Salento Virtuale
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 Gallipoli Virtuale
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 "Com'è che siamo finiti in questo marasma qui" - 1
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kashiwara
Advanced Member



Stato: Sconnesso
Membro Valutato:


 Spedito - 06/03/2008 :  17:25:32  Mostra Profilo  Aggiungi kashiwara alla Lista Amici
Riprendendo una battuta di un vecchio monologo di Roberto Benigni, con questo 3d provo a fare un riassunto per cercare di capire "com'è che siamo finiti in questo marasma qui ....."
Saranno alcuni threads, giusto per spezzare e commentare insieme ...... andiamo a cominciare e ...... buona lettura:

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Sabato 28 aprile dello scorso anno, si riunisce il Consiglio Comunale per approvare il BIlancio di Previsione 2007. Qualcosa và storto ed il documento non passa (sei voti favorevoli, otto contrari e cinque astenuti della maggioranza: Coppola, Errico, Abate, Solidoro e Padovano).

Mentre il primo cittadino lancia accuse alla sua stessa maggioranza, alcuni suoi dissidenti (con a capo Coppola) gli mandano un messaggio chiaro: “C’è un metodo politico molto più percorribile per il sindaco Barba per far rientrare la crisi e ricucire lo strappo con i partiti della Casa delle libertà che lo hanno portato al successo elettorale nel maggio dello scorso anno, aprire subito un tavolo di confronto con i segretari provinciali e regionali della Cdl, e procedere al rimpasto con una giunta politica e soprattutto composta da gallipolini. Dopo di che via libera l’approvazione del bilancio”.

L'opposizione per bocca di Fasano dichiara che, a termini di legge, il Consiglio Comunale è da sciogliere a causa della mancata approvazione del bilancio.

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Prima della scadenza dei 20 giorni dalla prima riunione, Barba arriva in aula consiliare e, di fatto, rimpasta la maggioranza sostituendo quattro dei vecchi assessori (Alessandra Pizzi - Cultura e marketing territoriale; Bartolo Ravenna - Personale e affari legali; Franco Giannì - Lavori Pubblici e Urbanistica; Paola Pellegrino - Sport e Pubblica istruzione. Vengono sostiuiti con i nuovi Alberto Cataldi, Gigi Errico, Fabrizio Ferilli, Fabrizio Martelli.

Si può tornare dunque a votare. E così il Bilancio 2007 passa con 12 voti favorevoli e 7 contrari.
Stizzito per la piega presa, Flavio Fasano abbandona il Consiglio Comunale e rassegna le dimissioni, tornando ad esternare “Mi dimetto perché lei caro sindaco non è degno di amministrare questa città e questo Consiglio non è espressione dei suoi cittadini che lo hanno votato ed eletto. Lei sindaco è anche un gran maleducato”.

A queste parole Barba replica:
“Flavio Fasano ci mancherà! Ci mancherà la sua oratoria in Consiglio! Ci mancherà la sua simpatia umana! Ci mancherà la sua proverbiale capacità di dare il peso relativo alle cose a seconda del momento e della situazione, invertendole e personalmente, malgrado qualche genuino e fisiologico battibecco, mancherà la sua capacità di difendere le proprie idee anche quando esse appaiano essere minoritarie e difficili da sostenere. E’ questo il mio saluto al consigliere Fasano che vuole essere un arrivederci alla prossima consiliatura quando avremo tempo e modo di confrontarci sui cinque anni di amministrazione del sottoscritto e sulle sue opere volte a rilanciare questa città rendendola una vera Perla dello Jonio ed un faro del Mediterraneo”.

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Passa qualche giorno, e Barba tuona “Teniamo le Istituzioni al riparo dalle beghe di partito”, rivolgendosi al Presidente della Provincia Giovanni Pellegrino, che aveva espresso solidarietà a Flavio Fasano.

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Ma per Barba il peggio deve ancora venire; impegnato a rimpastare anche i titolari delle deleghe, si comincia a vociferare circa un rientro dei "trombati" "silurati" della vecchia Giunta: Giannì Dirigente all'Ufficio Tecnico Comunale, Pizzi Capo di Gabinetto e la riconferma a Vice-Sindaco di Colazzo. Apriti cielo!

Seppur trattandosi di voci di corridoio, i vecchi dissidenti cominciano ad agitarsi di nuovo.

