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   Problema depuratore consortile di Gallipoli
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Spedito - 19/08/2008 : 19:39:39
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Intervengo da moderatore
Come ha già fatto Brenno per la questione della nota dei revisori e visto che nella discussione Correttezza dell'amministrazione comunale l'argomento depuratore sta diventando molto interessante, ho deciso di aprire questa nuova discussione e di inserire tutti gli interventi fin qui pervenuti sull'argomento depuratore.
Il primo intervento sull'argomento depuratore è stato del Dott. De Tommasi:
Citazione:Rispondo a Fiorella M. che commenta l’articolo apparso il 16.8.08 su Lecce Prima con il titolo” Una macchia bruna si fa largo nel mare di Gallipoli” ed in particolare all’affermazione che il problema dell’impianto per l’affinamento delle acque per l’agricoltura e del cattivo funzionamento del depuratore non è competenza del Comune, ma della Regione. La legge regola le funzioni dei Comuni ed in uno dei primi articoli, quello sui principi, stabilisce che il Sindaco nella sua qualità di rappresentante legale “ rappresenta la propria Comunità , ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo” Affermare invece come fa Lei che il problema del depuratore e del corretto uso del territorio e dell’ambiente e quindi dello sviluppo lascia indifferente il Comune ed il nostro Sindaco è fuorviante ,semplicistico e sa molto di rassegnazione come è in uso a Gallipoli quando non si vuole affrontare di petto un problema. Sono gli stessi Amministratori che usano fare queste affermazioni aggiungendo un po’ per incompetenza ,ma ancor più per leggerezza “ comunque mo vitimu, passa crai ”Ma a Gallipoli del domani non c’è certezza. Alcune considerazioni senza polemica:
1- leggo che l’assessore provinciale si è recato agli impianti assieme ad un amministratore regionale e provinciale per costatare lo sversamento dei liquami. Non è dato sapere quali provvedimenti siano stati presi per arginare il fenomeno. Sulla prima domanda mi chiedo dov’era il Sindaco e se non sia il caso che esprima il suo pensiero, se non Lui almeno l’attento assessore all’ambiente;
2- L’impianto, inaugurato in tutta fretta nel 2002, è sufficiente per una popolazione di appena 40.000 abitanti e quindi solo per Tuglie Sannicola ed Alezio. Di fronte ad una montagna di certificati dell’Asl e dell’Arpa che documentano le inadempienze e disservizi nell’impianto di Via Scalelle da parte dell’AQP e dell’impresa gestrice e le violazione ripetute dei limiti degli scarichi a mare nella parte a nord ,quali sono state le iniziative intraprese del Sindaco per denunciare politicamente, e non solo, tale situazione?
3- Specialmente nei periodi di maggiore presenza turistica, la ditta utilizza furbescamente la procedura di denunciare il cattivo funzionamento dell’impianto comunicando tempestivamente per fax tale evento; ve ne è una marea nell’Ufficio Ambiente. Non dico che non possano verificarsi disservizi, ma la frequenza e la concentrazione nel periodo estivo induce a ritenere che si possa anche ipotizzare che la ditta, per la grande massa di liquami da depurare, sversi direttamente in mare tali liquami perché l’impianto non riesce a concludere il ciclo della depurazione. Non sono lontano dalla verità ! E’ possibile che il Sindaco non si sia accorto di un fenomeno così macroscopico che rasenta non solo la leggerezza e la superficialità, ma anche l’inadeguatezza a svolgere tali funzioni? Chiediamo troppo se il Sindaco ci elenca le iniziative intraprese e i risultati raggiunti, e cosa intende fare per il futuro?
4- Il Consiglio Comunale nella penultima riunione, su iniziativa di alcuni consiglieri, ha approvato un ordine del giorno per impegnare il Sindaco ad intervenire nei confronti della Regione della Provincia e dell’Acquedotto Pugliese per affrontare e risolvere definitivamente il problema della depurazione a Gallipoli. Durante la discussione, i Consiglieri Ferilli e Liaci hanno denunciato che l’impianto non è in possesso dell’autorizzazione allo scarico a mare. E’ possibile e credibile che l’assessore provinciale Scognamiglio ,il Sindaco,gli assessori, il Dirigente Comunale,il Presidente della Provincia, molto attento agli sversamenti a sud (forse per la frequentazione della riserva di caccia esistente in quella zona) non sapessero alcunchè? E le forze dell’orine perché nel rutinario rapporto che compilano per la Prefettura, avendo avuto una notizia di reato non hanno redatto il rapporto da inviare alla Procura della Repubblica? Ed ora arriviamo alla domanda; Sig. Sindaco perché non è intervenuto ad accertare la fondatezza dell’affermazione molto grave dei Consiglieri Comunale e sulla base delle sue prerogative non ha denunciato all’Autorità giudiziaria, i fatti tutelando così Gallipoli i gallipolini e l’economia turistica?
5- L’impianto di affinamento delle acque per l’agricoltura è stato completato da quasi un anno e non può funzionare perché l’acquedotto non lo vuole assumere in carico. Il Sindaco assicura che lo farà aprire subito; ma mi chiedo come può il Comune attivarlo senza essere in grado di fare investimenti per la gestione e disporre della rete di distribuzione dell’acqua in agricoltura perché di proprietà del Consorzio di bonifica “Li Foggi”? ;e sopratutto se non si risolvono i problemi dell’impianto di depurazione, che non è idoneo a depurare per 250.000 persone, come si fa ad attivare quello per l’affinamento delle acque che rischierebbe di portare liquami nelle campagne oppure di continuare a scaricare a tramontana o peggio ancora nel canale dei Samari inquinando anche la parte più pregevole a scirocco? Il Sindaco ed il Presidente della Provincia dovranno decidere quali prodotti inquinati dai liquami far mangiare ai gallipolini : “ciacore, fanucchui e rape” , oppure “calamari mofie e perche. Dica il Sindaco, dopo aver consultato il Consiglio Comunale, quale strada intende perseguire, e se invece non sia meglio porre fine a questa grande pagliacciata assumendo decisioni e fornendo indirizzi in campo ambientale seri e proficui? 6- I gallipolini pagano all’AQP un canone per la depurazione e per la fognatura rapportata al consumo dell’acqua che è pari a 30 centesimi di Euro (circa 600 delle vecchie lire). Tali oneri vengono incassati dallAQP assieme alla bolletta dell’acqua e dovrebbero servire per la gestione e i miglioramenti agli impianti della fognatura comunale. A suo tempo fu sollevato il problema dell’introito dei soldi da parte dell’AQP per i tronchi della città vecchia non versati, come prevede la legge, al Comune. E’ ancora pendente una causa per la restituzione delle somme senza che un amministratore in questi ultimi sette anni abbia mosso un dito per denunciare i metodi vessatori dell’AQP e denunciare politicamente un comportamento leggero da parte di una società pubblica partecipata e controllata dalla Regione. Il Sindaco ha mai chiesto conto all’AQP, in quasi sei anni che siede a Palazzo Balsamo, dell’impiego dei soldi e di quali opere lo stesso Ente ha finanziato o intende finanziare per Gallipoli?; E’ proprio sicuro che non siano stati invece impiegati verso Maglie o nel barese per ripianare il deficit dell’AQP? Ci può dire il Sindaco se sia a conoscenza del problema e se abbia assunto iniziative per denunciare i fatti e per informarsi sulle somme annue che i gallipolini pagano?
Dopo tali considerazioni Lei, Sig.ra Fiorella M crede ancora che il Sindaco non abbia né arte né parte su tali problematiche e che non abbia invece il dovere, come rappresentante dei cittadini, di interessarsi a tutto campo dei problemi della gente del territorio dell’ambiente,della crescita economica e di garantire le fasce deboli con i fatti?
Attendo risposte naturalmente, anche dal portavoce,ma che non siano evasive. Invito ora tutti gli amici a sostenere la mia iniziativa e recarsi con me dai Carabinieri e firmare un denuncia per scarico abusivo, chiedere il risarcimento dei danni ed intentare con l'aiuto di un'associazione dei consumatori una causa collettiva. Sarò a Gallipoli presto e vi rimarrò per alcuni giorni
Originariamente inviato da Luigi De Tommasi - 17/08/2008 : 15:49:41
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Dopo l'intervento del Dott. De Tommasi c'è stata la risposta di alice:
Citazione:Ringrazio il Dott. De Tommasi per la dettagliata ed illuminante relazione. Credo, (lasciatemi almeno quest’illusione) che una delle poche cose per le quali i gallipolini (e non solo loro) sono disposti a dare battaglia, sia proprio l’inviolabilità’ delle acque di Gallipoli. Ricordate? In occasione del pericolo dello sversamento dei liquami nel canale dei Samari, ci fu’ una sollevazione popolare, trasversale ai partiti che porto’ alla raccolta di migliaia di firme in poche ore. Credo che dovremmo ricominciare da li’, chiediamo all’AQP il risarcimento dei danni. Appoggiamo la proposta del Dott. De Tommasi. Troviamo il modo di raccogliere le firme per intentare una causa collettiva, sono sicura che molti forumisti (me compresa), tra cui Giuseppe Coppola, Antonella Greco, Tommaso Scigliuzzo, Elio Pindinelli, Biaggio Palumbo, tanto per fare dei nomi a caso….non si tireranno indietro e sapranno coinvolgere altre persone e categorie ( Commercianti, Pescatori o Partiti….) sensibili a questo problema. Gallipoli sembra ormai una citta’ che non sogna piu’ ….una citta’ senza futuro, chi ha sentore di questo, ha anche il dovere morale di opporsi con tutte le proprie forze.
Come dice Gazzella (sperando di averne colto il senso)....Tutti ai Pezzi!!!!
carpe diem
Originariamente inviato da alice - 18/08/2008 : 17:27:30
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Poi c'è stato l'intervento della consigliera comunale A. Greco
Citazione:Condivido pienamente Alice quello che dici, in effetti dinanzi al pericolo dello sversamento dei liquami nel canale dei Samari ci fu una grande mobilitazione cittadina con il coinvolgimento persino delle scuole. Purtroppo credo che quello sia stato uno dei pochi momenti in cui è uscito fuori l'orgoglio ed il nostro senso di appartenenza a quello scoglio che in tanti modi si cerca di sfregiare.Per il resto vedo tanta rassegnazione ed indifferenza che fanno paura e nello stesso tempo tanta rabbia.Un mio amico di Lecce mi ha telefonato oggi per farmi i complementi per il primato di articoli sulla nostra città,peccato ha aggiunto, in modo ironico che si tratta solo di articoli negativi.Ritornando all'attualità del nuovo pericolo che minaccia il nostro mare, io sono disponibile alle iniziative proposte ma, ritengo anche importante portare l'argomento in Consiglio Comunale.I cittadini, le categorie devono fare la loro parte ma, le istituzioni devono prendersi la responsabilità maggiore e garantire la tutela ed il rispetto del nostro invidiato mare, senza fare sconti a nessuno.
Originariamente inviato da Antonella Greco - 18/08/2008 : 20:27:34
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seguito da un breve commento di sognatore
Citazione:Cara Antonella, se non ricordo male però quell'iniziativa politica per evitare che i liquami finissero nel canale dei samari non vide una grossa partecipazione da parte degli allora ed attuali amministratori...tranne il ruolo principale che ebvbe Giuseppe Coppola.
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Originariamente inviato da sognatore - 19/08/2008 : 02:52:49
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Poi c'è stato un mio intervento
Citazione:Credo che l'idea di un Consiglio Comunale monotematico sul problema del depuratore di Gallipoli sia un'ottima idea. La consigliera Greco ha ragione nel dire che le istituzioni devono fare la loro parte, e secondo me il Consiglio Comunale ha il doverere di discutere sulla vicenda e chiedere chiarimenti all'Acquedotto e alla società che gestisce l'impianto. Se necessario come proposto dal Dr De Tommasi si potrebbe intentare una causa collettiva. Il mare è la risorsa più importante di cui disponiamo e va tutela ad ogni costo. Inoltre voglio porre alcune domande sperando di trovare risposta. Da quanto ho capito nel realizzare il depuratore di Gallipoli è stato sbagliato il dimensionamento, (l'architetto Ancora ne parla in un articolo da me postato sul forum e che comunque trovate sul suo blog www.enricoancora.org). La prima domanda è: sapendo che il depuratore non è in grado nel periodo estivo di funzionare in maniera corretta (la cosa non è una novità di questa estate), , perchè si è voluto realizzare l'impianto di fitodepurazione e non si è provveduto ad ovviare al problema potenziando l'impianto già esistente? Seconda domanda nel sito del Comune ho trovato questa determina:
Citazione:num. 1085 del 29/07/2008 Oggetto
Area N° 1 BIS - Politiche infrastrutturali - Interventi di affinamento ed utilizzazione in agricoltura delle acque reflue dell'impianto di depurazione consortile dei liquami civili provenienti dai comuni di Alezio, Gallipoli, Sannicola e Tuglie - Liquidazione fornitura, installazione e configurazione software gestione impianto.
