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 Evento: IL CORPO NUDO mostra fotografica di MAX HAMLET SAU
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matinese
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IL CORPO NUDO mostra fotografica di MAX HAMLET SAU
sabato 7 aprile 2007



Autore: Max Hamlet Sauvage
Titolo : 100 fotografie - “Il corpo nudo”(Metafore del desiderio : omaggio all’universo femminile)
Sede: LA CASA DEGLI ARTISTI contenitore d'arte e di ospitalità
via Lepanto, 1/9 - 73014 Gallipoli (LE) - Tel. 0833/26.18.65
www.lacasadegliartisti.it
Curatori: Toti Carpentieri / Eugenio Giustizieri
Inaugurazione: Dal 7 al 30 Aprile 2007 - Vernissage ore 18.30
Orari: Dalle 17.30 alle 22.00
Ingresso: Libero
con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce e della Città di Gallipoli
Catalogo disponibile in sede

AUTODICHIARAZIONI DI MAX HAMLET SAUVAGE SULLE FOTOGRAFIE DI NUDO

Questi miei nudi ,metafore del desiderio, assumono significati simbolici a volte allusivi.
I richiami alla condizione umana emergono quasi in ogni immagine: dominate dall’erotismo e dalla sensualità del corpo, siano esse in interno o in esterno o che si trovino secondo una precisa percezione che coglie l’attimo fuggente del modello spontaneo o casuale nel muoversi, queste fotografie hanno anche una relazione autobiografica ed epidermica, e nel contempo, sono uno specchio dei propri innamoramenti o l’equivalente di una collezione di farfalle, non nascondendo la tensione passionale nel riprendere centinaia di immagini. La bellezza del corpo umano è anche una necessità di appagare lo sguardo sull’intimità. Guardare e conoscere: nudo per artisti, studio anatomico, indagine scientifica… e la pornografia che non ha bisogno di giustificazioni, perché per esistere risponde ad una esigenza primordiale (sesso), componente dell’essere e della sopravvivenza. “Il mondo nudo non è un soggetto bensì una forma d’arte”, e qualsiasi nudo, per quanto astratto sia, non deve mancare di suscitare in chi lo guarda un vago sentimento erotico, sia pure lievissimo… il desiderio di stringersi e unirsi a un altro corpo costituisce una parte fondamentale della natura umana. C’è una simbiosi tra la mia pittura e la fotografia e s’incrociano come un’osmosi, la macchina fotografica non è un semplice congegno che risponde meccanicamente secondo la sensibilità del fotografo, ma plasmando la luce sul corpo umano con la propria fantasia, e immaginazione sensoriale e psichica, capta una vastissima gamma di emozioni e sentimenti. Naturalmente qui si parla di nudo nell’arte della fotografia nelle sue espressioni formali, e non strumentalizzazioni del corpo femminile a scopo pubblicitario, ormai in visione quotidiana, che esplodono dai cartelloni stradali, alla TV, ai giornali, alle locandine sui tram, nelle diverse aree geo-culturali. Il mio interesse per la fotografia nasce nel lontano 1967; allora comprai un apparecchio piuttosto buono, una Canon 24x36, e cosi partì la mia avventura con la fotografia. Le mie prime immagini fotografiche furono una serie di autoritratti realizzati in uno stile cubista, ottenute con la sovrapposizione di due immagini. Successivamente eseguii delle istantanee di teatro drammatico da spettacoli di T. Kantor, E. Barba, M. Montagna, ecc. Una serie di nudi raccolti nella rassegna "Le metafore del corpo" e un ciclo dal titolo "Le mani nel quotidiano" furono proposti in una mia mostra personale al Centro Artecultura di Milano, presentata dai critici Giuliana Scimè e Giuseppe Turroni. Quando si comincia a fare delle fotografie, si acquista una coscienza acuta della luce, e così mi sono reso conto che essa era la condizione essenziale dell'immagine, senza la quale non esiste la fotografia. La mia pittura (sono fondamentalmente un pittore-scultore) ha recuperato anche questa scoperta, e così fra i miei quadri e la fotografia si è creata una specie dì simbiosi che continua ancora oggi. La mia passione per la fotografia ritorna ad intervalli, e si è riaccesa dopo i miei viaggi nella Provenza, dove ho trovato una nuova ispirazione ed una stupefacente luce magica. Da quel momento il mio interesse è aumentato, con la pratica fotografica. Questa antologia di immagini che presento dopo un lungo periodo di riflessione, mi dà l'opportunità di confrontarmi con la critica ed il pubblico e con i limiti stessi di un lavoro che considero un laboratorio in progress. In fondo io non sono fotografo: mi capita semplicemente di scattare delle fotografie.
MAX HAMLET SAUVAGE

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