Dagli scranni dell'opposizione il nuovo Capogruppo dei Democratici di Sinistra in Consiglio Comunale, Antonella Greco, dichiara:
“Durante la sceneggiata del Consiglio Comunale del 21 maggio scorso quando il sindaco Barba, pur di non vedersi bocciare il Bilancio di Previsione per la seconda volta, sostituì la giunta tecnica di forestieri con una giunta a parole politica ma, di fatto, frutto di contrattazione con i consiglieri dissidenti della maggioranza, fu rilevato da Flavio Fasano che, l’insolito fatto di non aver distribuito le deleghe agli assessori designati nascondeva sicuramente l’arma nelle mani dello stesso sindaco per riprendersi la rivincita nei confronti di quei consiglieri che lo avevano costretto a piegarsi e a mandare via quei forestieri di cui tanto egli si fidava. Noi consiglieri Ds che non abbiamo mai creduto che di colpo fosse scoppiata la pace e la “condivisione” ci aspettavamo da un momento all’altro qualche colpo di scena ma, quello che è accaduto sinceramente non era nemmeno ipotizzabile: siamo increduli e stupiti dinanzi alla proposta che il sindaco vuole imporre alla sua maggioranza.
Walter Colazzo, da assessore e vicesindaco diventa per volontà suprema del sindaco Direttore Generale; Alessandra Pizzi, pomo principale della discordia, il nuovo capo di gabinetto del sindaco e che, nei ritagli di tempo, potrà dedicarsi a quei settori come Cultura, turismo e spettacolo che il sindaco, guarda caso, è intenzionato a tenere per sé nella distribuzione delle deleghe. Franco Giannì, altro assessore forestiero immolato sull’altare dell’accordo, tornerà come dirigente dell’Ufficio tecnico.
Ci incuriosisce la sorte riservata a Bartolo Ravenna che, sicuramente non sarà dimenticato. Chi, come assessore, era uscito dalla porta non è rientrato dalla finestra ma da un portone. Perché gli ex assessori avranno, di fatto, un potere maggiore e renderanno ridicoli i nuovi assessori che non avranno nessuna autonomia. I consiglieri pensavano di aver in pugno il sindaco con una Giunta di loro diretta espressione ed il sindaco Barba si vendica facendo tornare i suoi che di fatto mettono sotto tutela gli assessori “subìti”.
Tutto questo gioco di ripicche e capricci personali avviene a totali carico dei cittadini perché il rientro degli amici del sindaco costerà alle casse comunali una modica cifra che non sarà lontana dai 150mila euro. Fuori da Palazzo Balsamo, che è ormai un triste teatrino, dove la politica non fa più nemmeno la comparsa, c’è una città completamente abbandonata a se stessa dove le sacche di povertà aumentano spaventosamente e non c’è nessuno segnale di possibile progresso e sviluppo. Il sindaco che da quando è stato eletto minaccia di dare le dimissioni, non rinuncerà mai a quella poltrona cui sta dimostrando di essere morbosamente legato, l’unica speranza è che nelle fila della maggioranza qualche mente critica trovi davvero il coraggio di dire basta a queste continue pagliacciate ponendo fine ad un governo cittadino incapace ed inadeguato che più sta e più danni reca alla nostra città. Ma ovviamente, dopo quanto recentemente accaduto, questo resta solo un sogno”.