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Seconda domanda: in base alla determina sopra si sta procedendo ad attivare l'impianto di fitodepurazione, o almeno questa sembra essere l'intenzione. La domanda o meglio le domande sono le stesse del Dr De Tommasi:
Citazione:L’impianto di affinamento delle acque per l’agricoltura è stato completato da quasi un anno e non può funzionare perché l’acquedotto non lo vuole assumere in carico. Il Sindaco assicura che lo farà aprire subito; ma mi chiedo come può il Comune attivarlo senza essere in grado di fare investimenti per la gestione e disporre della rete di distribuzione dell’acqua in agricoltura perché di proprietà del Consorzio di bonifica “Li Foggi”? ;e sopratutto se non si risolvono i problemi dell’impianto di depurazione, che non è idoneo a depurare per 250.000 persone, come si fa ad attivare quello per l’affinamento delle acque che rischierebbe di portare liquami nelle campagne oppure di continuare a scaricare a tramontana o peggio ancora nel canale dei Samari inquinando anche la parte più pregevole a scirocco? ............
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Attenderò pazientemente che qualcuno mi dia delle risposte.
_____________________ .....in medio stat virtus.....
Originariamente inviato da callipolis - 19/08/2008 : 08:10:32
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segue il primo interessante intervento di E. Pindinelli
Citazione:Citazione: 2- L’impianto, inaugurato in tutta fretta nel 2002, è sufficiente per una popolazione di appena 40.000 abitanti e quindi solo per Tuglie Sannicola ed Alezio. Di fronte ad una montagna di certificati dell’Asl e dell’Arpa che documentano le inadempienze e disservizi nell’impianto di Via Scalelle da parte dell’AQP e dell’impresa gestrice e le violazione ripetute dei limiti degli scarichi a mare nella parte a nord ,quali sono state le iniziative intraprese del Sindaco per denunciare politicamente, e non solo, tale situazione?
3- Specialmente nei periodi di maggiore presenza turistica, la ditta utilizza furbescamente la procedura di denunciare il cattivo funzionamento dell’impianto comunicando tempestivamente per fax tale evento; ve ne è una marea nell’Ufficio Ambiente. Non dico che non possano verificarsi disservizi, ma la frequenza e la concentrazione nel periodo estivo induce a ritenere che si possa anche ipotizzare che la ditta, per la grande massa di liquami da depurare, sversi direttamente in mare tali liquami perché l’impianto non riesce a concludere il ciclo della depurazione. Non sono lontano dalla verità ! Originariamente inviato da Luigi De Tommasi - 17/08/2008 : 14:49:41
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Condivido l'analisi di Luigi de Tommasi. La battaglia sul dimensionamento del depuratore io personalmente l'ho perduta nel 1996 quando in Commissione edilizia fu portato il progetto dell'AQP. Fui il solo a battermi e feci mettere a verbale i motivi dell'inadeguatezza dell'impianto soprattutto per la presenza sul territorio soprattutto in estate di oltre 140.000 utenti (certificata a livello di rilevazione scientifica basata sui consumi di energia elettrica e consumo del pane). Contestai anche il sito scelto con l'attraversamento della strada provinciale quando la normativa prevedeva nel raggio di cento metri attrorno alla struttura una fitta alberatura di specie aromatiche in funzione di sbarramento e assorbimento degli odori. Non trovai allora e neppure nel 2002 orecchie adeguate ad ascoltare quei rilievi. Il progetto fu approvato e successivamente adeguato ad alcune norme del regolamento regionale, ma rimase la localizzazione (che pure era stata consigliata nel cuore delle cave di Mater Gratiae) con la strada ed i terreni limitrofi che seppur espropriati non sono mai stati piantumati. Nel 2002 fui da vicesindaco l'unico ad essere contrario a quella frettolosa inaugurazione paventando i guai che successivamente si sono verificati ed ancora si verificano. L'anno successivo quando io non ero più vicesindaco e si verifico il primo grosso sversamento in acqua con numerosi ricoveri in ospedale per infezioni viscerali, sentii il dovere di telefonare all'amico Coppola per significargli la solidarietà all'imprenditore che era stato così fortemente danneggiato dallo sversamento, ma anche per rimproverarlo per non avermi saputo ascoltare (Lui e venneri come tutta la Giunta) quando l'avevo supplicato di dire chiaro e tondo a Fitto che non si poteva inaugurare data la evidente incapienza dell'impianto e la mancata previsione dell'impianto di trattamento delle acque in agricoltura. Ora siamo ritornati ai soliti problemi. Qualcuno invoca la magistratura. Io mi domando dove sia di casa la magistratura, che non segue il territorio e che attende la denuncia di rito. Suvvia siamo seri. L'arpa fa i prelievi e non s'accorge che il depuratore non può tecnicamente funzionare per il carico delle utenze? E se se ne accorge non fa rapporto alla magistratura? Il problema vero è che qui da noi (nel Meridione) c'è troppa complicità tra potere politico-amministrativo e potere reale (in cui si ritrova anche una parte della magistratura). Ora il rischio, come evidenziato, è che attivando anche la seconda stazione di depurazione per la distribuzione dell'acqua in agricoltura, in caso di emergenza (e soprattutto d'estate e in caso di piogge abbondanti) l'AQP apra i rubinetti di scarico e i liquami vengano sversati più comodamente nel canale dei Samari. Con la conseguenza di contaminare anche il versante sud del litorale di Gallipoli, a proposito del quale nessuno ci rende conto del monitoraggio degli sversamenti di Taviano e Casarano. In conclusione, cosa fare? Mi rendo conto che tutto può servire anche il Consiglio comunale. Ma per cosa? Per parlarne? E poi...Ci sarà chi difenderà Fitto e chi gli parlerà contro, chi prometterà l'aiuto della Regione e di Vendola. Ma penso senza una conclusiva azione per risolvere il problema. La Magistratura? Se può servire è una strada anche se io personalmente non ho granchè fiducia. Comunque partiamo. L'importante essere assieme anche in questa battaglia per l'ambiente e per Gallipoli.
Originariamente inviato da ElioPindinelli - 19/08/2008 : 11:59:53
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all'intervento di E. Pindinelli segue la pronta risposta del Dott. De Tommasi
Citazione:Finalmente leggo un pò di arrosto e sento musica per le mie orecchie. Bravo Elio, ma siamo ancoca in pochi. C'è qualcuno che possa imbustare questi ultimi interventi e mandarli o portarli direttamente o per posta agli organi della polizia giudiziaria compreso il Comandante dei Vigili di Gallipoli (che quando vuole si "mpernacchia" di tale titilo e spedisce tutto alla Procura, così verifichiamo fino a che punto è imparziale)? Vogliamo assolutamente sapere se l'impianto è in possesso dell'autorizzazione allo scarico da parte della Provincia, perchè in caso contrario l'impianto andrebbe sequestrato da parte della Magistratura ed i responsabili denunciati. Vogliamo verificare se di fronte ad una denuncia forte e ad un pressante movimento le forze dell'ordine compresa la Capitaneria si danno una mossa? Vogliamo denunciare alla Corte dei Conti il danno che è già in corso per la mancata attivazione dell'impianto di affinamento delle acque in agricoltura per l'ulteriore esborso di danaro pubblico. Alla corte dei Conti di Bari chiederemo al suo presidente che della vicenda non si interessi il giudice D'Amato per incompatibilità avendo già provveduto a presiedere il collegio del Lodo SETA sul quale nome non solo la parte privata(Piscopiello ) ma anche il Sindaco Venneri in rappresentanza del nostro Comune si era dichiarato d'accordo nel nominarlo?
Originariamente inviato da Luigi De Tommasi - 19/08/2008 : 13:50:04
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al quale risponde nuovamente E. Pindinelli
Citazione:Citazione:Finalmente leggo un pò di arrosto e sento musica per le mie orecchie. Bravo Elio, ma siamo ancoca in pochi. Vogliamo denunciare alla Corte dei Conti il danno che è già in corso per la mancata attivazione dell'impianto di affinamento delle acque in agricoltura per l'ulteriore esborso di danaro pubblico. Alla corte dei Conti di Bari chiederemo al suo presidente che della vicenda non si interessi il giudice D'Amato per incompatibilità avendo già provveduto a presiedere il collegio del Lodo SETA sul quale nome non solo la parte privata(Piscopiello ) ma anche il Sindaco Venneri in rappresentanza del nostro Comune si era dichiarato d'accordo nel nominarlo?
Originariamente inviato da Luigi De Tommasi - 19/08/2008 : 12:50:04
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Caro Luigi, non saremo in molti. Questa è la tragica realtà gallipolina. Ma basta la tenace volontà di battersi. Nel tuo post noto che vai sul pesante (così dicono a me quando tocco questioni...delicate). Parli di quel giudice fratello dell'altro giudice compare di Piscopiello? (dico compare perchè è stato ufficialmente padrino alla cresima della figlia del signor Piscopiello. Me lo disse lui stesso). Io so che il collegio nell'ambito di un lodo arbitrale si forma scegliendo i due commissari nominati rispettivamente dal Comune e dalla ditta (Piscopiello?). Il presidente si nomina di comune accordo tra le parti in causa. Io che sono il Comune propongo persona vicina a me e così fa anche la ditta. Ma se esce il compare io Comune o sono stato un fesso oppure sono stato corrotto. Non penso che ci siano alternative. Naturalmente come al solito io mi prendo le responsabilità di ciò che affermo e mi aspetto una bella grossa enorme incomparabile querela per diffamazione da D'Amato, Piscopiello e da chi avesse nominato Presidente il giudice D'Amato della Corte dei Conti. Vediamo se così si riuscirà una buona volta per sempre di venire a capo della vicenda- Io sono convinto che in talune circostanze ci vogliano i pazzi. Ed io Pazzo sono per Gallipoli.
Originariamente inviato da ElioPindinelli - 19/08/2008 : 15:12:01
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gazzella54 da il suo contributo
Citazione:W I PAZZI
ABBASSO I PAVIDI
Originariamente inviato da gazzella 54 - 19/08/2008 : 15:25:09
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Dopo gazzella54 c'è stato l'intervento dell'avv. B. Palumbo
Citazione:Non c'è bisogno di essere pazzi. C'è solo bisogno di coraggio per agire e di responsabilità, quindi di tanta ragionevolezza. E' ora che la Procura della Repubblica di Lecce si occupi anche dell'impianto consortile di Gallipoli, anche se qualora si dovesse pervenire ad un sequestro, così' come è avvenuto in altri centri della Puglia, si concederebbe l'uso dell'impianto alle ditta che lo gestisce. Voglio aggiungere qualcosa a quanto detto in precedenza sull'argomento. Di fronte alle accuse di malfunzionamento dell'impianto, Aqp e Costruzioni Dondi spa (ditta che gestisce l'impianto) si difendono asserendo che: a) l'impianto è di proprietà del Comune di Gallipoli. Anche se fosse vero, sono Aqp e Costruzioni Dondi che lo gestiscono; b) L'impianto è sottodimensionato, può accogliere scarichi per 40mila abitanti, se gli stessi soprattutto d'estate sono di più, si verificano gli inconvenienti lamentati. Obiezione: ed allora perchè hanno accettato di gestirlo, sapendo queste cose? c) gli scarichi a mare sono forse derivati da qualche nave di passaggio nella zona. Guarda caso, nei periodi in cui vi sono stati gli inconvenienti, nessuna nave è passata, entrata o uscita dal porto di Gallipoli; d) può esserci qualche altro scarico a mare. Anche in questo caso non è vero quanto asserito. e) gli scarichi sono nella norma; anche questo non è vero poiché l'Arpa ha accertato più volte che i coefficienti di normalità sono stati sforati. f) puzza e maleodori sono dovuti a precipitazioni meteorologiche, in sostanza è piovuto abbastanza e le vasche sono colme. A Gallipoli, invece, non piove da mesi e le percentuali di pioggia sono al di sotto della media nazionale; g) a Gallipoli molti scarichi di privati cittadini accolgono anche acqua piovana che va direttamente nella fogna e quindi a mare; ma la cosa non può provocare quei disastri ambientali a cui siamo ormai abituati. Tutto quanto ho scritto è documentato in una causa per risarcimento danni pendente presso il Tribunale. Ed allora, Fitto o Vendola che siano (e non ce ne può fregare di meno), la Regione mi pare che sia stata sempre inadempiente a proposito, atteso che è anche proprietaria dell'Aqp. Sindaco e Consiglio comunale devono muoversi. I consiglieri comunali che hanno a cuore il problema, se davvero rappresentano i cittadini di Gallipoli, presentino un ordine del giorno urgente con cui impegnano ed obbligano la Pubblica Amministrazione ad intentare una causa per risarcimento danni subiti dalla Città di Gallipoli, che quasi ogni anno sempre durante lo stesso periodo (sarà un caso?) viene martoriata da tali problemi, danni che si riversano sul prestigio e l'immagine della città. Vedremo se Sindaco e maggioranza avranno il coraggio di farlo. Spero e mi auguro di sì, visto che la "politica" sinora non ha fatto nulla. Ora è il tempo di dire basta. Ultima considerazione: Lega Ambiente che dice?
