosse accanto... [Si ride], perché, in un discorso pronunziato il 26 giugno alla Camera: Rifare l'Italia!, cercai di sbozzare il programma di ricostruzione sociale del nostro paese. Ebbene, leggetelo quel discorso, che probabilmente non avete letto, ma avete fatto male [Ilarità]. Quando lo avrete letto, vedrete che questo capo di imputazione, questo corpo di reato, sarà fra breve il vostro, il comune programma. [Approvazioni]. Voi temete oggi di ricostruire per la borghesia, preferite di lasciar crollare la casa comune, e fate vostro il "tanto peggio, tanto meglio!" degli anarchici, senza pensare che il "tanto peggio" non dà incremento che alla guardia regia ed al fascismo. [Applausi]. Voi non intendete ancora che questa ricostruzione, fatta dal proletariato con criteri proletari, per se stesso e per tutti, sarà il miglior passo, il miglior slancio, il più saldo fondamento per la rivoluzione completa di un giorno. Ed allora, in quella noi trionferemo insieme. Io forse non vedrò quel giorno: troppa gente nuova è venuta che renderà aspra la via, ma non importa. Maggioranza o minoranza non contano. Fortuna di Congressi, fortuna di uomini, tutto ciò è ridicolo di fronte alle necessità della storia. Ciò che conta è la forza operante, quella forza per la quale io vissi e nella cui fede onestamente morrò uguale sempre a me stesso. Io combatterei per essa. Io combatterei per il suo trionfo: e se trionferà anche con voi, è perché questa forza operante non è altro che il socialismo.

Evviva il Socialismo!




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Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà.
epitteto
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Serenella
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 Spedito - 19/06/2008 :  08:09:41  Mostra Profilo  Aggiungi Serenella alla Lista Amici
Ma la musica di questa canzone qual'è?? :-)
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brenno
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 Spedito - 19/06/2008 :  08:21:34  Mostra Profilo  Aggiungi brenno alla Lista Amici
.............c***o! lupo, manca la musica al tuo intervento, penso che una bella marcia funebre vada bene.......
Sono sincero, non ce l'ho fatta a leggerlo ........ mi è venuto in mente solo questo:


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callipolis
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 Spedito - 21/06/2008 :  08:55:15  Mostra Profilo  Aggiungi callipolis alla Lista Amici
Citazione:
.............c***o! lupo, manca la musica al tuo intervento


Credo che questa possa andare:

http://it.youtube.com/watch?v=rA7YiAfGDGU

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.....in medio stat virtus.....
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callipolis
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 Spedito - 29/06/2008 :  16:29:13  Mostra Profilo  Aggiungi callipolis alla Lista Amici
Vasco Rossi

Senza parole (http://it.youtube.com/watch?v=84AgZvaqqdY&feature=related)

Ho guardato dentro una bugia
e ho capito che è una malattia
dalla quale non si può guarire mai
e ho cercato di convincermi
... che tu non ce l'hai.

E ho guardato dentro casa tua
e ho capito che era una follia
avere pensato che fossi soltanto mia
e ho cercato di dimenticare
di non guardare.

E ho guardato la televisione
e mi è venuta come l'impressione
che mi stessero rubando il tempo e che tu...
... che tu mi rubi l'amore
ma poi ho camminato tanto e fuori
c'era un gran rumore...
che non ho più pensato a tutte queste cose.

E ho guardato dentro un'emozione
e ci ho visto dentro tanto amore
che ho capito perché non si comanda al cuore.

E va bene così...
senza parole... senza parole...
E va bene così, senza parole
E va bene così, senza parole...
E va bene così...

E guardando la televisione
mi è venuta come l'impressione
che mi stessero rubando il tempo e che tu...
che tu mi rubi l'amore
poi ho camminato tanto e fuori
c'era un grande sole
che non ho più pensato a tutte queste cose...

E va bene così...
senza parole... senza parole...
E va bene così, senza parole
E va bene così, senza parole

_____________________
.....in medio stat virtus.....
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kashiwara
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 Spedito - 11/07/2008 :  07:04:48  Mostra Profilo  Aggiungi kashiwara alla Lista Amici
Un raggio di sole
Jovanotti

http://it.youtube.com/watch?v=o3uflpLUs9w




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gazzella 54
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 Spedito - 17/07/2008 :  14:53:52  Mostra Profilo  Aggiungi gazzella 54 alla Lista Amici


JE? SO?http://www.youtube.com/watch?v=LfFRoaCccjU&feature=related

JE' SO' PAZZ!!!! PINO DANIELE
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brenno
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 Spedito - 17/07/2008 :  16:00:16  Mostra Profilo  Aggiungi brenno alla Lista Amici
una vita da mediano
a recuperar palloni
nato senza i piedi buoni
lavorare sui polmoni
una vita da mediano
con dei compiti precisi
a coprire certe zone
a giocare generosi

sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n'hai stai lì
una vita da mediano
da chi segna sempre poco
che il pallone devi darlo
a chi finalizza il gioco
una vita da mediano
che natura non ti ha dato
nè lo spunto della punta
nè del 10 che peccato

sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n'hai stai lì
stai lì
sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n'hai
finche ce n'hai
stai lì
una vita da mediano
da uno che si brucia presto
perché quando hai dato troppo
devi andare e fare posto
una vita da mediano
lavorando come Oriali
anni di fatica e botte e
vinci casomai i mondiali

sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n'hai stai lì
stai lì
sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n'hai
finchè ce n'hai
stai lì


http://www.youtube.com/watch?v=p_3KRa1I_DE

Il grande Liga!