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Qualche giorno dopo, siamo al 5 giugno, ed il Segretario Provinciale dell'UDEUR, Gino Pepe, viene in soccorso del preside dell'Istituto Nautico, Salvatore Andrisani, circa un contenzioso tra la Sobarit e l'Istituto stesso:
“La conduzione privatistica del sindaco Barba turba le coscienze in genere ma in particolare quelle di coloro, impegnati in politica, che hanno una visione limpida e cristallina della cosa pubblica. Ciò che colpisce maggiormente è la sfrontatezza delle azioni e delle proposte in atto in spregio a tutte le opinioni altrui e la megalomania che accompagna le sue esternazioni pubbliche. Egli si è definito Re Mida perché trasformerebbe in oro tutto ciò che tocca, ma evidentemente la cosa è vera forse solo per i suoi interessi privati. Nell’Amministrazione pubblica il suo tocco è al vetriolo e sta diventando disastroso per Gallipoli”. E poi giù la lunga elencazione delle “colpe” attribuibili al primo cittadino.
Il sindaco ha già provocato la perdita della pubblicità positiva relativa al premio Barocco, perdita gravissima, per la cittadina jonica, che sul mercato potrebbe valere qualche milione di euro l’anno e solo per questo fatto avrebbe meritato la sfiducia di tutto il Consiglio Comunale, poi ha disastrato, con le brillanti idee del suo assessore, il Carnevale di Gallipoli ed infine recentemente perde milioni di euro per mancata presentazione di progetti per il risanamento delle periferie urbane e l’elenco potrebbe continuare mentre di contro non c’è alcuna progettualità concreta in atto”.
Infine il riferimento inevitabile al reintegro “tecnico” degli assessori defenestrati in Comune: “Le proposte attuali, e cioè l’assunzione per la modica spesa per il Comune di ben 250 mila euro, nello staff dirigenziale dell’Ente, degli ex assessori esautorati per volontà quasi unanime del Consiglio Comunale, sono la prova concreta della malafede con la quale il senatore Barba ha estorto il consenso dei cinque consiglieri dissidenti della maggioranza per risolvere la crisi di quel Comune: ha fatto credere di aderire alla loro proposta di allontanare la giunta in carica per ottenere l’approvazione di un bilancio giudicato pessimo, e non emendato, per poi far rientrare nel circuito della gestione del potere i suoi amici più fidati marginalizzando e prendendo in giro nelle intenzioni e nei fatti il ruolo del Consiglio Comunale e dei partiti politici”.


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E veniamo al 6 giugno, un vero Caporetto per il Sen. Barba: la notizia rimbalza tra Gallipoli e Roma la dove Barba si trova a Palazzo Madama. Tredici consiglieri comunali, 8 di minoranza e i 5 dissidenti di maggioranza, hanno presentato le dimissioni e quindi il governo della Città non c'è più.
I dissidenti, in particolare, dichiarano:
“La decisione di disertare la riunione della maggioranza nasce dalla volontà di dare un segnale di chiarezza in una situazione che di chiaro, a livello politico e nella gestione dei rapporti all'interno della nostra maggioranza, ha davvero ben poco. Probabilmente la nostra posizione, più volte chiarita anche agli occhi dell'opinione pubblica, è stata distorta e fraintesa, forse perché si è pensato con troppa superficialità che l’unica aspettativa fosse quella di ottenere una rappresentanza in Giunta e che, raggiunto tale obiettivo, saremmo stati pronti ad accettare ogni imposizione dall'alto”.
“Niente di più lontano dalla realtà: l'obiettivo per cui abbiamo criticato la gestione della cosa pubblica a Gallipoli, sempre con franchezza e senza giochi sottobanco, era di ridare dignità alle tante professionalità cittadine, che meritano di avere nel massimo organo amministrativo la giusta visibilità senza rincorrere inutilmente risorse forestiere che hanno dimostrato in un anno di governo grossi limiti e scarsa aderenza con Gallipoli ed i gallipolini. La proposta da Lei formulata nel corso dell’ultima riunione e resa pubblica anche dai mezzi d’informazione non può essere minimamente accettata: la riteniamo un’offesa alla nostra intelligenza, un'azione contraria al buon senso politico ed un tentativo maldestro di recuperare per vie traverse soggetti che, ad esempio, sono stati sonoramente bocciati dall'elettorato dei loro comuni di residenza”.
La nostra città che ha tante risorse interne, non può davvero essere mortificata nell'accettare "professionalità” già messe da parte ed accantonate in altri comuni. Forse, signor sindaco, se avesse capito che la nostra unica intenzione era quella di far guidare Gallipoli dai gallipolini e di far trionfare per davvero quella ‘gallipolinità’ cui tutti guardano ma, che sembra un concetto così difficile da attuare, ci saremmo risparmiati quest’ennesimo momento di distacco e di forte critica da cui, sia chiaro, non intendiamo allontanarci, convinti della giustezza delle nostre tesi. Le sue sono proposte che, senza troppi giri di parole, da un lato giustificano ancora di più la nostra presa di posizione e dall’altro ci sconcertano per diversi ordini di motivi: perché si conferma, ancora una volta, che Lei privilegia un rapporto diretto e diremmo quasi esclusivo con persone diverse da coloro che, con impegno e lealtà, hanno contribuito in modo determinante alla sua elezione; perché si è dimostrato che tutti sono utili ma che necessari per la guida della nostra città - per motivi che a noi sfuggono - sono solo tre intoccabili; perché sarebbe uno schiaffo insopportabile per tutti quei settori, Cultura, Turismo, Sport, che non hanno ricevuto stanziamenti nell’ultimo Bilancio per un’asserita mancanza di fondi.
Ci chiediamo, allora, in base a quale gioco di prestigio si riuscirebbero a trovare i circa 250mila euro annui necessari per garantire le convenzioni oggetto delle sue ultime proposte. Da parte nostra, non avendo null'altro da aggiungere rispetto alle posizioni espresse nel corso dell'ultimo incontro, riteniamo inutile la presenza all'incontro della maggioranza: se Lei dovesse ritenere di andare avanti su questa strada, che riteniamo nociva per la città, per le casse comunali e per la ‘buona amministrazione’ di cui tanto si sente parlare, consideri noi fuori dalla sua maggioranza e già dimissionati i due assessori che Le abbiamo indicato per la nuova composizione della giunta comunale”.


