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degiovanniluigi |
Inviata - 27/10/2004 : 16:56:33 |
MOSTRA PERSONALE di LUIGI DE GIOVANNI PRESSO RAGGIO VERDE-ASSOCIAZIONE ARTISTICO SOCIO CULTURALE via Federico d'Aragona, 4 LECCE Tel. 339 4038939-339 5607242 E-mail: raggio_verdeonlus@libero.it INAGURAZZIONE Sabato 4 Dicembre 2004 alle ore 18.30 la Mostra rimarr aperta fino al 4 Gennaio 2005 Orario di Galleria dalle 17.30 alle 21.00
JĠaccuse di Ambra Biscuso
ÒIo sono convinto che il nostro fratello che vive nel sottosuolo lo si debba tenere alla cavezza. Si, perch per quanto egli sia capace di restarsene l zitto nel sottosuolo fossĠanche per quarantĠanni, il giorno che vien fuori non ce la fa proprio a trattenersi, si mette a parlare, parlare, parlareÉ alla fine, signori miei: meglio non far niente! é meglio la consapevole inerzia! E dunque evviva il sottosuolo!Ó (F.Dostoevskij)
Dal caos nasce la vita che si consuma nella lotta. ÒJĠaccuseÓ urlano nella loro fissit motoria i jeans di De Giovanni, divenuti vuoti involucri senza corpo dove la storia scritta a lettere maiuscole, dove la parola si perde nel silenzio. Eravamo abituati e leggere nelle opere di De Giovanni il grido della rivoluzione e lĠavvertimento che tutto poteva finire nella controrivoluzione. Eravamo abituati a leggere: LIBERTAĠ, CAOS, VITAÉLIBERTAĠ, VITA, CAOSÉ, jeans usati come tela su cui tesseva con il colore il suo dissenso verso una societ che stritola la libert dellĠuomo a favore dellĠinteresse individuale, del capitalismo. Era il suo parlare. Parole come colori o colori come parole invadevano lĠazzurro del cielo stracciando di rosso il giorno, le vele gonfiate dal vento dellĠideale solcavano i mari della speranza. Parole segnavano lĠorizzonte ed il nero marcava la circolarit della vita e definiva il pensiero. Parole, tante, numerose come compagni nei cortei. Oggi il parlare di Luigi De Giovanni cambiato, il rosso, il blu, il giallo brillante di un tempo si spengono cedendo il posto alla notte, nessun orizzonte trattiene la parola libert. Le parole sembrano reperti archeologici del passato, menhir di MORTE svettano tagliando in due la tela e lĠorizzonte LĠUrlo Nel Buio. Il grido rivoluzionario indietreggia e le parole lasciano il posto ai numeri: 50 7x7 49 É due per due quattro. Mi riporta alla mente Dostoevskij quando in: ÒMemorie del sottosuoloÓ dice ÒÉforse tutto lo scopo al quale tende lĠumanit consiste soltanto e per lĠappunto in questa perpetuit del processo del suo raggiungimento, o in altre parole: nella vita stessa, e dunque non nello scopo considerato di per s, - il quale scopo, si capisce, non dovr essere altro se non appunto quel due per due quattro, ovverosia una formula; in effetti quel due per due quattro non gi pi vita, signori miei, bens il principio della morteÓ Ed il 7x7 49 non pi vita ma il principio della morte? Dopo il 2 per due non rimane nulla, se non la consapevolezza che ogni azione si termina in un urlo nel buio, mentre il pensiero affoga nellĠinfinito e bench lĠartista tenti di sprofondare nel letto molle dellĠinerzia, cercando di sfuggire allĠinfinito, non riesce a sfuggire al suo pensiero perch ne prigioniero e carceriere per scelta e per bisogno. Ed anche i numeri svaniscono e rimane lĠuomo abbracciato al ricordo: un gruppo di nostalgici segna il passo dietro un corteo trattenendo tra le mani una vecchia bandiera lacera e stinta con sopra scritta la parola libert e bench De Giovanni appenda la sua rivoluzione ad una gruccia la dipinge di rosso e il jeans dipinto sul jeans diventa memoria. Aderenze contestuali. Ma anche il due per due quattro svanisce. Rimane lĠuomo, lĠuomo che vola nel suo pensiero oltre il limite imposto dalla forma, oltre il limite di quella linea bianca tratteggiata che compare su una tela, quasi strisce pedonali nella memoria, dove la parola libert non scritta ma si legge e lĠeco della rivoluzione svanisce lasciando lĠimmagine piatta di un jeans sul jeans. ÒJĠaccuse!Ó.
Programma 2005 Venezia galleria dĞarte"III Millennio" Firenze galleria dĞarte "Mentana" Filadelfia "Fiera dellĞarte" Presentato dalla galleria dĞarte "Mentana" di Firenze Curricolo
http://www.degiovanniluigi.com/
lmfedeg@libero.it
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