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Posso resistere a tutto ma non alle tentazioni

 Illustre conforumiano
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paolo73
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 Spedito - 17/07/2008 :  17:29:03  Mostra Profilo  Aggiungi paolo73 alla Lista Amici

La Ballata dell'Uomo Ragno



Mamma c'ha il cuore debole ma la voce è di tuono,

Mamma c'ha il cuore debole ma la voce di tuono.

Ci guarda con il megafono dall'ultimo piano, promette un castigo, minaccia un perdono.

E noi siamo tutti in fila davanti al bagno, e noi siamo tutti in fila davanti a un segno, e noi siamo tutti al fiume a trasformare l'oro in stagno.

Ma prima di aver finito faremo un buco nell'infinito e accetteremo l'invito a cena dell'Uomo Ragno.

Camminano sopra l'acqua, passano attraverso il muro.

Camminano sopra l'acqua, passano attraverso il muro.

Nascondono il passato, parlando del futuro, e se trovano la cruna dell'ago se la mangiano di sicuro

E noi siamo tutti in fila davanti al bagno,e noi siamo tutti in fila davanti a un segno, e noi siamo tutti al fiume a trasformare il fuoco in legno.

Ma prima della mattanza faremo esplodere questa stanza e porteremo quello che avanza dall'Uomo Ragno.

È solo il capobanda ma sembra un faraone, è solo il capobanda ma sembra un faraone, ha gli occhi dello schiavo e lo sguardo del padrone, si atteggia a Mitterand ma è peggio di Nerone.

E noi siamo tutti in fila davanti al bagno, e noi siamo tutti in fila davanti a un segno,e noi siamo tutti al fiume a fare il controcanto al cigno.

Ma prima del Carnevale, faremo un buco nello Stivale, ci squaglieremo nel gran finale con l'Uomo Ragno.


F. De Gregori (Canzoni d'Amore, 1992)


questa la dedico a Kashi e Brenno...e scegliete voi a quale politico locale si potrebbe collegare (oddio in questi anni io ne ho associati tanti)

giacchè visto che per imperizia non so riportare l'immagine andate a vedere chi ha ispirato De Gregori:
http://tottoi.blogspot.com/2007/11/la-ballata-delluomo-ragno.html

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kashiwara
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 Spedito - 18/07/2008 :  07:08:47  Mostra Profilo  Aggiungi kashiwara alla Lista Amici
URLANDO CONTRO IL CIELO



Come vedi sono qua:
monta su, non ci avranno
finchè questo cuore non creperà
di ruggine, di botte o di età.

C'è una notte tiepida
e un vecchio blues
da fare insieme,
in qualche posto accosterò
e quella là sarà la nostra casa, ma
credo che meriti di più
e intanto io son qua
e ti offro di ballarci su:
è una canzone di cent'anni almeno.
Urlando contro il cielo.

Non saremo delle star
ma siam noi, in questi giorni
fatti di ore andate per
un week-end e un futuro che non c'è.
Non si può sempre perdere
per cui giochiamoci
certe luci non puoi spegnerle.
Se il purgatorio è nostro perlomeno.

Urlando contro il cielo.


Fantasmi sulla A14.
Dai finestrini passa odor di mare, diesel,
merda, morte e vita.
Il patto è stringerci di più
prima di perderci.
Forse ci sentono lassù.
è un pò come sputare via il veleno.

Urlando contro il cielo

 Illustre conforumiano
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marianna
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 Spedito - 18/07/2008 :  11:06:47  Mostra Profilo  Aggiungi marianna alla Lista Amici
LES PASSANTES - GEORGES BRASSENS

Je veux dédier ce poème
A toutes les femmes qu'on aime
Pendant quelques instants secrets
A celles qu'on connait à peine
Qu'un destin différent entraîne
Et qu'on ne retrouve jamais

A celle qu'on voit apparaître
Une seconde à sa fenêtre
Et qui, preste, s'évanouit
Mais dont la svelte silhouette
Est si gracieuse et fluette
Qu'on en demeure épanoui

A la compagne de voyage
Dont les yeux, charmant paysage
Font paraître court le chemin
Qu'on est seul, peut-être, à comprendre
Et qu'on laisse pourtant descendre
Sans avoir effleuré sa main