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Il giorno successivo, 7 giugno, a mezzo stampa, Vincenzo Barba replica:
"Ringrazio di vero cuore il partito, i dirigenti tutti, gli iscritti, gli elettori ed i simpatizzanti per i tanti, tantissimi, oserei dire innumerevoli attestati di stima che mi stanno facendo pervenire in queste ore a seguito della mortificante vicenda amministrativa venutasi a creare nella città di Gallipoli”.
“Tale deprimente situazione che vede protagonisti dello sciacallaggio, tra gli altri, personaggi che sono stati eletti in Forza Italia, che per la loro elezione hanno tratto beneficio dal simbolo e dagli ideali del nostro partito e che ora, invece, immemori di quel mandato elettorale ricevuto, a cominciare da colui che era il responsabile cittadino del nostro movimento, hanno deciso di anteporre le loro questioni personali al bene della collettività gallipolina, dovranno render conto a tutti i cittadini del danno arrecato”.
“Forza Italia è il partito della gente, delle persone che amano spassionatamente la loro città e la loro collettività perché nulla in cambio vogliono ottenere. In Forza Italia contano gli uomini ed i valori. Ed è per questo che anche in questa occasione la solidarietà e il pieno appoggio al sottoscritto da parte del partito vengono da me avvertiti come un comportamento consequenziale agli ideali che da sempre condividiamo e che da qui in avanti ancor di più condivideremo e come un incitamento ad proseguire instancabilmente sotto le insegne della nostra bandiera”.


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8 giugno: i dissidenti rispondono per le rime.
“Abbiamo sempre sperato che in ciò il senatore Barba si ravvedesse, tornando indietro su passi che lo stavano portando in quel baratro formatosi strada facendo dall’assenza di iniziative, dalla perdita di eventi importanti per l’immagine della città, scelte dispendiose e poco apprezzate, stravolgimento del Carnevale, cancellazione della “focareddha”, e la messa in dubbio della Festa di Santa Cristina; senza contare poi l’abbandono dei commercianti, e le lamentele venute dalla periferia e dal centro storico rimaste inascoltate. Atti ed iniziative di un’amministrazione che non ha capito ne recepito il comune sentire dei gallipolini. Abbiamo sempre sperato in un cambio di rotta, anche accantonando le ripetute e gravi offese personali, perché abbiamo voluto salvaguardare lo spirito di coalizione, tenendo fede a quel mandato ad amministrare che voi cittadini ci avete, generosamente, consegnato.
Purtroppo la nostra realtà è stata messa a dura prova, fin dal primo giorno, ed è stata ripagata in questi dodici mesi con indifferenza e con la pervicacia di un sindaco che ha voluto a tutti i costi dare credito a professionalità forestiere, ignorando le tante valide risorse interne. Anche lo stesso rimpasto di Giunta realizzato solo per carpire il nostro voto sul Bilancio, ottenuto faticosamente dopo una lunga mediazione e con cui si era ottenuta una squadra con professionalità locali, si è rivelato una bolla di sapone, visto che la mancata assegnazione delle deleghe per oltre dodici giorni altro non era che un modo maldestro di prendere tempo e premiare i soliti tre, intoccabili, forestieri che avrebbero avuto ruoli e posti determinanti nella gestione della cosa pubblica per la modica cifra di circa 250 mila euro. Evidentemente chi pensava che volessimo tutelare solo il nostro tornaconto e non davvero la “gallipolinità”, è rimasto fortemente deluso.
Di fronte a questa ennesima provocazione contro Gallipoli e le nostre professionalità abbiamo detto basta! La misura si è colmata; la pazienza ha raggiunto il suo limite, e abbiamo scelto di ridare dignità alla Città, che non poteva sopportare oltre un affronto di tal genere. Riteniamo di aver reso un servizio a Gallipoli pur avendo operato, va detto ancora una volta, una scelta che ci costa sacrificio perché restiamo uomini fortemente ancorati alla nostra coalizione e ai valori del centrodestra. Già prevediamo comunque la risposta a questo manifesto: vi racconteranno di ricatti, richieste, e appetiti non soddisfatti. E’ il solito disco rotto, per di più, che sentiamo da un anno. Crediamo che il tempo galantuomo aiuterà a farvi comprendere chi vi parla con onestà intellettuale e amore per la città, e chi invece cerca di nascondere con valore e stereotipi un fallimento più volte annunciato, frutto solo di scelte verticistiche e auto-celebrative che la città ha sempre faticato a comprendere”.