N.B. per Alice: Biagio si scrive con una "b"; non me ne volere.
Originariamente inviato da b.palumbo - 19/08/2008 : 19:20:39
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poi nuovamente gazzella54
Citazione:Lega ambiente come ogni anno e' in villeggiatura,a distribuire bandierine a destra e a manca.Del depuratore consortile non gliene frega niente,e' stata latitante sia al congresso al bellavista,(organizzato da Coppola )sia alla manifestazione pacifica alla provincia,dove liberi cittadini si sono battuti affinche' cessasse il versamento dei liquami nel canale dei samari.Io credo che si possa ottenere di piu'con questo forum che con le chiacchiere,quisquiglie, e punzillacchere di legaambiente e di qualche cimmetoccamme'.
Originariamente inviato da gazzella 54 - 19/08/2008 : 19:53:16
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Seguito dall'interessantissimo intervento del consigliere comunale e provinciale Coppola
Citazione:Citazione:Lega ambiente come ogni anno e' in villeggiatura,a distribuire bandierine a destra e a manca.Del depuratore consortile non gliene frega niente,e' stata latitante sia al congresso al bellavista,(organizzato da Coppola )sia alla manifestazione pacifica alla provincia,dove liberi cittadini si sono battuti affinche' cessasse il versamento dei liquami nel canale dei samari.Io credo che si possa ottenere di piu'con questo forum che con le chiacchiere,quisquiglie, e punzillacchere di legaambiente e di qualche cimmetoccamme'.
Originariamente inviato da gazzella 54 - 19/08/2008 : 18:53:16
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Purtroppo, sull'argomento “Impianto di depurazione consortile” sono molto preparato. E finalmente noto che il problema sta diventando argomento di discussione. Ritengo necessario ricostruire le tappe, non per difendere qualcuno, come può pensare il mio amico Elio Pindinelli, ma per evidenziare il percorso che ha portato all'attivazione di questo impianto. Non conosco nei dettagli l'iter precedente e cioè quello relativo alla costruzione e dimensionamento dello stesso. Durante la campagna elettorale del 2001, il centro destra aveva assunto l'impegno di attivare l'impianto di depurazione. Questo impianto è stato progettato e realizzato quando la legge consentiva lo scarico in falda delle acque reflue. Successivamente però, una volta completato, la normativa è cambiata, e non era più consentito scaricare in falda, tranne che per quegli impianti già autorizzati ed in attività per i quali erano in corso i lavori di adeguamento. La nuova normativa, prevedeva e prevede tutt'ora, lo scarico in mare. Ad una distanza dalla costa di 1,5 km o comunque sino al raggiungimento di una profondità del mare di 50 mt. E' stato dunque redatto un progetto per l'adeguamento dell'impianto di depurazione consortile finalizzato alla realizzazione di una condotta che, dall'impianto di depurazione posto in via scalelle, giungesse sino a località San Leonardo ( per comprenderci all'altezza della rotatoria nei pressi di porto gaio) punto individuato dai tecnici di AQP e della struttura commissariale per l'emergenza idrica quale scarico a mare. Ho sempre contestato da assessore, così come anche Elio Pindinelli, questa soluzione parziale di condotta per lo scarico, in quanto non conforme alla normativa perchè priva della condotta sottomarina di 1,5 km così come previsto dalla norma. Nel mese di aprile 2002, nonostante tutto, il Sindaco Venneri mi informò che AQP aveva avuto tutte le autorizzazioni e dunque l'impianto doveva “partire”. Conosco a memoria un parte dell'autorizzazione allo scarico rilasciata dalla Provincia di Lecce per competenza in cui si condiziona la suddetta autorizzazione “ si autorizza AQP a condizione che venga realizzata in tempi brevissimi la condotta sottomarina” come previsto dalla normativa vigente. Era il mese di maggio 2002. Nel frattempo, da assessore alle risorse comunitarie, mi sono attivato per ottenere il finanziamento dell'impianto di affinamento delle acque reflue per consentire l'utilizzo delle stesse in agricoltura ( senza polemica ma solo per opportuna correttezza si tratta di uno dei tanti ATTI CONCRETI di cui va fiero il Sindaco Venneri ). Oltre tre milioni di Euro per la realizzazione finanziati dalla giunta Fitto in tempi rapidissimi. C'era ancora un ulteriore impegno politico assunto con la giunta Fitto e cioè quello di finanziare la condotta sottomarina. Ma purtroppo, le elezioni regionali il centro destra le ha perse. Ma devo dire però, con altrettanta amarezza, che dal momento in cui ci fu il rimpasto nella giunta Venneri ed io decisi di lasciare il posto in giunta per consentire al sindaco di soddisfare le richieste dell'UDC, ( ma credo anche di qualche consigliere di Forza Italia!!! ), nessuno accettò di assumere la mia delega alle risorse comunitarie e nessuno ha mai pensato di interessarsi per ottenere il finanziamento per la realizzazione della condotta. Che rimane l'unica soluzione anche dopo l'attivazione dell'impianto di affinamento. Perchè comunque lo scarico a mare rimane per situazioni di emergenza e quindi comunque si continueranno a verificare tali situazioni. Nel frattempo l'impianto di depurazione consortile è stato attivato e, da subito, già nel 2003, agli atti del comune di Gallipoli vi sono una serie innumerevole di certificazioni dell'ARPA Puglia che, in maniera egregia e sopratutto dimostrando straordinaria professionalità, hanno previsto e denunciato quanto sarebbe accaduto qualora non fossero stati attivati i necessari interventi da loro richiesti. Comunicando anche alla magistratura ogni loro intervento. Nel 2005, ricordate bene questa data, il 15 agosto, si è verificato l'evento più grave. La mattina, il mare si presentava di una colorazione marrone per una superficie pari ad oltre 1 km di lunghezza e 300 mt di larghezza. Da imprenditore, ho subito dato mandato all'avvocato Palumbo di tutelare gli interessi della mia azienda chiamando in causa Aqp avendo subito, quella mattina, un danno enorme in quanto oltre 300 turisti decisero di partire anticipatamente. E, a tutt'oggi, la causa è ancora in corso. Da consigliere provinciale invece ho attivato una serie di interrogazioni e richieste di odg finalizzate a cercare, ad ogni costo, la soluzione del problema. Lo stesso evento si è verificato il 17 agosto 2006, il 14 agosto 2007 ed il 16 agosto u.s. Per questo motivo prima, dicevo, ricordate bene questa data. Io ho una convinzione ben precisa del perchè succede sempre in questi giorni. E non è certamente quella del maggior carico di presenze perchè, dati statisti alla mano, le stesse presenze ci sono a partire dal primo sabato di agosto e sino al terzo sabato di agosto. Di ogni anno. La motivazione, quella che io penso, è ben più grave. E riguarda la mancanza del rispetto del contratto di appalto da parte della ditta che gestisce. Ma quale è la cosa più sconcertante di tutte ? La provincia di Lecce non ha rinnovato l'autorizzazione allo scarico a mare ad AQP e nonostante tutto, AQP continua a scaricare, fuori norma, così come denunciato dall'ARPA in più occasioni, e nessuno interviene. Sopratutto non interviene la politica. Quella che avrebbe il compito di trovare le soluzioni ai problemi. Non credo che la soluzione “magistratura” serva a risolvere il problema. Succederebbe come in tanti altri casi: sequestro con facoltà d'uso. Ma il problema rimane senza soluzione. Credo dunque fermamente che, la soluzione del problema, passa solo ed esclusivamente attraverso un impegno serio da parte della politica. Di quella politica con la “P” maiscula che ha a cuore i problemi e s'impegna a trovare le soluzioni. E' sconcertante pesare che sono stati spesi oltre tre milioni di Euro per la realizzazione di un impianto di affinamento delle acque per consentirne il riuso in agricoltura e constatare che, AQP, il cui azionista unico è la regione Puglia, che a sua volta ha pagato il costo per la costruzione del nuovo impianto, non utilizzi questo nuovo impianto. In un periodo in cui si parla tanto di carenza idrica in agricoltura, la regione Puglia continua a consentire lo sversamento in mare di milioni di metri cubi di acqua, peraltro fuori norma. La soluzione passa dunque attraverso l'impegno e la volontà politica di risolvere i problemi. Anche con azioni forti. Penso ad una richiesta per danni che il comune potrebbe attivare nei confronti di AQP così come ho proposto nell'ultimo consiglio comunale; un'altra azione altrettanto forte sarebbe quella di formalizzare una delibera di consiglio comunale ( anche se non ha competenza ma ha un significato politico di carico di responsabilità ) in cui si sospendono i pagamenti delle bollette ad AQP sino alla realizzazione della condotta sottomarina. Insomma è necessario intraprendere una azione forte, politica. Non è più possibile restare a guardare mentre qualcuno, distrugge il nostro mare. A proposito, qualcuno ha notizie degli ambientalisti!!!!!!!!!
Originariamente inviato da giuseppe coppola - 19/08/2008 : 20:29:34
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Dopo l'intervento di Coppola c'è stato l'intervento del Dott. De Tommasi
Citazione:Sono soddisfatto dell’andamento della discussione,ci sono proposte serie. Non voglio per il momento mettere altra carne al fuoco. Constato: 1- i politici sono latitanti. I Consiglieri non parlano più, il Sindaco massima autorità sanitaria locale o non viene consigliato o non sa che pesci (si fa per dire) prendere. Il Presidente del Consiglio non sente il dovere di convocare la conferenza dei capigruppo avendone il dovere per valutare l’iscrizione all’ordine del giorno di una discussione sul tema 2- il deputato locale credo stia ridendo sotto i baffi;ma verrà il suo momento. 3- Gli Ufficiali della polizia giudiziaria stanno chiedendo consigli alla Procura. 4- Finalmente è conclamato dalle parole di Coppola che non c’è l’autorizzazione allo scarico. 5- Il nostro Sindaco non sente la necessità e la responsabilità di convocare il Comandante della P.M. per accertare i fatti per l’eventuale notizia di reato 6- La Capitaneria,molto attenta agli scarichi abusivi( denunciò a suo tempo il Comune perché gli operai avevano aperto lo scarico- galleria posto sotto la ferrovia nell’area della rotatoria della Fontana Greca che era intasata di acqua piovana) non si muove; a proposito qualcuno mi sa dire se la Capitaneria è collegata alla fognatura. Il Sindaco dovrebbe far controllare.
Conclusione chiediamo al Presidente Nazionale di Legambiete di commissariale la sezione per incapacità o quanto meno per inefficienza. Poi penseremo anche al Comune.
Originariamente inviato da Luigi De Tommasi - 19/08/2008 : 21:32:08
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ed infine libero
Citazione:Maledetta la mia mano avevo deciso di non intervenire sull'argomento ma non riesco proprio a farne a meno. Ho seguito molto da vicino e da sempre tutte le questioni legate sia al depuratore consortile sia quelle legate al Canale dei Samari. Si è vero che c'è una equa distribuzione delle colpe tra tutti coloro che non se ne fregano di Gallipoli cominciando dalla Regione ,continuando con la Provincia proseguendo con tutte le istituzioni politiche /amministrative e militari locali con la complicità di questi "strani doppiogiochisti" di Lega Ambiente, però c'è da chiedersi COME E QUANDO SI RISOLVERA' IL PROBLEMA? A chi noi poveri cittadini dobbiamo rivolgerci ? Lega Ambiente è latitante ,le istituzioni sono assenti,i politici parlano dell'argomento limitatamente alla campagna elettorale, la magistratura non esiste e intanto il tempo passa . Il danno sia economico che di immagine che stiamo subendo è pazzesco e se si ferma l'indotto turismo(che già ha tante pecche) dove arriveremo?