A la fine et souple valseuse
Qui vous sembla triste et nerveuse
Par une nuit de carnaval
Qui voulu rester inconnue
Et qui n'est jamais revenue
Tournoyer dans un autre bal

A celles qui sont déjà prises
Et qui, vivant des heures grises
Près d'un être trop différent
Vous ont, inutile folie,
Laissé voir la mélancolie
D'un avenir désespérant

Chères images aperçues
Espérances d'un jour déçues
Vous serez dans l'oubli demain
Pour peu que le bonheur survienne
Il est rare qu'on se souvienne
Des épisodes du chemin

Mais si l'on a manqué sa vie
On songe avec un peu d'envie
A tous ces bonheurs entrevus
Aux baisers qu'on n'osa pas prendre
Aux cœurs qui doivent vous attendre
Aux yeux qu'on n'a jamais revus

Alors, aux soirs de lassitude
Tout en peuplant sa solitude
Des fantômes du souvenir
On pleure les lêvres absentes
De toutes ces belles passantes
Que l'on n'a pas su retenir

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lupodimare
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 Spedito - 21/07/2008 :  10:28:40  Mostra Profilo  Aggiungi lupodimare alla Lista Amici


canta che ti passa
http://poliverso.myblog.it/files/tonghi.mp3

_____________________
Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà.
epitteto

Modificato da - lupodimare on 21/07/2008 10:30:49
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dinomagno
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 Spedito - 21/07/2008 :  10:37:43  Mostra Profilo  Aggiungi dinomagno alla Lista Amici
A proposito della discussione Bufale e bufale
http://it.youtube.com/watch?v=Ai3Z3G2bqZg
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spartaco
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 Spedito - 21/07/2008 :  20:09:14  Mostra Profilo  Aggiungi spartaco alla Lista Amici
Non ci resta che piangere… a Gallipoli.
La bizzarra pensata di imporre il ticket ai turisti mi ha fatto ricordare l’esilarante scena di Troisi e Benigni nel film “Non ci resta che piangere”, che dovrebbe essere visibile qui


e di cui riporto i dialoghi.

- Il doganiere: “EH!!!! Chi siete??...”
- Troisi: “Siamo due chee.......”
- Il doganiere: “COSA FATE??...COSA PORTATE??”
- Troisi: “niente..robbaa...”
- Il doganiere: “SI, MA QUANTI SIETE??”
- Troisi: “2!..siamo io e lui..dietro non c'è...”
- Il doganiere: “UN FIORINO!!”
- Troisi: “Si paga?!?”
- Il doganiere: “UN FIORINO!”
(Cade il sacco)
- Benigni: “Scusi il sacco...”
- Il doganieree: “EH! CHI SIETE?”
- Troisi: “Quello che è passato adessoo...c..col carro...c'è caduto il sacc qua...”
- Il doganiere: “COSA PORTATE??”
- Troisi: “Niente!..quelli di primaa..ma siamo passati proprio adess!!!passavamo da qua ed è caduto il sacco...”
- Il doganiere: “SI MA QUANTI SIETE?”
- Troisi: “Uno n'derra!!..eravamo due quando eravamo passati...sn venuto a prendere il sacco!...”
- Il doganiere: “UN FIORINO!”
- Troisi: “....grazie....”
- Il doganiere: “EH! CHI SIETE?”
- Troisi: “Quelli di prima che sn venuto a prendere il sacco...”
- Il doganiere: “COSA PORTATE?”
- Troisi: “Poortoo uliv, caciott, pane..un pò di tu...”
- Il doganiere: “SI, MA QUANTI SIETE?”
- Troisi: “UNOO!!”
- Il doganiere: “UN FIORINO!”
- Troisi: “Cà uno entra.. esce..e s paga se..sempre un fiorino..vabè..tanto due..tre...”
- Benigni: “La cacciotta..prendi la caciotta....”
- Il doganiere: “EH! CHI SIETE???.....”
- Troisi: “ maaa vaafffanncuullooo”
- Troisi e Benigni: “....EH!!”

Modificato da - kashiwara on 21/07/2008 20:25:05
 Paese: Italy  ~  Invii: 305  ~  Membro da: 28/02/2008  ~  UltimaVisita: 02/12/2009 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina

busehexe
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 Spedito - 26/07/2008 :  18:29:25  Mostra Profilo  Aggiungi busehexe alla Lista Amici
questa me l'ha mandata un amico vero, per tirarmi su in una giornata davvero molto triste
brutto periodo questo!!!
mi sono commossa, ma poi sono stata meglio

http://it.youtube.com/watch?v=Mu5QPVD427o



___________________________________________________
Amerai sempre il mare, uomo libero. E' il tuo specchio.
 Paese: Italy  ~  Invii: 205  ~  Membro da: 20/02/2008  ~  UltimaVisita: 11/06/2009 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina
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