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L'8 giugno il CapoGruppo DS Antonella Greco, dichiara: "Barba peggio di Venneri"

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Il 10 giugno: Una volta rottosi il giocattolo "Comune di Gallipoli", Vincenzo Barba fa come i ragazzi arrabbiati: "scumbinatu u sciocu". Annuncia di lasciare anche il Gallipoli Calcio.

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L'11 giugno arriva il Commissario Prefettizio, Angelo Trovato, responsabile degli Enti locali per il Ministero.

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Il 12 giugno si disputa il 1° Round dell'incontro Barba-Coppola.
“Caro Coppola, vedremo davanti ai giudici di quale gallipolinità sei paladino..... Nel rispetto dell’operato doveroso e certosino della Magistratura, nessuno può farci divieto di attendere, con libera curiosità, gli eventuali strascichi di natura penale nei nostri confronti che deriverebbero, a quanto si legge da articoli firmati sulla stampa, dall’ampio mandato che il Coppola avrebbe dato ai suoi legali di valutare se, nelle mie dichiarazioni, espresse nella conferenza stampa di venerdì 8 u.s., ci siano i presupposti per una querela per diffamazione. Premesso che attendiamo con ansia il momento in cui dovessimo essere chiamati a dire la nostra sull’accaduto, mi preme sottolineare che, quanto ho detto, oltre a corrispondere a verità, è soltanto la punta dell’iceberg. Certamente il giudice che dovesse ascoltarci, ci rimprovererebbe … ma ci rimprovererebbe per aver detto troppo poco rispetto a quanto la questione meriterebbe. Nessuno, insomma, può pensare di tener sotto ricatto Vincenzo Barba, non avendo io alcuno scheletro nell’armadio. Il mio unico obiettivo è quello di far trionfare in ogni circostanza e in ogni modo l’amata e vera gallipolinità. D’ora in avanti sarò sempre impegnato a far vincere la gallipolinità, quella vera, quella che deve essere intesa come amore spassionato per la propria città, un amore che deve tradursi in comportamenti finalizzati al bene pubblico, al bene della collettività, al bene di tutti i cittadini. Il mio compito, d’ora in avanti, sarà quello di smascherare, giorno dopo giorno, la finta gallipolinità dietro la quale si nasconde semplicemente l’imbarazzo di chi non è riuscito a mettere le mani sulla città. Vincenzo Barba va avanti con la fronte alta in lungo e in largo, in alto e in basso. Si apprenderà sicuramente che se c’è qualcuno che dall’amministrazione non ha mai tratto alcun beneficio quello è certamente Vincenzo Barba. Io non ho mai transato, come ha fatto il Coppola con la precedente Amministrazione, per non pagare i miei debiti con il Comune (non convogliando così nelle casse comunali denaro che sarebbe servito per tanti progetti sociali), non ho mai tradito i miei cittadini e la mia città, non ho mai, nemmeno una volta, anteposto il mio bisogno a quello della collettività gallipolina. Il sottoscritto può dire ciò a caratteri cubitali, il Coppola avrebbe qualche problema a farlo. Ma se vogliamo far trionfare la gallipolinità, sarà bene confrontarci a carte scoperte, di questo dobbiamo parlare quando ci confrontiamo, senza lasciarci andare in inutili soliloqui, ma rimanendo ben aderenti alla realtà. E per me sarà realmente interessante farlo, alla luce del sole”.