Originariamente inviato da libero - 19/08/2008 : 21:54:36
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Modificato da - callipolis on 19/08/2008 20:15:19
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Spedito - 19/08/2008 : 20:36:27
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intervengo da moderatore
Ho spostato in questa discussione l'ultimo intervento del Dott. De Tommasi sull'argomento depuratore.
Citazione:Il portavoce del Sindaco o gli spioni del sito assoldati per scrutare, hanno riferito che ora il popolo gallipolino è a conoscenza che di fronte ad una situazione illegale che il Sindaco conosceva, come la conoscevano tutti coloro che hanno partecipato al 1° Consiglio Comunale dopo-barba, il medesimo non sta tutelando i cittadini e non ha assunto alcuna iniziativa per risolvere il problema e per far cessare li stato di illiceità in cui si trova l'impianto? A proposito sarebbe interessante conoscere l'ordine del servizio impartito dal Comandante alla neo assunta moglie o fidanzata dell'ufficiale per vedere se è passata dalla zona del depuratore. Oppure è destinata al servizio d' Ufficio?
Originariamente inviato da Luigi De Tommasi - 19/08/2008 : 22:24:20
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Modificato da - callipolis on 19/08/2008 20:37:20
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Spedito - 19/08/2008 : 21:10:43
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Citazione:.........A proposito, qualcuno ha notizie degli ambientalisti!!!!!!!!!
Originariamente inviato da giuseppe coppola - 19/08/2008 : 20:29:34
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Credo che tutti gli ambientalisti al momento siano in ferie, per quanto riguarda il noto ambientalista che si è affacciato sul forum e poi puntualmente sparito, credo che sia impegnato ad argomentare la sua bizzarra proposta di ticket ecologico.
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Spedito - 19/08/2008 : 23:36:50
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eppure sembrava una tranquilla e sonnacchiosa giornata estiva, di quelle che ti catturano con il loro torpore e ti fanno sembrare lontano anni luce dai problemi.....invece ecco de tommasi con un piglio da gladiatore sembra urlare: "al mio segnale scatenate l'inferno". vediamo un po' se ho capito tutto e bene (cosa difficile per il mio unico neurone): abbiamo un depuratore di proprietà del comune ma gestito dalla ditta dondi o dall'aqp (ancora non ho ben capito) che si basa su un progetto del lontano 1996 che ipotizzava un carico di 40.000 persone. Intanto che il depuratore veniva costruito già ci si accorgeva che non sarebbe bastato a sostenere i carichi che, nel frattempo, erano già a soglie di 140.000, ma ciò non sortì nessuna presa di posizione e nessuna azione correttiva. Nel 2001 Fitto e company pressarono affinchè il depuratore fosse attivato nonostante, intanto, la normativa fosse cambiata e non si prevedesse più nè lo sversamento in falda nè quello in mare salvo (per la seconda ipotesi) ad adeguare l'impianto con una condotta di almeno 1500 metri. Coppola ci dice che si attivò affinchè si adeguasse con un impianto per l'utilizzo delle acque reflue che costò circa 3 milioni di euro ma che ancora non è funzionante. Venneri annunciò, comunque, l'apertura dell'impianto nonostante l'arpa avesse chiaramente detto che l'aqp doveva provvedere immediatamente alla messa in norma con la realizzazione della condotta. Iniziano i primi sversamenti in mare ed ecco che comincia il balletto delle responsabilità: aqp e ditta dicono che è colpa del comune perchè proprietario, il comune dice che è colpa dell'aqp e della ditta perchè gestori dell'impianto. Ultima chicca: il depuratore non avrebbe il permesso di scarico da parte della provincia. Intanto ci troviamo con un impianto costato un patrimonio e per nulla depurante anzi, a periodi, addirittura inquinante. In tutto ciò non mi sembra che qualcuno si sia mosso (parlo del potere politico) per risolvere il problema...... che dire? certo si rimane basiti anche in relazione alle precise ed accurate accuse fatte da utenti che non si "nascondono" dietro un nick e che, quindi, non solo si fanno chiaro carico delle proprie azioni (ma lo facciamo anche noi che usiamo i nick!), ma addirittura sono pronti a scendere sul campo di battaglia. Certo è sintomatico il fatto che stò cazzo (siamo in fascia protetta e non mi sembra di dover andare tanto per il sottile) di depuratore scelga di sversare ogni anno preferibilmente nei giorni di ferragosto o immediatamente a ridosso. Coppola ci dice (e neppure tanto tra le righe) che potrebbe trattarsi di un'oscura regia. Certo è che chi ne va di mezzo sono sempre e solo i cittadini. Sia direttamente, per la questione che ognuno di noi paga in cartella esattoriale il suo contributo per la depurazione (che non avviene o avviene in maniera discontinua e scorretta), sia indirettamente, per via del danno di immagine che ne viene alla città. Da come la vedo io la questione è da manuale, troppe istituzioni, troppi regolamenti hanno, alla fine, garantito lo scaricamento delle responsabilità. Se qualcuno si lamenta con il comune questi lo rimanda alla regione che, a sua volta, lo rimanda alla provincia che fà tornare tutto al comune che dà la colpa all'aqp. Noi, poveri mortali, siamo già stremati al secondo passaggio. Un povero cristo che avesse tempo da perdere si ritroverebbe annegato in un mare di numeri, leggi, regolamenti ed affini che, alla fine, gli farebbero perdere anche il più piccolo barlume di volontà. E qui entrano in gioco i "tecnici". E' stato interessante leggere i passi di de tommasi, di pindinelli, di biagino (a proposito: bià, non vorrai che racconti di quando a taranto ti chiedevano gli orari degli autobus, vero? ) e di coppola, primo perchè, finalmente, sono stati svelati pezzi di storia cittadina di cui nessuno (credo) ne è a conoscenza, secondo perchè stanno galvanizzando l'attenzione su questo problema e la cosa non può che fare del bene alla città. Ora mi chiedo però, oltre a farci promotori affinchè i nostri consiglieri di riferimento portino la questione in consiglio comunale, cosa potremmo concretamente fare? mi spiego (e qui chiedo consiglio alle vecchie volpi della politica): materialmente potremmo intentare una azione giudiziaria o potremmo chiedere il commissariamento della gestione del depuratore? potremmo richiedere una commissione d'inchiesta affinchè si faccia luce sulle responsabilità? Sono sicuro che antonella greco e coppola non si tireranno indietro per richiedere un consiglio monotematico e mi auguro che anche scigliuzzo voglia far parte della cordata e mi piacerebbe che anche liaci prendesse parola o parte in questa storia. Ma al di là delle discussioni politiche che, da quanto capisco, possono solo essere "dimostrative", nessun altro atto concreto potrebbe venirne fuori. Qui la cosa diventa ogni anno sempre più grave, la voce alla fine si diffonde e i cali di interesse verso la città sarebbero veramente enormi. Prezzi fuori controllo, città sporca, nessun servizio e, dulcis in fundo, anche il mare, che fino ad ora è stata l'unica ragione che ha spinto i turisti a venire/tornare, è inquinato! Peggio di così non credo che si possa fare, non penso che megaconcerti o raffazzonati programmi eventi estivi possano nulla contro una tale jattura. Forse il sindaco e la giunta dovrebbero uscire dal torpore, scendere per strada e vedere veramente a cosa ci ha portati la mancanza di visione globale, la scarsa programmazione e la poca illuminata amministrazione della res-pubblica. Per un momento potrebbero anche lasciar perdere le minuzie alle quali si sono votati fino ad ora per dedicarsi al "buon governo". In ultimo mi chiedo: come si può parlare di inserire gallipoli tra le città patrimonio dell'unesco se poi non si riesce neppure a difendere il proprio mare? come si può chiedere ad un turista un ticket se poi gli si nega anche il mare pulito? ma questo è un altro discorso.........

__________________________________________ Posso resistere a tutto ma non alle tentazioni
Illustre conforumiano
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Spedito - 20/08/2008 : 06:12:44
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Caro Brenno, apprezzo la tua pacatezza nell’esposizione e nella sintesi che tu fai. In particolar modo apprezzo le conclusioni a cui, con grande acume, sei arrivato e cioè l’inadeguatezza della classe politica gallipolina ,ma anche provinciale per non dire regionale troppo legata ad interessi che non fanno decollare lo sviluppo. Apprezzo pure la tua affermazione circa la inadeguatezza dell’attuale Sindaco a proporre azioni di ampio respiro e programmatorie in modo che si possano apprezzare cambiamenti strutturali a medio e lungo termine; ma debbo insistere nel porre all’attenzione della nostra discussione il tema della correttezza, trasparenza e partecipazione che i nostri amministratori debbono avere nell’azione amministrativa. Ho posto un problema grande quanto una casa e cioè: la Provincia nel negare il rinnovo dell’autorizzazione allo scarico non lo ha fatto perché come per gli esercizi pubblici il numero dei locali è contingentato, problema che potrebbe essere ovviato chiedendo al Dirigente di Gallipoli di aumentare il contingente numerico degli esercizi pubblici, ma perché non è possibile scaricare i liquami a fior di scoglio. Basterebbe che lo scarico avvenisse al largo perché la Provincia desse l’autorizzazione. Cioè, non si tratta di un problema formale, come suol dirsi “ mena firma ci te costa” , bensì sostanziale, e che coinvolge non solo lo sviluppo del nostro sistema economico ma anche sanitario. Per chi non lo avesse ancora capito( la Provincia da furbacchioni lo hanno capito) se prima avevamo 100 punti di scarico disseminati lungo la nostra costa e solo per gallipoli, ora ne abbiamo solo uno concentrato in un solo posto e per giunta riceviamo, dopo averla ossidata, anche la merda dei nostri cugini di Alezio,Sannicola e Tuglie che siccome hanno risolto i loro problemi strutturali ed hanno partecipato gratis ad un consorzio obbligatorio grazie all’allora Presidente della Regione Di Staso,non hanno sentito il dovere neanche di dare la loro solidarietà e se ne stanno zitti zitti salvo qualche impennata del Sindaco di Sannicola che chiede anche lui “un posto al mare”. Cosa dovrei dire a questo punto? “Ciucci de caddripuli nu sapimu mancu cu nde facimu li fatti nostri”. Il Presidente della Provincia in compenso regala al Lecce Calcio 900.000 euro e sull’argomento depurazione non fa nulla. Ma io mi chiedo se fosse interessata la costa a sud dove vi sono operatori turistici clienti dello studio del figlio o suo, (non ho ben capito) cosa sarebbe successo? Perché per ” par condicio”,all’epoca del solo paventato sversamento dei liquami nel Canale dei Samari,quando per dimostrare solidarietà e smentire qualsiasi pericolo si fece il bagno in quelle acque, dopo aver fatto colazione, ora non si reca a tramontana nella zona dove opera Coppola e compie gli stessi gesti dimostrativi? Non credete che sia finita con il depuratore; posso ancora approfondire la lettura degli atti ufficiali, senza svelare nulla di segreto, e posso anche sbirciare in qualche angolino della mia memoria. A proposito qualcuno mi sa dire se la stampa ufficiale ha colto qualche segnale dalla nostra discussione e se la magistratura ha ricevuto qualche rapporto? Sono dell’avviso che solo la magistratura,e me ne dolgo, può risolvere i problemi di Gallipoli.
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Spedito - 20/08/2008 : 06:13:10
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Inserisco un articolo del novembre 2006, già da me menzionato più volte, dell'Arch. E. Ancora riguardante il depuratore e il suo cattivo funzionamento. Dell'articolo la parte più interessante e che ho voluto evidenziare in grassetto, visto anche l'intervento del consigliere Coppola, è la parte relativa alla condotta sottomarina, che viene molto criticata dall'architetto Ancora dandone diverse motivazioni: economiche e ambientali. Può essere la condotta sottomarina la soluzione al problema o come viene definita nell'articolo è la classica "soluzione all'italiana"? Si può eventualmente potenziare l'impianto di depurazione aggiungendo delle linee di trattamento dei reflui per far fronte al "carico fluttuante" di cui parla l'architetto nell'articolo? O l'attivazione dell'impianto di affinamento delle acque può in qualche modo risolvere il problema? Mi rivolgo in particolare a Giuseppe Coppola, l'impianto di affinamento che tipo di impianto è. E' un impianto di fitodepurazione così come ne parla E. Ancora nel suo articolo o è un impianto che affina le acque in vasche di cemento? Citazione:Possiamo dircelo, adesso che i turisti sono ognuno nella propria città, distratti dall'inverno e dai doveri del Natale consumistico, possiamo dircelo, senza la paura di danneggiare l'immagine della città e l'"industria" del turismo: il mare a Gallipoli anche quest'anno era inquinato. Il depuratore consortile che scarica sulla costa a nord, poco prima di Torre Sabea, anche quest'estate non ha retto all'esplosione demografica, all'aumento improvviso dell'utenza, dovuto alle presenze turistiche. Il fenomeno non ha però nulla di imprevedibile, poiché sono le caratteristiche stesse dell'impianto di depurazione che serve Gallipoli e i comuni di Alezio, Sannicola e Tuglie a rendere impossibile il corretto funzionamento durante la stagione estiva. In particolare è il dimensionamento ad esser palesemente inadeguato, non tenendo conto della fluttuazione dell'utenza durante la stagione estiva. Logica avrebbe voluto, in un polo turistico come quello gallipolino, che, al carico delle residenze e degli impianti produttivi, fosse aggiunto un "carico fluttuante" che facesse fronte all'afflusso turistico. L'impianto, di conseguenza, avrebbe dovuto prevedere linee di trattamento aggiuntive dei reflui, da mettere in azione proprio in corrispondenza degli aumenti dell'utenza. Così non è stato, e, puntualmente, proprio durante la stagione turistica, il nostro tanto "celebrato" mare dà il peggio di sé. La situazione potrebbe però, a breve peggiorare. Le normative vigenti, (D.Lgs.152/99 e s.m.i.) che disciplinano il recapito finale dei reflui depurati impediscono (per fortuna) infatti, lo scarico in falda. Il problema dei depuratori è quindi trovare un "corpo idrico ricettore" come recapito finale per le acque "depurate" (bene o male depurate). Si sta delineando, in questi mesi, una situazione critica per il nostro mare, individuato come "corpo idrico ricettore" da altri bacini di utenza in merito alla depurazione dei reflui urbani. Per il depuratore che serve i Comuni di Casarano, Matino e Parabita, è stato infatti individuato il "Canale dei Samari" (peraltro ora ricompreso in area protetta) come recapito dei reflui depurati. Purtroppo il "Canale dei Samari", allo stato attuale, altro non è che un triste "tubo" di cemento che trasporta, tutto ciò che vi si riversa, direttamente nel cuore della costa sud, tra la località "Baia Verde" e i complessi alberghieri "lievemente" adagiati sulle dune. Il letto e le sponde cementificate del "Canale dei Samari" gli conferiscono, di fatto, un potere "depurativo" prossimo allo zero. A questo si aggiunga che anche per il depuratore consortile dei Comuni di Taviano, Racale e Melissano è stato individuato, come "corpo idrico ricettore", il "Canale Raho" (che conserva un minimo di "naturalità") il quale, essendo affluente del "Canale dei Samari", vedrà inevitabilmente come destinazione finale dei reflui "depurati", lo stesso golfo a sud di Gallipoli. Costa nord e costa sud saranno quindi interessate da uno sversamento di "reflui depurati" direttamente sulla costa; sommando i rispettivi "carichi nominali", nel mare di Gallipoli, si riverseranno i reflui di depurazione di più di 150.000 "abitanti equivalenti". C'è da ricordare che, sulla costa nord, la "foce" della condotta proveniente dall'impianto di depurazione di Gallipoli, ha di fatto interdetto la balneazione per un chilometro di costa. La situazione si fa quindi quanto mai preoccupante per la ricaduta sulle attività direttamente legate al turismo balneare, stabilimenti balneari, alberghi, campeggi e in genere per l'indotto turistico del comprensorio. Ammettendo che, a differenza dell'impianto consortile di Gallipoli, quelli di Casarano e Taviano funzionino come un orologio svizzero anche nei mesi estivi, è tuttavia inevitabile uno scadimento della qualità delle acque di balneazione in termini di intorbidimento e di odore. La qualità delle acque di balneazione, la qualità del nostro mare, anche se può sembrare superfluo ricordarlo, è alla base dell'economia turistica e produttiva, in pratica l'economia stessa della nostra città, il palcoscenico sul quale la nostra città rappresenta la sua immagine, attraverso la quale si riconosce ed è conosciuta. Per valutare a pieno la situazione è bene mettere in luce alcune differenze tra gli impianti sopra citati: i depuratori consortili di Gallipoli e Taviano, in merito alla "qualità" dei reflui in uscita, fanno riferimento a dei parametri meno rigidi, meno restrittivi (fissati dalla cosiddetta "tabella 1") rispetto all'impianto consortile di Casarano (che rispetta i parametri più restrittivi previsti dalla "tabella 4"). In pratica la "qualità" dei reflui in uscita dall'impianto consortile di Casarano è decisamente superiore a quella dei reflui in uscita dai depuratori di Gallipoli e Taviano, ciò nonostante tutti questi impianti non vanno oltre il trattamento secondario delle cosiddette acque nere. I trattamenti preliminari, primari e secondari garantiscono il livello minimo di trattamento delle acque prima dello scarico: la rimozione di parti solide in sospensione, la disoleatura, la rimozione, da parte della "popolazione batterica" presenti nei "fanghi attivi", di parte della sostanza organica, dell'azoto e del fosforo. Sono i trattamenti cosiddetti terziari, che spesso preludono ad un recupero irriguo dell'acqua, che abbattono in maniera decisa i carichi residui di Fosforo, Azoto, metalli pesanti e sostanze inquinanti refrattarie. Che l'impianto consortile di Gallipoli sia sprovvisto di trattamento terziario e che i reflui, di conseguenza, contengano consistenti tracce, quantomeno di azoto, è un'evidenza che è facilmente appurabile. Oltre ai valori più volte fuori norma riscontrati in estate, basta osservare, sulla scogliera (nella cosiddetta zona mesolitorale), in corrispondenza dello scarico, la formazione di un "cornicione" di alghe nitrofile (alghe verdi) tipiche delle acque ad alto tenore di azoto e "nutrienti" ed in genere una verticale caduta della qualità e un marcato impoverimento della comunità biologica marina tipica del sistema litorale. Poiché a Gallipoli ognuno ha il "suo mare", gli affezionati di quel tratto di costa, già tormentato a suo tempo dallo scarico della distilleria, questi fenomeni li avranno facilmente constatati. Per quanto riguarda l'impianto di Gallipoli è in fase di realizzazione un interevento per l'affinamento e il riuso irriguo dei reflui, che sicuramente costituirà un deciso passo avanti, ma lascerà irrisolti sia il problema del malfunzionamento dovuto al carico fluttuante di utenza durante la stagione turistica, sia il problema del recapito finale degli effluenti depurati.
La condotta sottomarina? polvere sotto il tappeto
"Ci troviamo continuamente di fronte a una serie di grandi opportunità brillantemente travestite da problemi insolubili" John W. Gardner (1912-2002), scrittore statunitense
L'attivazione dei depuratori costituisce senza dubbio un passo in avanti per il miglioramento delle condizioni ambientali e igienico-sanitarie di un territorio, tuttavia il problema del deterioramento della qualità delle acque costiere, per una città turistica non è un problema da poco. Nel dibattito che recentemente ha suscitato il problema del recapito finale dei depuratori consortili, si è delineata, tra le altre, una soluzione che, a mio avviso, altro non è che la solita "soluzione all'italiana". In Italia e più che mai nel sud delle emergenze è ormai una deleteria abitudine rispondere ai problemi più urgenti, con soluzioni sbrigative e dispendiose che non risolvono, ma alleviano, o peggio, spostano nel tempo o nello spazio il problema. Purtroppo sono già tanti i problemi che abbiamo frettolosamente e maldestramente nascosto e il tappeto mostra ormai la gobba. Così la soluzione della condotta sottomarina per allontanare gli effluenti finali dalla costa ha, a mio avviso, tutti i caratteri della "soluzione all'italiana". Innanzitutto non ci si può dimenticare del fatto che, lo spostamento di 100 o 1000 metri più in là, lontano dalla costa, non depura ulteriormente gli effluenti del depuratore, che se sono stati fino ad ora fuori norma sulla costa, lo saranno ugualmente a 100 o 1000 metri più distante. Ciò che cambia è naturalmente la capacità depurativa e l'impatto che ha tale scarico sull'ecosistema marino, la costa, ovviamente, è un sistema molto più sensibile del "mare aperto". Non a caso il Regolamento Regionale n.5/1989 ed in particolare l'art.10, comma 2, prevede che "Per gli scarichi nelle acque superficiali e marine dovrà essere assicurata la massima dispersione attraverso idonee condotte subacquee di scarico prolungate fino ad intercettare le correnti." E' qui che entra in gioco la particolare forma geografica del territorio. Le due insenature che la penisola-isola di Gallipoli divide sono, per conformazione fisica, due zone a bassa dinamicità. La presenza di cordoni dunali, sia nel golfo a sud, tra Gallipoli e Punta Pizzo, che nel golfo a nord, tra Gallipoli e Porto Selvaggio, sta a testimoniare come queste due insenature siano due aree in cui la corrente "rallenta e deposita". Ciò comporta che, per intercettare la corrente che "accelera e preleva", la corrente che serve ai fini della corretta dispersione dei reflui trattati in mare, si dovrebbe realizzare una condotta sottomarina tanto lunga quanto dispendiosa e dalla proibitiva manutenzione. A questo si aggiunga il fatto che lungo l'intera costa del territorio si estende una grande prateria di Posidonia oceanica, tutelata da un pSIC mare, un ambiente delicato, esigente in termini di qualità delle acque e prezioso per la produttività del nostro mare. C'è infine un altro aspetto che gioca a sfavore della soluzione condotta sottomarina per lo scarico dei reflui trattati in uscita dai depuratori consortili: si spenderebbero milioni di euro, per creare infrastrutture di difficile manutenzione, senza migliorare la qualità del processo di depurazione, sacrificando una parte consistente di prezioso ecosistema marino e il tutto per buttare a mare qualcosa di cui abbiamo un bisogno vitale, l'acqua.