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L'estate scorre via con la disputa Valtur-PRG, la chiusura degli stabilimenti balneari per il ritardo nella presentazione delle domande di concessione, lo sciopero dei ristorantori di tutta la Città Vecchia per la diatriba tavolini e gazebo e la "sporca faccenda" del Canale dei Samari e lo sversamento delle acque reflue a sud del litorale di Gallipoli.

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Il 30 agosto Barba annuncia di volersi riprendere la Città.
Dopo essere rientrato in gioco nella faccenda Gallipoli Calcio, il Senatore si rituffa nel suo futuro politico.
“Avrà inizio a settembre la rinascita e la riscossa morale di Gallipoli, quando il sottoscritto, in prima persona, andrà con la lanterna alla ricerca di tutti i gallipolini, poco importa che siano professionisti, commercianti, pescatori, educatori, studenti o giovani in cerca di prima o seconda occupazione. Di coloro cioè che, avendo veramente a cuore le sorti della nostra città martoriata dall’affarismo - vedasi le modalità e le persone che sono state causa della fine della nostra attività amministrativa che non si è mai piegata alle richieste pressanti di chicchessia - e dalla volontà di utilizzo della pubblica amministrazione come trampolino di lancio per tornaconti personali e familiari, non ne possono più dei sedicenti politici di professione capaci soltanto di fare danni e di emergere dalle colonne di giornali come le vittime, essendo invece i carnefici, del male andazzo delle cose di casa nostra. L’estate a cui Gallipoli è stata costretta, è stata molto difficile sotto tutti i punti di vista: nessuna iniziativa, poca attrattività, poco entusiasmo, poca voglia di fare, scarso impegno e quindi pochi turisti. Tutto è stato lasciato languire nel disinteresse e nella sciatteria! Altro che erano scontate le migliaia di persone che la mia Amministrazione con un calendario di eventi straordinario è riuscita a portare dapprima nella nostra area portuale e subito dopo su Corso Roma e poi ancora nelle viuzze e nelle piazze del nostro incantevole e unico centro storico....
Ora dobbiamo ritornare ad occuparci degli interessi di tutti com’è nostra abitudine e costume per evitare che i privilegi dei soliti riprendano ad avere la meglio sull’interesse generale. Dopo un’estate certamente disastrosa dal punto di vista dello sviluppo e della crescita economica e sociale, non c’è più spazio per ulteriori indugi. È tempo della rinascita sociale e civile di Gallipoli! E questa rinascita può essere realizzata solo e soltanto coinvolgendo nella vita politica tutti coloro che se ne sono allontanati, essendo delusi dal modo con il quale i cosiddetti politici di professione pensano di esercitare il loro ruolo”.


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Settembre passa quasi in sordina ma portando comunque all'attenzione dell'opinione pubblica alcune stranezze in quel di Gallipoli: si discute del Depuratore e delle sue acque reflue, di nuovo del PRG e della sua "scomparsa", della situazione disastrata in cui versa il Lungomare Galilei, tra sporcizia e cedimenti strutturali e della situazione paradossale nella quale, addirittura la nuova Caserma dei Carabinieri appare "fuorilegge".



Per ora la prima parte, seguirà il resto ......

Ciao

Modificato da - kashiwara on 06/03/2008 17:26:32
 Illustre conforumiano
 Paese: Italy  ~  Invii: 1804  ~  Membro da: 31/08/2007  ~  UltimaVisita: 03/09/2013 -> Moderatore 

busehexe
Advanced Member


Stato: Sconnesso

 Spedito - 06/03/2008 :  18:17:37  Mostra Profilo  Aggiungi busehexe alla Lista Amici
bravo Kashi, un riassunto delle puntate precedenti fa comodo a tutti

grazie grazie
 Paese: Italy  ~  Invii: 205  ~  Membro da: 20/02/2008  ~  UltimaVisita: 11/06/2009 -> Moderatore  Vai all'inizio della pagina
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