L'opzione naturale: la fitodepurazione
"Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata" Albert Einstein
"Acqua, acqua in ogni dove e neanche una goccia da bere" urlava il navigante disperato ne "La Ballata del vecchio marinaio" di Samuel Taylor Coleridge. Anche noi circondati dall'acqua e con un estremo bisogno di essa, per la stessa incapacità di assecondare e accettare ciò che la natura ci offre, non possiamo farne uso. Così in una terra aggredita dalla desertificazione, dove l'agricoltura soffre la mancanza di una fornitura costante di acqua per uso irriguo, dove la falda arretra prosciugata dai pozzi e incalzata dall'acqua salata, qualcuno propone di spendere miliardi delle vecchie lire per buttare a mare i reflui trattati. Siamo come un poveraccio squattrinato che si accende le cicche trovate per strada con le banconote di grosso taglio! La soluzione di questo, come di altri problemi, è proprio nella natura, ovvero nella visione ciclica del pianeta come ecosistema chiuso, in cui tutti i processi, quello dell'acqua a maggior ragione, si basano su cicli di risorse disponibili in quantità costanti. La possibilità di utilizzare queste risorse senza renderle indisponibili o inutilizzabili, si basa sulla capacità di creare processi produttivi e di uso i cui residui diventino la materia prima per un nuovo processo o sistema. Si tratta di imitare la natura, come suggeriva Albert Einstein. Le risorse economiche che qualcuno vorrebbe spendere per l'ennesima elefantiaca infrastruttura da addebitare alle prossime generazioni, potrebbero essere spesi per realizzare stadi successivi, trattamenti terziari, di ulteriore affinamento delle acque che permettano il riutilizzo delle acque in agricoltura, per usi industriali, per la rivitalizzazione di ambienti umidi, per la manutenzione delle aree verdi, per il lavaggio delle strade e per qualsiasi altro uso civile non potabile. La fitodepurazione è un sistema di trattamento di acque inquinate che si basa sui processi naturali, sul potere depurativo che ha il complesso "suolo-vegetazione". Si tratta, in pratica, di "costruire" una zona umida, utilizzando le piante tipiche di questi ambienti. Non si tratta di una novità, non lo è almeno per il resto d'Europa e per il nord Italia dove trova largo impiego (soprattutto Toscana, Emilia Romagna e Veneto), spesso e soprattutto come trattamento terziario integrato a sistemi tradizionali. E' paradossale constatare che chi avrebbe meno bisogno di acqua, si preoccupa di recuperarla. Tra i vantaggi della fitodepurazione c'è innanzitutto una vasta gamma, ampliamente sperimentata, di tipologie che si adattano alle differenti esigenze del territorio e dell'utenza, senza interferire (insetti, cattivi odori?) con i costumi e i bisogni della vita urbana. Sono sistemi intrinsecamente naturali e, come tali, sono caratterizzati da un ridotto fabbisogno energetico e tecnologico. Già perché essendo poche le "macchine" al lavoro, l'usura praticamente non esiste e i costi di manutenzione si abbattono ("quello che non c'è non si può rompere"). La manutenzione del resto è per gran parte lavoro da operai non specializzati, molto simile alla manutenzione di un giardino. Di fatto diversi impianti di depurazione sono diventati delle aree a verde aperte al pubblico, con spazi per la sosta, lo svago, il birdwatching, lo sport all'aperto. La fitodepurazione garantisce inoltre una tolleranza molto più ampia rispetto alle oscillazioni del carico e, coniugata al lagunaggio, delle acque può risolvere il problema del recapito, caratteristiche, queste ultima, provvidenziali per un comprensorio turistico. Rispetto alle altre tipologie di trattamento dei reflui, la fitodepurazione richiede chiaramente un impegno di superficie maggiore. A tal proposito, nel nostro territorio sono diversi gli spazi degradati che giacciono abbandonati, tra questi aree umide e, soprattutto cave abbandonate censite dall'ENEA, tra i siti più inquinati della Regione. Il nostro depuratore sorge proprio in una di queste aree, zona "Madonna delle Grazie" dove ampie cave dismesse, come successo in altre situazioni analoghe, potrebbero accogliere le vasche per la fitodepurazione. Il Canale dei Samari attraversa un'area umida per gran parte colmata e obliterata da decenni di pregiudizio e speculazione, questa sarebbe l'occasione buona per riattivarne la funzione fondamentale negli equilibri ecologici e idro-geologici del territorio. È un capovolgimento dell'ottica post rivoluzione industriale. La natura, il suo lavoro, i suoi processi, sostituiscono la macchina, forse un colpo troppo forte per lo stupido orgoglio dell'"homo tecnologicus", forse un trauma per la subcultura "dell'usa e getta" e per l'estetica del "brillantante" ammettere che "Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori" (Fabrizio de Andrè).
Enrico ANCORA
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Modificato da - callipolis on 20/08/2008 09:03:30
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Spedito - 20/08/2008 : 07:29:32
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Citazione: .... Nel 2002 fui da vicesindaco l'unico ad essere contrario a quella frettolosa inaugurazione paventando i guai che successivamente si sono verificati ed ancora si verificano. L'anno successivo quando io non ero più vicesindaco e si verifico il primo grosso sversamento in acqua con numerosi ricoveri in ospedale per infezioni viscerali, sentii il dovere di telefonare all'amico Coppola per significargli la solidarietà all'imprenditore che era stato così fortemente danneggiato dallo sversamento, ......
Originariamente inviato da ElioPindinelli - 19/08/2008 : 11:59:53
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Citazione: Nel frattempo l'impianto di depurazione consortile è stato attivato e, da subito, già nel 2003, agli atti del comune di Gallipoli vi sono una serie innumerevole di certificazioni dell'ARPA Puglia che, in maniera egregia e sopratutto dimostrando straordinaria professionalità, hanno previsto e denunciato quanto sarebbe accaduto qualora non fossero stati attivati i necessari interventi da loro richiesti. Comunicando anche alla magistratura ogni loro intervento. Nel 2005, ricordate bene questa data, il 15 agosto, si è verificato l'evento più grave. La mattina, il mare si presentava di una colorazione marrone per una superficie pari ad oltre 1 km di lunghezza e 300 mt di larghezza. ..... ..... Lo stesso evento si è verificato il 17 agosto 2006, il 14 agosto 2007 ed il 16 agosto u.s. .... ...... Ma quale è la cosa più sconcertante di tutte ? La provincia di Lecce non ha rinnovato l'autorizzazione allo scarico a mare ad AQP e nonostante tutto, AQP continua a scaricare, fuori norma, così come denunciato dall'ARPA in più occasioni, e nessuno interviene.
Originariamente inviato da giuseppe coppola - 19/08/2008 : 20:29:34
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Come ho già anticipato nel 3d sulle Spiagge e Acquee Balneabili di Gallipoli http://forum.salentovirtuale.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=1753&whichpage=3 ,
Citazione:Vista la piega che stà prendendo la discussione sul Depuratore consortile di Gallipoli http://forum.salentovirtuale.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=1820 non mi stupisce il fatto che sia il Ministero della Salute, che l'ARPA Puglia hanno dichiarato NON BALNEABILI le acquee antistanti la Città di Gallipoli .......
E pensare che in queto 3d sembravo un visionario pazzo .....
EVVIVA I PAZZI
Piuttosto, giusto per rincarare la dose, mi risulta che Il Circolo della Vela non sia allacciato alla fognatura, e scarichi direttamente in mare .......
.... quanti dubbi e quanta curiosità .....
Originariamente inviato da kashiwara - 20/08/2008 : 09:09:36
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A CASA BRUSCIATA MINTIMU FOCU ...... avanti miei prodi Neroni!
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Spedito - 20/08/2008 : 11:08:15
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Grande e bello questo dibattito a più voci. C'è cuore c'è coraggio. Ma il problema è sempre a monte. Perciò io resto sempre del mio parere...
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Spedito - 20/08/2008 : 11:17:33
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Grande dinomagno !!!!!! Ma nu te scurdare te l'ambientalisti vinduti te .........
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Spedito - 20/08/2008 : 12:05:24
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Citazione:Grande dinomagno !!!!!! Ma nu te scurdare te l'ambientalisti vinduti te .........
Originariamente inviato da libero - 20/08/2008 : 12:17:33
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E' vero, me ne ero scordato. Ho corretto l'immagine...cuntent?
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Spedito - 20/08/2008 : 15:40:35
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Aspettando che queste notizie rimbombino fuori dal Forum, mi piace citare qualche brano della dichiarazione d’indipendenza del Corriere della Sera, solo per il piacere di ricordare, quando parliamo di giornalisti, da dove si era partiti……..
……..Indipendenza del giornale e dei giornalisti dal potere politico, indipendenza dai gruppi di pressione, "particolare impegno nell'informazione intorno ai problemi sociali, culturali, civili e ambientali a sostegno delle soluzioni più moderne, avanzate, idonee a eliminare gli squilibri, gli ingiustificati privilegi, le posizioni parassitarie, ed a promuovere il progresso verso una società più giusta ed equilibrata"……………
e ancora:
……."informare significa, oltre che riferire gli avvenimenti, esplorarne le cause più profonde, indagare sui retroscena, non nascondere nulla. Una libera stampa che porti tutto alla luce del sole, senza complicità con gruppi d'interesse……
Dove e’ la stampa indipendente? Dove sono i giornalisti liberi?
P.S. Biagio scusa ...non lo faccio piu' e per punizione vado dietro la lavagna...
carpe diem
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Spedito - 20/08/2008 : 16:34:07
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giusto Kashi! "a casa brusciata mintimu focu"......forse ci farebbe comodo uno dei tanti piromani che d'estate girano per la puglia ma in assenza mi sono attrezzato:

....voglio spingere oltre il mio modesto contributo alla questione e così, caso mai non fosse sufficiente il fiammifero, ecco che, per prudenza, ho portato.......

caro de tommasi, non ho assolutamente sottovalutato la questione che hai portato alla ribalta. E' talmente grave che peggio di così ci può essere solo un terremoto (allah il misericordioso ce ne scampi!). Stamattina, come ogni mattina, ho comprato i giornali e, senza troppa meraviglia, non ho trovato il minimo accenno al problema. Ma non avevo dubbi, come si può chiedere al quotidiano di pubblicare qualcosa che non celebri i fasti delle amministrazioni e taccia, invece, sui problemi. Da tempo non leggo articoli della margarito che, addirittura, non si è più fatta sentire sul forum, al contrario, ogni giorno, siamo pieni di proclami circa le iniziative "lungimiranti" di una politica piccola piccola che pensa di poter risolvere lo stato di insofferenza e di insoddisfazione dei cittadini solo con il solito "panem et circenses"......Come dicevo al telefono con il mio alter ego (kashiwara), vorrei capire se è possibile, per noi cittadini, appellarsi a qualcosa che non sia la solita "manifestazione", il solito banchetto per raccogliere firme o il solito convegno organizzato e poi, spesso, "pilotato". Mi chiedo se esiste la possibilità di una specie di class-action dei cittadini contro l'ennesimo sberleffo alla trasparenza e al buon governo. Sono convinto che la questione si sia ridotta in questi termini perchè i nostri politici non sono preparati e non sanno di cosa si sta parlando. La fretta di aggiungere una tacca ad una scheletrica palma res spinse a suo tempo venneri ad ignorare le "raccomandazioni" della provincia (o dell'arpa non ricordo bene) per la modifica dell'impianto. Quasi a dire "sine, poi vitimu", incurante del fatto che i nodi vengono sempre al pettine, ora siamo in piena emergenza sia dal punto di vista della purezza delle acque sia dal punto di vista dell'immagine della città che ne esce oggettivamente a pezzi. Forse ancora non ha capito che si sta minando pericolosamente una parte importante di impreditoria basata sul turismo. Dal sito del sindaco, sotto "progetti realizzati" emerge:
Citazione:DEPURATORE: obiettivo da sempre inseguito, ma che è stato RAGGIUNTO SOLO DALLA AMMINISTRAZIONE VENNERI. |
e poi:
Citazione:Le 4 VELE di Legambiente: obiettivo raggiunto per 2 anni consecutivi. Situazione ereditata: 2 vele |
C'è sicuramente da dire che è riuscito ad "aprire" l'impianto, i malpensanti dicono su pressione di fitto ...... ma queste sono solo dicerie da scribacchino , doveva lanciare la sua immagine, doveva mostrare bandiera e quindi, è normale che si sia "dato da fare". Se, però, avesse avuto un minimo di lungimiranza politica avrebbe fatto il diavolo a quattro per trovare una soluzione per impedire che accadessero gli "incidenti" ai quali ormai siamo abituati. Risulta strano, inoltre, come sia riuscito ad ottenere le 4 vele per due anni consecutivi! sicuramente sarà bastato far sapere che il depuratore era in funzione, senza che nessuno si sia recato sul posto ad accertarsi dei reali limiti presentati dall'impianto. Ora si piange sul latte versato.....veramente solo noi del forum perchè non mi sembra che nessun altro si stia dando pena. Rimane il problema, condotta o fitodepurazione che siano le modifiche da adottare, nessuno si sta adoperando affinchè la prossima estate non accada il solito sversamento di ferragosto. Ho letto con molto interesse la teoria sulla fitodepurazione dell'amico enrico ancora, giovane di talento e dalla mente pronta e sveglia. Non essendo un tecnico non mi esprimo, per me è importante che il problema si risolva in tempi brevi (relativamente). Mi chiedo, però, la fitodepurazione è indicata dallo stesso ancora come sussidiaria di un trattamento terziario Citazione:trattamento terziario integrato a sistemi tradizionali |
che, da quanto credo di aver capito, non esiste nel caso del nostro (?) depuratore, non si dovrebbe, quindi, comunque modificare l'impianto per permettere la decantazione delle acque affinchè fosforo e metalli pesanti non vadano in circolo in natura? ..... lo ripeto, non essendo un esperto faccio domande alle quali mi piacerebbe avere delle risposte. La tecnica delle condotte subacquee di almeno 1500 metri è abbastanza utilizzata un po' dappertutto, per semplificare diciamo che gli scarichi vengono convogliati al largo, qui le acque "pesanti" si depositano nel fondo e mano a mano vengono "depurate" sia dall'azione dei raggi solari sia dalle correnti che disperdono i liquami. La restante acqua scaricata, più "leggera" viene a galla piano piano ed è sottoposta all'azione benefica dei raggi solari che la depurano. Anche questa soluzione è "naturale", nessuna macchina, nessun ingranaggio che si inceppa, sicuramente la condotta avrà dei costi di manutenzione che non credo, però, siano proibitivi. Si tratterà al massimo di sostituire un pezzo di condotta ogni 10 anni. Intanto si potrebbe iniziare a mettere a posto i pezzi: concertare un'azione con il consorzio di bonifica e avviare la piantumazione delle erbe fitodepuranti che non credo crescano in una sola notte. Non penso che aqp non voglia prendere a carico l'impianto di riutilizzo delle acque solo perchè "oneroso", penso, piuttosto, che si tratti di una questione molto più grossa, non vorrei che i tecnici dell'aqp si siano resi conto che l'impianto non riuscirebbe a rendere "accettabile" il tasso di "inquinamento" delle acque da sversare nei campi. E' probabile che l'aqp, in autotutela, non voglia trovarsi nella condizioni di dover far fronte a centinaia di cause per aver fornito acque per nulla depurate. Se così fosse saremmo a dodici: non solo un impianto di depurazione costato milioni di euro che non "regge" il carico antropico estivo, ma anche un impianto di riutilizzo delle acque reflue costato anch'esso milioni e che non serve a nulla! bell'esempio di buona amministrazione del denaro pubblico, tanto valeva costruirlo con il lego e non collegarci nulla.......

__________________________________________ Posso resistere a tutto ma non alle tentazioni
Modificato da - brenno on 20/08/2008 16:37:40
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Spedito - 20/08/2008 : 18:47:00
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Ho avuto notizia che è arrivato il nuovo Prefetto. Presentiamo la parte pù significativa della discussione al Prefetto invitandolo a leggere non solo i giornali di regime ma anche questo strumento di democrazia partecipativa. Credo che la stessa cosa dovremmo fare con il nuovo Procuratore della Repubblica. Mandiamogli anche questa foto scattata ad Orgosolo.
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Spedito - 21/08/2008 : 06:19:42
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Citazione: La tecnica delle condotte subacquee di almeno 1500 metri è abbastanza utilizzata un po' dappertutto, per semplificare diciamo che gli scarichi vengono convogliati al largo, qui le acque "pesanti" si depositano nel fondo e mano a mano vengono "depurate" sia dall'azione dei raggi solari sia dalle correnti che disperdono i liquami. La restante acqua scaricata, più "leggera" viene a galla piano piano ed è sottoposta all'azione benefica dei raggi solari che la depurano. Anche questa soluzione è "naturale", nessuna macchina, nessun ingranaggio che si inceppa, sicuramente la condotta avrà dei costi di manutenzione che non credo, però, siano proibitivi. Si tratterà al massimo di sostituire un pezzo di condotta ogni 10 anni. Intanto si potrebbe iniziare a mettere a posto i pezzi: concertare un'azione con il consorzio di bonifica e avviare la piantumazione delle erbe fitodepuranti che non credo crescano in una sola notte. Non penso che aqp non voglia prendere a carico l'impianto di riutilizzo delle acque solo perchè "oneroso", penso, piuttosto, che si tratti di una questione molto più grossa, non vorrei che i tecnici dell'aqp si siano resi conto che l'impianto non riuscirebbe a rendere "accettabile" il tasso di "inquinamento" delle acque da sversare nei campi. E' probabile che l'aqp, in autotutela, non voglia trovarsi nella condizioni di dover far fronte a centinaia di cause per aver fornito acque per nulla depurate. Se così fosse saremmo a dodici: non solo un impianto di depurazione costato milioni di euro che non "regge" il carico antropico estivo, ma anche un impianto di riutilizzo delle acque reflue costato anch'esso milioni e che non serve a nulla! bell'esempio di buona amministrazione del denaro pubblico, tanto valeva costruirlo con il lego e non collegarci nulla.......


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Originariamente inviato da brenno - 20/08/2008 : 18:34:07
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Bene ho fatto a postare quel benedetto articolo, mi spiace che E. Ancora non faccia parte del forum, sarebbe interessante sentire il suo parere da esperto. Comunque ho voluto riprendere quest'ultima parte del discorso di Brenno perchè volevo evidenziare due aspetti, il primo le correnti che interessano le due insenature di Gallipoli a tramontana e a scirocco. Secondo E. Ancora sono correnti deboli lo si capisce dal fondo marino dunale delle insenature, nell'articolo si legge:
Citazione:E' qui che entra in gioco la particolare forma geografica del territorio. Le due insenature che la penisola-isola di Gallipoli divide sono, per conformazione fisica, due zone a bassa dinamicità. La presenza di cordoni dunali, sia nel golfo a sud, tra Gallipoli e Punta Pizzo, che nel golfo a nord, tra Gallipoli e Porto Selvaggio, sta a testimoniare come queste due insenature siano due aree in cui la corrente "rallenta e deposita". Ciò comporta che, per intercettare la corrente che "accelera e preleva", la corrente che serve ai fini della corretta dispersione dei reflui trattati in mare, si dovrebbe realizzare una condotta sottomarina tanto lunga quanto dispendiosa e dalla proibitiva manutenzione |
Sono stati fatti degli studi sulle correnti marine, siamo certi che una condotta di 1500 m vada ad intercettare la corrente che accelera per poi disperdere a largo i reflui? Vista la serietà di Coppola credo che se fosse rimasto lui come assessore ciò sarebbe avvenuto, per sua stessa ammissione però lasciò l'incarico di assessore a vantaggio dell'Udc e di altri componenti di Forza Italia, il problema è perciò capire come i tecnici di AqP pugliese abbiano stabilito quella distanza di 1500? Secondo aspetto: tipo di impianto e dimensionamento dello stesso. Che tipo di impianto è quello di affinamento delle acque, passando dal depuratore e lo faccio spesso dò sempre uno sguardo agli impianti e ciò che vedo sono solo vasche di cemento, il dimensionamento del nuovo impianto come è stato calcolato. E' possibile che i dubbi sollevati da Brenno siano concreti?
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Spedito - 21/08/2008 : 10:40:14
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scusa se insisto callipolis, non sono sicuro che siano stati fatti seri e recenti studi sulle correnti, ciò che afferma enrico ancora mi sembra, piuttosto, una conseguenza tratta da un'osservazione. Mi spiego: lui dice che la presenza di due cordoni dunali a sud e a nord testimonia il fatto che le correnti siano "lente". Può essere ma anche no. Possiamo discutere fino alla nausea ma se non si fanno osservazioni mirate e con strumentazione idonea possiamo affermare tutto e il contrario di tutto! Alla tesi di enrico potrei, allora, opporre la mia: sul litorale nord, in epoca neppure tanto lontana, si stendeva la tonnara, i tonni arrivavano (e arrivano ancora) fino lì perchè inseguivano la corrente che, non credo, fosse "lenta" nè, tantomeno, "debole". Non credo che nel corso di 50 anni le cose siano cambiate di molto. Il prolungamento del braccio del porto avrà sicuramente "deviato" qualcosa ma non credo che abbia interessato in maniera importante il litorale nei pressi da porto gaio in su. Come vedi parliamo per ipotesi e possiamo dimostrare tutto. Forse è il caso che si pensi ad un serio studio sulle correnti a gallipoli che non fu fatto neppure in occasione dei lavori di ampliamento del porto. Non è, comunque, questa la materia del contendere, quanto il fatto che, per l'ennesima volta, si sia dimostrato quanto sia facile sperperare denari pubblici senza aver cognizione degli eventuali, futuri, danni alla città! Su questo, credo, bisognerebbe combattere. La fretta di aggiudicarsi un merito ci ha portati ad avere un impianto funzionante(?), forse, al 10%. Un progetto nato nel 1996 e portato avanti senza modificarlo nonostante ci siano state numerose segnalazioni circa l'inadeguatezza dell'impianto stesso. Un'idea di riutilizzo delle acque reflue che, allo stato dei fatti, rimane solo idea poichè l'impianto non è stato preso in carico dall'aqp e, inoltre, non si sono avviati i contatti con il consorzio di bonifica.

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Modificato da - brenno on 21/08/2008 10:49:54
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Spedito - 21/08/2008 : 11:09:03
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E con il rischio, aggiungo io, che data la incapienza del depuratore i liquami non trattati o mal trattati finiscano non solo al ridosso del litorale nord ma anche, attraverso il canale dei Samari, sul litorale sud. Penso però che stiamo all'emergenza e bisogna fare assolutamente la condotta sottomarina per smaltire l'esubero eventuale della depurazione non assorbita dalla distribuzione in agricoltura. Nel frattempo bisogna attivare tutti gli studi utili per rendere efficientissimo il ciclo di depurazione. Se perdiamo tempo nel discutere sul da farsi seguendo scuole di pensiero diverse e contrastanti, avremo sempre lo scarico dei liquami a ridosso delle coste.
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Spedito - 21/08/2008 : 15:41:21
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Citazione:scusa se insisto callipolis, non sono sicuro che siano stati fatti seri e recenti studi sulle correnti, ciò che afferma enrico ancora mi sembra, piuttosto, una conseguenza tratta da un'osservazione. Mi spiego: lui dice che la presenza di due cordoni dunali a sud e a nord testimonia il fatto che le correnti siano "lente". Può essere ma anche no. Possiamo discutere fino alla nausea ma se non si fanno osservazioni mirate e con strumentazione idonea possiamo affermare tutto e il contrario di tutto! Alla tesi di enrico potrei, allora, opporre la mia: sul litorale nord, in epoca neppure tanto lontana, si stendeva la tonnara, i tonni arrivavano (e arrivano ancora) fino lì perchè inseguivano la corrente che, non credo, fosse "lenta" nè, tantomeno, "debole". Non credo che nel corso di 50 anni le cose siano cambiate di molto. Il prolungamento del braccio del porto avrà sicuramente "deviato" qualcosa ma non credo che abbia interessato in maniera importante il litorale nei pressi da porto gaio in su. Come vedi parliamo per ipotesi e possiamo dimostrare tutto. Forse è il caso che si pensi ad un serio studio sulle correnti a gallipoli che non fu fatto neppure in occasione dei lavori di ampliamento del porto. Non è, comunque, questa la materia del contendere, quanto il fatto che, per l'ennesima volta, si sia dimostrato quanto sia facile sperperare denari pubblici senza aver cognizione degli eventuali, futuri, danni alla città! Su questo, credo, bisognerebbe combattere. La fretta di aggiudicarsi un merito ci ha portati ad avere un impianto funzionante(?), forse, al 10%. Un progetto nato nel 1996 e portato avanti senza modificarlo nonostante ci siano state numerose segnalazioni circa l'inadeguatezza dell'impianto stesso. Un'idea di riutilizzo delle acque reflue che, allo stato dei fatti, rimane solo idea poichè l'impianto non è stato preso in carico dall'aqp e, inoltre, non si sono avviati i contatti con il consorzio di bonifica.


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Originariamente inviato da brenno - 21/08/2008 : 12:40:14
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Scusami Brenno ma la fretta di scrivere stamattina mi ha portato ad esprimermi male. Il senso del mio discorso era propro quello di capire/sapere se nello stabilire la distanza di 1500 sia stato fatto uno studio a monte sulle correnti. La scelta della condotta è una scelta basata su uno studio delle correnti marine che quindi dovrebbero aiutare a disperdere i reflui o è una soluzione adottata così, perchè è quella più utilizzata in altre realtà? Per quanto riguarda il progetto del depuratore se non ricordo male è molto più vecchio di quello che dici. Se non mi sbaglio è del 1989, ma qui ci potrebbe aiutare E. Pindinelli. E' vero però che andò in Commissione Edilizia solo nel primo mandato ricevuto da Fasano.
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Spedito - 21/08/2008 : 16:19:05
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..... ao vagnuni ..... e nu be tati nu picchi te cansa .....
Il Sig. Sindaco Dott. Venneri ce l'ha nel Suo Programma:
Citazione: LE POLITICHE DELLE INFRASTRUTTURE
Attenzione e vicinanza al cittadino. L’Amministrazione sarà chiamata a prestare attenzione, sopra ogni cosa, a tutti gli interventi necessari per migliorare la qualità della vita, legati alla quotidianità.
Per questo motivo si proseguirà nel lavoro già sperimentato in questi anni. Un particolare intervento sarà quello finalizzato alla manutenzione e riqualificazione di alcune zone degradate della Città, come già avvenuto durante la prima esperienza di Governo per le zone Le Perez e Lido S. Giovanni, viale Bari e via Udine.
Si proseguirà sul cammino già tracciato, dunque, vale a dire lo stesso che ha consentito di realizzare servizi a vantaggio della cittadinanza. Lo dimostra, ad esempio, la prossima attivazione dell’impianto di depurazione dei liquami, progetto che a breve verrà completato con l’attivazione del riutilizzo delle acque refluee in agricoltura: tale sistema porrà Gallipoli ai primi posti nella sempre più difficile lotta agli sprechi idrici, facendo diventare la nostra città un modello di riferimento.
http://www.giuseppevenneri.it/programma.asp
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.... e cci porcaria ca siti ...... spattati nu picchi e ..... queti, ca sta fatiene pe bbui ....
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Spedito - 21/08/2008 : 16:49:23
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Citazione:la nostra città un modello di riferimento.[/u][/b]
Originariamente inviato da kashiwara - 21/08/2008 : 17:19:05
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Ci scuperta. Siamo già un modello di riferimento in negativo. Tantu ca sciamo sempre te retu a retu comu li zzucari
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Spedito - 21/08/2008 : 17:23:17
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Citazione: ..... ao vagnuni ..... e nu be tati nu picchi te cansa .....
.................
.... e cci porcaria ca siti ...... spattati nu picchi e ..... queti, ca sta fatiene pe bbui ....
Originariamente inviato da kashiwara - 21/08/2008 : 18:19:05
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ca quiddhu me spauriscia, u fattu ca sta fatjiene pe nui ...... l'ave titta puru lu liaci ca sta fatjiene a "ritmi serrati"........


__________________________________________ Posso resistere a tutto ma non alle tentazioni
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Spedito - 21/08/2008 : 17:25:34
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.... te vagliò, nu stai bbonu ....
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Spedito - 21/08/2008 : 17:27:55
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stà peggioru te quandu t'aggiu canusciutu! jeu era nu bravo vagnone......

__________________________________________ Posso resistere a tutto ma non alle tentazioni
Modificato da - brenno on 21/08/2008 18:00:30
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Spedito - 23/08/2008 : 06:21:04
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Per gentile concessione del consigliere comunale Tommaso Scigliuzzo inserisco questo documento relativo ai due impianti di depurazione.


Da questo documento si vede chiaramente che solo una parte dei reflui del primo impianto verrà convogliato nel nuovo impianto per essere affinata e depurata ulteriormente per un eventuale riutilizzo in agricoltura. Si parla in particolare di un' aliquota della portata complessivamente depurata nel primo impianto. Tuttavia non si esclude che l'eventuale esubero venga scaricato in mare attraverso il canale dei Samari. Quindi ha ragione il dott. De Tommasi circa i timori che nel caso di cattivo funzionamento di entrambi gli impianti anche la parte di scirocco sia a rischio. Il documento parla della condotta sottomarina che stando a quanto ho capito, è in sostanza la soluzione finale.
_____________________ .....in medio stat virtus.....
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Spedito - 23/08/2008 : 09:18:19
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Grazie Callipolis. Questa lettera conferma ciò che si è sempre detto. Lo scarico non è a servizio di emergenza del depuratore (che in qualche modo sarebbe anche se non concepibile, scusabile) bensì è in vero e proprio scarico delle acque del depuratore a ridosso della costa. E non mi si dica che è perfettamente depurata. A che cosa servirebbe sennò l'ulteriore stazione di depurazione per la distribuzione in agricoltura? E' provato che la Provincia non ha dato (ma perchè per legge non la può dare) l'autorizzazione allo scarico, però l'AQP scarica tranquillamente. Ma a parte tutto questo mi fa specie il tono quasi da suddito supplicante del Sindaco (era Venneri nel 2005) usato nella lettera postata e datata 26 settembre 2005 (es. Voglia prendere in considerazione... Programmazione volta all'ottimizzazione...Lo scarico rappresenta un forte limite alla fruibilità turistica dell'area in cui è presente lo scarico...) Fino quasi achiedere scusa del fatto che il Piano Direttore non avesse previsto la tubazione sottomarina per il depuratore di Gallipoli(come faceva a prendere posizione a muso duro contro il suo Presidente Fitti?). Ma vi sembra questa la grinta necessaria per affrontare certe questioni? E dire che quella lettera è stata fatta a breve distanza dal primo evento conderevolmente grave di inquinamento marino sotto costa di cui al post di Giuseppe Coppola che così ha precisato: "Nel 2005, ricordate bene questa data, il 15 agosto, si è verificato l'evento più grave. La mattina, il mare si presentava di una colorazione marrone per una superficie pari ad oltre 1 km di lunghezza e 300 mt di larghezza".
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Spedito - 24/08/2008 : 07:59:06
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Citazione:Grazie Callipolis. Questa lettera conferma ciò che si è sempre detto. Lo scarico non è a servizio di emergenza del depuratore (che in qualche modo sarebbe anche se non concepibile, scusabile) bensì è in vero e proprio scarico delle acque del depuratore a ridosso della costa. E non mi si dica che è perfettamente depurata. A che cosa servirebbe sennò l'ulteriore stazione di depurazione per la distribuzione in agricoltura? E' provato che la Provincia non ha dato (ma perchè per legge non la può dare) l'autorizzazione allo scarico, però l'AQP scarica tranquillamente. Ma a parte tutto questo mi fa specie il tono quasi da suddito supplicante del Sindaco (era Venneri nel 2005) usato nella lettera postata e datata 26 settembre 2005 (es. Voglia prendere in considerazione... Programmazione volta all'ottimizzazione...Lo scarico rappresenta un forte limite alla fruibilità turistica dell'area in cui è presente lo scarico...) Fino quasi achiedere scusa del fatto che il Piano Direttore non avesse previsto la tubazione sottomarina per il depuratore di Gallipoli(come faceva a prendere posizione a muso duro contro il suo Presidente Fitti?). Ma vi sembra questa la grinta necessaria per affrontare certe questioni? E dire che quella lettera è stata fatta a breve distanza dal primo evento conderevolmente grave di inquinamento marino sotto costa di cui al post di Giuseppe Coppola che così ha precisato: "Nel 2005, ricordate bene questa data, il 15 agosto, si è verificato l'evento più grave. La mattina, il mare si presentava di una colorazione marrone per una superficie pari ad oltre 1 km di lunghezza e 300 mt di larghezza".
Originariamente inviato da abatem83 - 23/08/2008 : 10:18:19
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Come ho avuto modo di dire in occasione del mio precedente intervento sulla questione depuratre, sono molto preparato. E sento quindi il dovere di intervenire per chiarire alcuni punti appena letti. La lettera inviata dal sindaco Venneri il 26 settembre 2005 non è rivolta a Fitto bensì a Vendola ( le elezioni regionali si sono tenute nell'aprile del 2005 ); la Pronvincia, in prima richiesta ha rilasciato regolare autorizzazione allo scarico, condizionata solo da un parere della ASL che esprimeva parere favorevole solo a condizione dellla realizzazione della condotta sottomarina. A richiesta di rinnovo da parte di AQP, la provincia, a seguito dei numerosi sforamenti dei limiti così come certificato dall'ARPA, non ha "rinnovato" l'autorizzazione allo scarico. Comunque, credo sia completamente inutile una sorta di caccia alle streghe alla ricerca di responsabilità. Nel 2000 si programmavano gli interventi degli impianti di depurazione in funzione di una emergenza ambientale con caratteristiche differenti rispetto a quella attuale. Molti erano i comuni in cui non vi era neanche rete idrica e fognante. Oggi, si programma in virtù di altri problemi. Ciò che serve è una presa di coscienza da parte del Consiglio Comunale di Gallipoli affinchè il problema "depuratori" diventi prioritario come soluzione e non motivo di discussione soo in occasione di qualche spiacevole situazione emergenziale. Saluti
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Spedito - 24/08/2008 : 23:07:28
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E dal 26/9/2005 ad oggi la regione non ha mai risposto???? Sono passati quasi 3 anni... Esiste una stima del costo di questa operazione?
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Spedito - 25/08/2008 : 15:19:17
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Citazione: La lettera inviata dal sindaco Venneri il 26 settembre 2005 non è rivolta a Fitto bensì a Vendola ( le elezioni regionali si sono tenute nell'aprile del 2005 )
Originariamente inviato da giuseppe coppola - 24/08/2008 : 09:59:06
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Credo infatti che Abatem si riferisse all'imbarazzo di Venneri (nello scrivere a Vendola) per il fatto che in fase di prima progettazione non era stato previsto lo scarico a mare sotterraneo.
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Spedito - 03/09/2008 : 09:27:18
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Caro callipolis ho buone notizie per te,qualche post fa hai detto :dove sono gli ambientalisti?ebbene si.....a volte ...ritornano.Dal quotidiano di oggi ....Manna:<<La collaborazione tra pubblico e privato nel recupero dei propri e' un fatto molto positivo>>.Bravo manna ho esclamato leggendo l'articolo,mapoi andando avanti ho capito dove voleva arrivare;praticamente (dopo un giro di parole tipo :a genova c'e' il mare)conclude dicendo<<la nostra associazione si candida come ente in grado di GESTIRE questo nuovo utilizzo della chiesa dei samari(considerato che i finanziamenti sono stati trovati)come accade del resto per realta' storico-culturali di prestigio nel salento,aggiunge poi offriamo garanzie di efficienza e trasparenza per assurgere a tale ruolo>>.Io dico:altre associazioni tipo Gallipoli nostra che bene hanno lavorato in passatoe bene stanno lavorando adesso non sarebbero in grado di gestire la chiesa di san pietro dei samari?perche' ci deve mettere il naso il latitantemaurizio manna?il compito di legambiente e' quello di salvaguardare il territorio da abusi e inquinamento non di buttarsi a capofitto per "gestire".Invece di "caldeggiare vivamente"l'intervento dei privati per un progetto di restyling della zona,che si desse da fare per la questione del canale dei samari,del depuratore consortile e della questione della fabbrica dei radiofarmaci ,atro che investimento innovativo,voglio vedere le acque (ripulite)dalla radioattivita' che fine fanno,voglio sapere anche CHI stabilisce che le acque possono essere scaricate nella fogna,altro che villeggiatura sulla goletta verde a distribuire bandierine a destra e a manna , acca' nisciunu e fessa (come dice dinomagno).
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Spedito - 03/09/2008 : 09:53:55
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Quanta ragione hai gazzella54. Legambiente rincorre la gestione del Parco (e vedrai come Gallipoli otterrà la sesta vela). Vuole la gestione dell'Isola S. Andrea, ora pretende quella della Chiesa di S. Mauro (che è proprietà privata), magari anche la gestione delle chiese del Castello del mare dell'alba e dei tramonti di Gallipoli. E' un business e per esso si è disposti a fare i lecchini del potere di turno.
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Spedito - 03/09/2008 : 11:37:45
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Cari Gazzella ed Abatem da quanto tempo denunciavo questa cosa ? Da quanto tempo denunciavo che a manna e legambiente interessava solo la gestione del parco? Interessi solo interessi!!!!! Ricordo ancora quel Consiglio Provinciale che riguardava lo sbocco fognario di Taviano e Casarano dove c'erano rappresentanti di partito ,operatori turistici,liberi cittadini che quel giorno non hanno lavorato per sapere le sorti del mare e quindi del turismo di gallipoli, e loro dov'erano? Non se ne fregarono niente neanche della raccolta delle firme. E tutto perchè ? Perchè non c'era "interesse" . Ribadisco quello che voi avete già detto: SARANNO SEMPRE LECCHINI DI CHI COMANDA ALTRIMENTI IL GIORNALISTA GALLIPOLINO NON LI AVREBBE SICURAMENTE INTERVISTATI......
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Spedito - 03/09/2008 : 11:38:57
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Grazie per la segnalazione gazzella54, stamattina ho dato uno sguardo all'articolo apparso sul Quotidiano, tuttavia non gli ho dato troppa importanza. Come ho già detto gli ambientalista o pseudo ambientalisti erano andati in ferie in questo periodo e oggi 3 settembre alla spicciolata ritornano rinvigoriti dal meritato riposo pronti a dare battaglia per le grandi questioni ambientali (depuratore, erosione dunale, Parco ecc.)
Ma quando mai! Vogliono solo la gestione della Chiesa dei Samari e come ha già detto abaten83 magari del Parco. E chiamali scemi.
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